ferrovia alifana
Print Friendly, PDF & Email

La Ferrovia Alifana ancora oggi collega Napoli alle zone dell’entroterra casertano, arrivando fino a Piedimonte Matese e attraversando alcuni borghi della provincia di Caserta, che hanno una grande valenza storica ma purtroppo sono sconosciuti al grande pubblico.

Treno della Ferrovia alifana in partenza dalla Stazione di Napoli centrale - dalla pagina facebook "Gruppo amici della ferrovia alifana"
Treno della Ferrovia Alifana in partenza dalla Stazione di Napoli centrale – dalla pagina facebook “Gruppo amici della ferrovia alifana”

Il tabellone con gli orari della Stazione di Caserta ci informa che il treno regionale 7858 di EAV per Piedimonte Matese è in partenza dal binario 2. Tra le tante fermate annunciate dalla voce registrata, Sant’Angelo in Formis, Trifisco, Piana di Monte Verna, Villa Ortensia, Alvignano, Dragoni e Alife sono borghi dal passato glorioso che purtroppo non sono altrettanto conosciuti, a differenza di Santa Maria Capua Vetere, Caiazzo e Piedimonte Matese.

Il treno della Ferrovia Alifana è arrivato, ci saliamo e iniziamo il nostro viaggio.

1. Sant’Angelo in Formis

 Sant'Angelo in Formis Basilica Benedettina- dalla pagina Facebook "Stato Magna Grecia - Due Sicilie"
Sant’Angelo in Formis Basilica Benedettina- dalla pagina Facebook “Stato Magna Grecia – Due Sicilie”

Dopo aver attraversato Santa Maria Capua Vetere, che ha ben due stazioni della Ferrovia Alifana, il trenino azzurro e bianco si ferma nel borgo di Sant’Angelo in Formis. Si tratta di un paesino alle pendici del Monte Tifata dove in età romana esisteva un tempio dedicato a Diana Tifatina. Questo tempio non esiste più, ma sui suoi ruderi è stata costruita, nel X secolo e per volere dell’abate Desiderio, l’abbazia benedettina.

La basilica fu costruita utilizzando materiali di risulta provenienti dallo stesso tempio di Diana, come le colonne, ma anche da altri edifici romani presenti nei dintorni.

La chiesa è dedicata a San Michele Arcangelo, santo venerato dai Longobardi, ma appare più oscuro il toponimo “in formis”. Forse, con questo termine, ci si riferiva a un antico acquedotto costruito vicino all’abbazia ma di cui non ci è pervenuta traccia.

Un altro edificio storico è il cimitero garibaldino, in cui sono sepolti i membri dell’esercito di Garibaldi, che morirono durante l’assedio di Capua.

2. Triflisco

panorama su Triflisco - dalla pagina Facebook "Paesaggi casertani" foto di Gerardo Attanasio
panorama su Triflisco – dalla pagina Facebook “Paesaggi casertani” foto di Gerardo Attanasio

Dopo aver attraversato il ponte sul Volturno, il trenino della Ferrovia Alifana si ferma nella stazione di Triflisco. Questo borgo, nei primi secoli del Medioevo, ha accolto gli abitanti dell’antica Capua che erano riusciti a salvarsi dalle continue incursioni dei pirati.

Più tardi, i Longobardi costruirono sulla collina Palombara una città in legno, che fu chiamata Sicopoli. Questa città veniva costruita in una posizione strategica in quanto vicinissima al Volturno e su una collina ed era facilmente difendibile.

Nei progetti dei principi longobardi, Sicopoli sarebbe dovuta diventare la nuova capitale della Contea di Capua, ma la nuova città non ebbe vita lunga in quanto un incendio la distrusse e i Longobardi allora decisero di erigere la nuova Capua più a valle, sui resti dell’antico porto romano di Casilinum.

Dell’antica Sicopoli non resta più nulla, ad eccezione di un rudere di una torre longobarda d’avvistamento.

3. Piana di Monte Verna

Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo - Dalla pagina Facebook "Paesaggi Casertani" foto di dpasqual8
Chiesa Parrocchiale dello Spirito Santo – Dalla pagina Facebook “Paesaggi Casertani” foto di dpasqual8

Dopo aver attraversato un tunnel scavato nella montagna e dopo essersi fermato nella stazione di Pontelatone, il cui abitato dista circa 7 km dalla stazione e quindi non è facilmente raggiungibile a piedi, il treno della Ferrovia Alifana si ferma a Piana di Monteverna.

Scendiamo dal treno e ammiriamo per qualche minuto il paesaggio dal piazzale panoramico della stazione. Piana di Monte Verna è un paese di origine agricola ed è posto ai piedi del Monte Santa Croce. Raccolto intorno alla chiesa parrocchiale dello Spirito Santo, nel 1960 è stata elevata a santuario dal vescovo di Caiazzo.

La chiesa ospita la statua dell’Assunta, patrona di Piana di Monte Verna, ed è di stile neoclassico e ha una sola navata coperta da una volta a botte. Piana di Monte Verna conserva ancora l’antico impianto urbanistico, trasversalmente allungato. Il treno della Ferrovia Alifana ne attraversa la parte superiore, prima di entrare in una serie di gallerie.

