Come si vestivano i briganti? Indumenti e segni di riconoscimento nella guerra per il Mezzogiorno
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Il brigantaggio costituisce uno dei fenomeni sociali e politici più controversi e complessi della storia del meridione. Il folklore delle regioni rurali del mezzogiorno è pregno di racconti riguardanti questi personaggi, i quali hanno lasciato un ricordo profondo e controverso non solo nella memoria popolare ma anche nella cultura alta.

Il loro vestiario era molto confusionario: ovviamente in una situazione di profonda indigenza e difficoltà dovuta alle necessità della guerriglia, nonché alla marcata frammentazione dei quadri dirigenti e dei gruppi di coordinamento delle stesse bande, fu impossibile adottare un sistema di uniformi coordinate per i riottosi. Tuttavia esisteva un sistema di segni di riconoscimento e simboli relativamente standardizzato al quale i singoli membri delle bande potevano rifarsi per caratterizzare il loro abbigliamento.

Si tenga conto che questo articolo prenderà in considerazione solamente il brigantaggio postunitario.

briganti
foto fi briganti: al centro Agostino Sacchitiello di Bisaccia, luogotenente di Carmine Crocco

Il ruolo delle divise e della faleristica borbonica

Ovviamente le vesti del vecchio esercito furono adottate da molti briganti, principalmente dall’assedio di Gaeta in poi. Le bande in questo periodo potevano contare su molti soldati sbandati ancora fedeli alla causa del regno, quindi vi fu un tentativo, tutto sommato di breve respiro, di riutilizzare in quella guerriglia le vecchie divise dei militari borbonici, provando a mantenere una situazione di relativo decoro e rispetto dei canoni. Un trattamento simile fu serbato anche per le decorazioni borboniche guadagnate dai militi per i fatti delle battaglie unitarie o precedenti.

A tal proposito vale la pena ricordare l’anello di zinco: simbolo della resistenza di Gaeta indossato principalmente dai soldati che presero parte alla difesa della città. Il riutilizzo delle vecchie divise ebbe però breve durata: le necessità della guerriglia le resero pressoché inutilizzabili, alle volte persino d’intralcio. Inoltre l’inclusione di ex soldati nelle bande fu sempre un fenomeno limitato: nella stragrande maggioranza dei casi i soldati erano in estrema minoranza rispetto ai civili per quanto concerne la composizione delle bande di briganti. Il loro numero nelle bande divenne poi sempre più esiguo con il proseguire della guerra nel meridione.

Ciò tuttavia non significa che gli ex soldati ancora inclusi nelle bande non usassero, quando possibile, lembi o pezzi delle uniformi come elemento di distinzione anche rispetto agli altri membri del loro gruppo di appartenenza.

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I vestiti dei briganti tra borbonismo e costume popolare

Bisogna sempre tenere a mente che le vesti dei briganti erano, per la stragrande maggioranza, semplici costumi contadini o pastorali. Questi indumenti, di facile reperibilità, erano diversi da regione a regione e risultavano convenienti per due ragioni: la prima era ovviamente il vantaggio di usare capi di vestiario collaudati per il clima e la conformazione morfologica di un determinato territorio; la seconda era il potersi confondere, quando possibile, con il resto della popolazione senza dare troppo nell’occhio.

Tuttavia vi erano ovviamente dei segni distintivi all’interno delle bande, legati principalmente alle due fedeltà tipiche del brigantaggio: quella verso la fede cattolica e quella verso la dinastia borbonica. Alla prima si legano tutta una serie di amuleti e oggetti religiosi spesso indossati dai briganti, relativi alla devozioni popolari: medaglie votive, scapolari, santini e reliquie erano le più comuni.

Alla devozione della dinastia si legavano numerosi ornamenti. I più comuni erano molto semplici o di contingenza: come già citato pezzi di precedenti divise borboniche, strisce o coccarde di stoffa con i colori della dinastia (rosso, bianco e azzurro), monete con l’effige di Francesco II bucate e utilizzate come pendenti. Altri ornamenti invece erano più complessi e rari, spesso indossati dai capibanda che potevano permettersi oggetti più vistosi e opulenti.

Silvio Sannino

Bartolomeo Pinelli, briganti avvertiti, foto fornita dal sito https://www.treccani.it/enciclopedia/brigantaggio/#:~:text=Fenomeno%2C%20diffuso%20soprattutto%20in%20fasi,armata%20a%20persone%20e%20propriet%C3%A0.

Bibliografia

Carmine Pinto, La guerra per il Mezzogiorno Italiani, borbonici e briganti 1860-1870, Laterza, 2019

Carmine Crocco, Io, brigante, Capone editore

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