Cosa fare in Provincia di Caserta? Certo, le attività sono numerose e i luoghi naturali non mancano. La scelta è vasta in quanto la Provincia di Caserta possiede un ecosistema molto vario. La foce del Garigliano, il litorale domizio, il fiume Volturno, il Vulcano di Roccamonfina, i monti Tifatini e il Matese sono solo alcuni dei luoghi naturali che è possibile vedere in Provincia di Caserta.
1.Cosa fare in provincia di Caserta? Scalare il Monte Tifata
La provincia di Caserta è ricca di montagne, una tra le più importanti è il Monte Tifata. Alta 603 metri, questa montagna era un’area sacra per gli antichi Romani. Lo testimoniano la presenza di templi, come il Tempio di Giove Tifatino e il Tempio di Diana Tifatina, sopra il quale è stata poi costruita la Basilica Benedettina di Sant’Angelo in Formis.
Il Monte Tifata regala al turista che decide di scalarlo panorami mozzafiato su tutta la pianura campana. L’occhio infatti può spaziare per tutto il golfo di Napoli, da Capri fino alla verde Ischia e Procida, da Capua e Caserta all’imponente Vesuvio e fino al gigante Matese.
La leggenda narra che il condottiero cartaginese Annibale, durante la seconda guerra punica, si sia accampato sul Monte Tifata.
In tempi più recenti, questo Monte sacro agli antichi dei ha ospitato una battaglia tra i garibaldini e l’esercito borbonico. Infatti, a Sant’Angelo in Formis, frazione di Capua, è presente un cimitero garibaldino. Inoltre, in questi boschi Ferdinando IV amava cacciare e numerosi sono i sentieri che lo attraversano.
2. Cosa fare in provincia di Caserta? Vedere i fenicotteri all’Oasi dei Variconi
Poco fuori dal comune di Castel Volturno, troviamo una delle più importanti zone umide della Campania, è l‘Oasi dei Variconi, area naturalistica protetta che dal 1993 è entrata a far parte della “Riserva Naturale Foce Volturno“. In quest’oasi trovano ristoro circa 250 specie di uccelli, che due volte l’anno migrano tra l’Europa e il Nord Africa.
L’oasi ha un’estensione di circa 194 ettari che includono anche laghetti costieri. Il clima ha favorito lo sviluppo di una folta ma bassa vegetazione che ospita colorati uccelli come fenicotteri, aironi, cormorani, ma anche anfibi e rettili come rane, tartarughe d’acqua dolce e raganelle.
Numerose sono anche le varie specie di fiori, tra cui alcune anche molto rare, che in primavera sbocciano e creano una suggestiva atmosfera. Nell’Oasi esistono vari sentieri, di varia percorrenza e che conducono anche al mare.
3. Cosa fare in provincia di Caserta? Passeggiare nell’Oasi delle Salicelle
L’Oasi delle Salicelle è una zona umida creata da secoli di erosione da parte del Volturno. Il fiume, infatti, passando tra i Monti Trebulani e i Monti Tifatini, si ritrova in una “strettoia”. Siamo a pochi chilometri dal Ponte Annibale e in questa zona il Volturno ha creato una falla nella sua sponda sinistra, allagando i campi circostanti e creando un ecosistema unico in tutta la Campania.
Le Cannucce di palude e la Tifa sono tra le specie arboree più presenti, mentre i campi circostanti alla zona umida delle Salicelle sono coltivati a tabacco, mais, alberi da frutta e vigneti.
Tra la fauna che viene ospitata, di sicuro troviamo gli uccelli migratori, come le gru, il Nibbio bruno, il Falco pescatore e il Lodolaio. Negli stagni, invece, trovano un sicuro ristoro gli anfibi, come rospi, raganelle e tritoni.
Numerosi sono i sentieri nell’Oasi, che permettono a chi si avventura di poter ammirare più da vicino le varie specie di uccelli e anfibi.
4. Cosa fare in provincia di Caserta? Passeggiare sul Vulcano di Roccamonfina
Oltre al Vesuvio e ai Campi Flegrei, in Campania è stato attivo anche il Vulcano di Roccamonfina. La sua attività eruttiva risale a 630.000-50.000 anni fa. Nato da uno stratovulcano nella depressione del Garigliano, dove lo strato di crosta terrestre era più sottile e quindi favorì la fuoriuscita del magma.
Ai piedi del Vulcano di Roccamonfina, nei pressi dei borghi di Tora e Piccilli, si narra un’antica leggenda: un luogo infestato da spiriti malvagi che in tempi antichi vivevano sul vulcano e camminavano sulla lava ardente e che poi si abbeveravano presso una vicina fonte d’acqua.
Per chi non è superstizioso, si può trattare solo di una delle tante leggende folkloristiche che si tramandano di generazione in generazione, ma effettivamente troviamo strane impronte vicino al Vulcano.
Si tratta di tracce di grandi dimensioni e molto profonde che sono visibili sulla roccia e la loro forma ci ricorda immediatamente le impronte di uno zoccolo. Da qui, il collegamento con gli esseri demoniaci, che in alcuni bestiari medievali vengono rappresentati con degli zoccoli equini.
In realtà, si tratta di circa 80 impronte lasciate da ominidi che hanno attraversato circa 350.000 anni fa questo lato del vulcano. Ma com’è possibile che i nostri antenati abbiano potuto camminare sulla lava? Il materiale piroclastico, a seguito delle continue eruzioni, aveva raggiunto plasticità e temperature che nel tempo hanno permesso di camminarvi sopra.
E’ anche possibile vedere l’impronta di una mano, lasciata lungo la parete.
5. Cosa fare in provincia di Caserta? Visitare il Massiccio del Matese
Un altro luogo naturali da non perdere in provincia di Caserta è il Massiccio del Matese! Si tratta di un massiccio montuoso abitato fin dall’alba dei tempi ed è così vasto da ricadere in ben quattro province, cioè Caserta, Benevento, Isernia e Campobasso.
La punta più alta del Massiccio del Matese è il Monte Miletto, in provincia di Isernia, che raggiunge un’altezza di 2.050 metri.
Un’altra particolarità del Matese è il Lago Matese, che è il lago carsico più alto d’Italia ed è percorribile in canoa. Si trova a più di 1.000 metri sul livello del mare e non ha immissari naturali ma si riempie tramite lo scioglimento delle nevi del vicino Monte Miletto.
Tra le specie di uccelli che è possibile avvistare, troviamo il germano reale e le folaghe, mentre tra le specie ittiche possiamo vedere carpe, pesci persici, trinche e lucci.
Bibliografia
AA.VV., Guida Turistica di Caserta e provincia, Guideslow, 2021
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