Può un’artista raggiungere la perfezione assoluta? Molti, osservando il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino conservato alla Cappella Sansevero a Napoli, risponderebbero in maniera positiva. D’altronde come non si può rimanere esterrefatti di fronte a tanta bellezza? Una scultura così perfetta che pare quasi irreale, eterea.
Partiamo da un punto fermo: non si può dire di conoscere veramente Napoli senza aver visitato la Cappella Sansevero. E i motivi sono diversi e molteplici.
La Cappella Sansevero
Primo motivo: la figura del Principe Raimondo di Sangro, mecenate che supervisionò alla costruzione del complesso, è tra le figure più carismatiche e misteriose della storia napoletana e non solo.
Secondo motivo: se si pensa che la Cappella Sansevero ospiti unicamente il Cristo Velato, si sbaglia di grosso! Ci sono altre meravigliose statue che adornano l’edificio sconsacrato. Due tra tutte: la Pudicizia di Antonio Corradini e il Disinganno di Francesco Quierolo. Due spettacolari esempi di scultura del ‘700 che, insieme a tanti altri manufatti, rendono la Cappella Sansevero un luogo unico.
Terzo motivo: la Cappella Sansevero ospita le celeberrime Macchine Anatomiche: riproduzioni in cera di corpi umani che, secondo la leggenda, sono in realtà resti umani conservati dal principe Raimondo di Sangro per i suoi esperimenti alchemici. Per approfondire clicca qui!
Il Cristo Velato di Giuseppe Sammartino
Aldilà di questi motivi, senza dubbio è la meraviglia del Cristo Velato di Giuseppe Sammartino che attrae la maggior parte dei turisti. E tutti, nell’osservare questo capolavoro, rimangono quasi abbagliati dalla sua bellezza. Non è un caso che Antonio Canova, tra i più grandi scultori della storia, abbia affermato di essere stato disposto a barattare dieci anni della sua carriera per poter mettere la firma sul Cristo Velato. Una dichiarazione niente male, direi!
Il Cristo Velato fu eseguito da Giuseppe Sammartino nel 1753. La scultura rappresenta il corpo senza vita di Cristo deposto dalla croce, coperto da un sudario che lascia intravedere la fisionomia. A fianco, i classici simboli della Passione: i chiodi e la corona di spine.
La scultura è adagiata in orizzontale al centro della navata, creando un dialogo unico e privilegiato con le altre stupende sculture del complesso. Girare intorno al Cristo Velato è un’esperienza mistica, rafforzata dall’aura sacrale della Cappella Sansevero.
Il corpo pare quasi esaltare l’ultimo respiro e attraverso il sottile sudario (che in realtà è fatto anch’esso di marmo!) si possono cogliere i segni della sofferenza patita. La venga palpitante sulla fronte, le trafitture dei chiodi sulle mani, il costato scavato: nel Cristo Velato c’è tutto il patetismo tardo-barocco, qui giunto ad esiti inimmaginabili.
Leggenda e realtà
Risulta difficile immaginare che il Cristo Velato Giuseppe Sammartino sia stato ricavato in un unico blocco di marmo. Non è un caso che, attorno a questa scultura, si siano susseguite teorie fantasiose e ipotesi poco attendibili sulla sua realizzazione, spesso accresciute dalla fama di esperto alchimista di cui il committente, il Principe Raimondo Di Sangro, tutt’oggi gode.
Secondo una leggenda, infatti, il sudario adagiato sul corpo del Cristo Velato in realtà sarebbe un vero velo che ha subito un processo di “marmorizzazione” tramite un oscuro processo alchemico noto al Principe di Sangro.
Nulla di tutto ciò, ovviamente. Quello che è certa è la straordinaria maestria di Giuseppe Sammartino.
Il Cristo Velato è una meraviglia dell’arte mondiale, un capolavoro della città di Napoli che è impossibile non ammirare almeno una volta nella vita.
Fonti
- Anonimo, Breve nota di quel che si vede in casa di Raimondo di Sangro principe di Sansevero, Colonnese, 2016.
- https://www.museosansevero.it/
- P. De Vecchi – E. Cerchiari, Arte nel tempo. Dalla crisi della Maniera al Rococò, Bompiani, 2004.
Foto di copertina by David Sivyer
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