In origine era “Volturnus rapax” per le acque talmente impetuose da essere indomabili. Ancora oggi il fiume Volturno, con i suoi 175 chilometri di lunghezza, è il corso d’acqua più importante del Sud Italia, che dà vita e colore a decine di città, partendo dalla molisana Rocchetta a Volturno, passando per Capua e arrivando Castel Volturno.
Dalle leggende che lo legano a una divinità etrusca arrivando alla celebre battaglia dell’Unità d’Italia, ancora oggi, nonostante l’inquinamento e il colore che non è più azzurro come lo raccontavano gli antichi, rimane un luogo con un’anima vivissima e ribelle, proprio come le sue acque.
Un dio etrusco
Tutto nacque con gli etruschi, che circa 2600 anni fa frequentavano l’alta Campania. Il popolo preromano rimase assai affascinato dalle acque impetuose e potenti del fiume, tanto da dargli una vita e un’anima: nelle leggende antiche infatti il dio Volturno era un’entità furiosa che, una volta placata, si trasformò in un corso d’acqua dal colore azzurro come il cielo.
Tanto impetuoso da diventare violento
Il problema delle acque del Volturno era davvero serio, soprattutto nelle zone della Piana di Caiazzo, dove le acque del fiume diventavano talmente tanto violente da devastare città, raccolti e territori. Era anche un fiume difficilissimo da risalire, proprio a causa di alcuni punti talmente ostici da trasformarsi in veri e propri incubi per i marinai.
I primi ad effettuare lavori, infatti, furono già gli antichi romani, che in campo d’ingegneria non erano secondi a nessuno: l’imperatore Domiziano fece costruire numerosi argini affinché “Il fiume Volturno vagabondo e sdegnoso non uscisse dal proprio alveo“. Sappiamo ad esempio che, sotto il governo dell’Imperatore Marco Aurelio, il Volturno esondò con una violenza tale da distruggere parte della Via Appia, iniziando a Casilinum (l’attuale Capua moderna) e arrivando fino a Sinuessa.
Queste continue inondazioni fecero diventare anche paludosi e inospitali molti territori nelle immediate vicinanze del fiume, tant’è vero che Erchemperto definì la nuova Capua, che stava per essere costruita dai Longobardi nel IX secolo sull’antica Casilinum, “un luogo paludoso più adatto ai porci che agli uomini“.
Un esempio fu proprio la piana dell’attuale Villa Literno che, nel XVII secolo, cominciò ad essere bonificata con la costruzione dei Regi Lagni. Fu definitivamente interrotto il corso del fiume Clanio, che era un affluente del Volturno, proprio per “calmare” il fiume violento.
Ci troviamo poi nell’epoca borbonica: qui si susseguono numerosi i progetti per modificare il corso del fiume, ma è dopo l’Unità d’Italia, sul finire del XIX secolo, che le amministrazioni comunali della Campania intervennero pesantemente sul corso del fiume: fu deviato in prossimità di Alife, di Cancello e Arnone, di Caiazzo, di Castel Volturno e di Capua nuova.
Quanti fiumi!
La violenza e la ricchezza d’acqua del fiume Volturno non sono un caso: durante il suo lungo percorso di 175 chilometri, infatti, riceve numerosissimi affluenti. Comincia dalle parti di Venafro, quando accoglie il fiume San Bartolomeo e il Rava, poi arrivano il fiume Lete e i torrenti Aduento e Titerno, dalle parti di Faicchio. Non contento, il Volturno si “divora” a Limatola anche il suo collega, il fiume Calore. Un tempo l’ultimo affluente era il fiume Clanio dalle parti di Vico di Pantano, oggi nota come Villa Literno.
La battaglia del Volturno
Non vogliamo far mancare nulla al nostro fiume. Dopo la Seconda Guerra Punica, quando Capua fu assaltata dai romani proprio risalendo il Volturno, la Storia si fece in tempi anche molto più recenti.
La “Battaglia del Volturno” è infatti stata l’episodio chiave che decise le sorti del Regno delle Due Sicilie. Cominciò il 1 ottobre del 1860 fra 24.000 garibaldini e 50.000 borbonici: i combattimenti furono furiosi e in realtà le battaglie furono numerosissime e su più fronti: da Capua all’Acquedotto Carolino.
I conflitti si risolsero con un’inaspettata vittoria dei garibaldini, meno equipaggiati e in minor numero rispetto ai soldati napoletani. Le camicie rosse sfruttarono le incertezze tattiche dei generali borbonici e spezzarono le loro linee, recuperando un conflitto che, inizialmente, era cominciato malissimo per gli uomini di Garibaldi.
Prima dell’assedio di Gaeta, che fu l’ultimo momento di vita del Regno delle Due Sicilie quando ormai tutto era perduto, si ritiene che la sconfitta sul Volturno fu il momento in cui Francesco II perse definitivamente le speranze di poter tornare sul trono di Napoli.
Nel 1943, in piena seconda guerra mondiale il nostro fiume si trovò al centro di un’altra battaglia fondamentale per le sorti della storia d’Italia, anche se stavolta i contendenti erano entrambi stranieri: da un lato c’erano gli alleati guidati dal generale Truscott e dall’altro i tedeschi rintanati a Liberi.
Un dio avvelenato
Il presente del fiume Volturno si chiama cromo, arsenico e mercurio, senza dimenticare composti chimici senza nome e fogne scaricate direttamente nel fiume, discariche abusive ed ogni sorta di mostruosità che hanno reso il corso d’acqua uno dei più avvelenati d’Italia. Ed è incredibile pensare che in Molise, salendo in alto fin sugli Appennini che danno origine al corso d’acqua, il Volturno è famoso per le sue acque azzurrissime, pure e gelide, meta di bagni estivi per gli escursionisti.
Eppure, nonostante tutto, vanta ancora oggi una biodiversità tanto ricca da far invidia al Mediterraneo intero, nell’Oasi dei Variconi che regala immagini mozzafiato dei fenicotteri al tramonto, mentre stazionano vicino alle acque di un fiume che, come uno specchio dell’anima del territorio, non rinuncia ad ostentare una bellezza selvaggia che nemmeno il peggior scempio ecologico è riuscito a strappar via.
-Chiara Sarracino
Riferimenti:
https://www.google.it/books/edition/Memoria_per_un_piano_di_lavori_per_diffi/FhtWAAAAcAAJ?hl=it&gbpv=1&dq=fiume+volturno&printsec=frontcover
http://www.regione.molise.it/web/turismo/turismo.nsf/0/6A9F34288CD45D74C1257543003B37BC?OpenDocument
https://www.youtube.com/watch?v=kD8qNSPhpig
https://web.archive.org/web/20101206081200/http://www.cittadicapua.it/volturno.htm
https://www.editorpress.it/history/battaglia-del-volturno-17-ottobre-1943-gli-alleati-occupano-villa-liberi-costringendo-i-tedeschi-in-ritirata
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