4. Villa Ortensia

Panorma su Villa Ortensia – dalla pagina facebook “Paesaggi casertani” foto di Angela Nappa

Dopo aver passato Caiazzo e le campagne circostanti, la prossima fermata della Ferrovia Alifana è Villa Ortensia. Usciti dalla piccola stazione, ci troviamo in aperta campagna. Qui è anche presente “Villa Ortensia” la residenza di campagna nobiliare che ha dato il nome alla fermata.

La villa, nel corso della sua storia e a causa della sua posizione strategica, in quanto è posta su una collinetta, è anche stata protagonista delle varie battaglie che si sono susseguite lungo la Linea Gustav in quanto fu usata come quartier generale dal comando tedesco, guidato dal generale Heinrich von Vietinghoff nel 1943.

5. Alvignano

Castello di Alvignano – dalla pagina facebook “Turismo Caserta”

Risaliamo sul treno della Ferrovia Alifana ma solo per scendere alla prossima fermata, che si trova ad Alvignano. Questa cittadina discende dall’antica città osca di Cubulteria, che durante la seconda guerra punica si alleò con Annibale, fu distrutta dai Saraceni e i suoi abitanti fondarono Alvignano e Dragoni.

Il nome Alvignano deriva da Marcus Aulus Albinus, importante personaggio della corte imperiale romana nel II secolo d.C. originario della zona che aveva una villa nel territorio in cui nell’alto Medioevo sorse Alvignano.

Questo paese è in realtà l’unione di più borgate, sorte intorno a chiese, che con il passare dei secoli si sono unite.

Tra le chiese di Alvignano, troviamo quella di Santa Maria della Natività, il Santuario dell’Addolorata, la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, la Chiesa di San Nicola di Bari e la chiesa di San Sebastiano martire, in cui sono conservate le reliquie di San Ferdinando d’Aragona.

Nel Medioevo, Alvignano fu feudo normanno, angioino e aragonese. Poco distante dal borgo, su un’altura, è ancora possibile vedere il Castello Aragonese di Alvignano.

6. Dragoni

Dragoni – dalla pagina facebook “Paesaggi Casertani” foto di Vincenzo Perretta

Ritorniamo in stazione e aspettiamo il treno della Ferrovia Alifana. Dopo aver superato la fermata di San Marco, il treno arriva alla stazione di Dragoni. Scendiamo per passeggiare tra le sue stradine.

Una leggenda del luogo narra che in una grotta nei pressi di Dragoni viveva un drago a sette teste, che poi fu sconfitto da San Michele Arcangelo. Dalle sette teste del drago sarebbero poi nate le attuali sette frazioni del comune di Dragoni.

Tra gli ospiti illustri che hanno visitato Dragoni, troviamo anche Giovanni Boccaccio, che vi si era recato per consultare dei libri nella biblioteca del castello.

7. Alife

Alife di notte – dalla pagina facebook “Paesaggi casertani” foto di Massimiliano Scuoncio

Alife, il cui toponimo è di origine incerto, ha origini osco-sannitiche. Di età romana sono ancora visibili le imponenti mura sillane e l’impianto stradale, caratterizzato da decumani e cardi. Dopo essere stata gastaldato, ovvero era governato da un funzionario nominato direttamente dal re longobardo, Alife entrò a far parte dei possedimenti del normanno Rainulfo Drengot.

Suo nipote, Rainulfo II, riuscì ad ottenere delle reliquie di Sisto I, Santo protettore di Alife. Il borgo ospitò la corte di Federico II e Carlo I d’Angiò prima della battaglia di Benevento.

Alife è stata più volte colpita dai terremoti e durante la seconda guerra mondiale è stata bombardata dagli Americani.

Oggi, ad Alife è possibile visitare il Museo Archeologico dell’antica Allifae, i resti del Castello e vari edifici di culto che presentano diversi stili artistici, come la Chiesa di Maria SS Assunta e San Sisto, la chiesa di Santa Lucia, la chiesa di Santa Caterina d’Alessandria e la Chiesa di San Sisto extra moenia.

Tra i simboli dell’enogastronomia di Alife, troviamo la cipolla alifana, dal caratteristico colore ramato.

Finisce qui il nostro viaggio lungo la Ferrovia Alifana, alla scoperta dei borghi meno noti della Provincia di Caserta che vengono attraversati dal “trenino celeste e bianco”. La Ferrovia Alifana, invece, continua il suo viaggio di un’altra stazione, arrivando al capolinea di Piedimonte Matese.

Bibliografia

Tirone, F., Da Napoli a Piedimonte Matese: viaggio sull’alifana ragionato nel tempo, Edizioni Spartaco, S. Maria C.V., 1998

Guida turistica di Caserta e provincia

Diventa un sostenitore!

Storie di Napoli è il più grande ed autorevole sito web di promozione della regione Campania. È gestito in totale autonomia da giovani professionisti del territorio: contribuisci anche tu alla crescita del progetto. Per te, con un piccolo contributo, ci saranno numerosissimi vantaggi: tessera di Storie Campane, libri e magazine gratis e inviti ad eventi esclusivi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *