C’è un palazzo a Napoli dove, più di tutti gli altri forse, è racchiusa l’importanza che la città partenopea ha rappresentato, non soltanto per i suoi stessi abitanti, ma per il mondo intero. Questo edificio è Palazzo Ravaschieri di Satriano.
Palazzo Ravaschieri di Satriano, l’affaccio sulla Riviera di Chiaia
Palazzo Ravaschieri di Satriano è un edificio monumentale che affaccia e caratterizza la Riviera di Chiaia, e lo stesso quartiere che affaccia sul mare di Napoli. Il perimetro dell’edificio si inerpica tra Via Calabritto, strada dello shopping d’élite napoletano, e l’omonimo Vico Satriano.
Un edificio risalente al XVII secolo, tra i più antichi dell’area, il cui pregio è testimoniato dai busti incastonati tra i timpani spezzati a triangolo e semicerchio.
Di notevole fattura anche il piccolo portale in piperno, su cui troneggia lo stemma in marmo dei Ravaschieri, nobile famiglia di origine ligure, che grandi onorificenze collezionò nel Regno di Napoli.
Anche l’ingresso secondario, su Vico Satriano, rivela il prestigio di questa costruzione storica, affacciando su di un cortile ornato di statue di marmo, mentre le volte degli interni sono state affrescate nel corso dell’800 addirittura da Crescenzo Gamba, allievo di Francesco Solimena, che vanta committenze regie, e aveva lavorato alla Reggia di Caserta, alla Reggia di Portici e al Palazzo Reale di Napoli.
Il palazzo dei viceré
Palazzo Ravaschieri di Satriano è uno dei primi palazzi costruiti in questa zona. Datato 1605, come indicato sulla stessa chiave di volta del portale, l’edificio fu voluto dal Principe Spinelli di Cariati, ma affidato ai viceré Fadrique Álvarez de Toledo y Ponce de León, marchese di Villafranca e ambasciatore presso lo Stato Pontificio.
Una strana curiosità, se pensiamo che in questo stesso edificio, a ridosso dell’Unità d’Italia, nel 1861 nacque lo scrittore Federico De Roberto, noto al grande pubblico soprattutto per il romanzo intitolato proprio I Viceré.
Furono proprio i Viceré ad abitare l’immobile fino al 1682: dopo il Marchese di Villafranca, si susseguirono il viceré marchese di Astorga e il marchese Los Velez.
Da i natali di De Roberto a Goethe
Palazzo Ravaschieri di Satriano deve l’aspetto attuale al noto architetto Ferdinando Sanfelice, che nel XVIII secolo lo apliò e lo restaurò per volontà proprio della famiglia Ravaschieri da cui oggi prende il nome.
Un palazzo che sembra attirare i più importanti protagonisti della letteratura del tempo, dai natali di De Roberto a Goethe, che qui fu accolto durante la sua permanenza napoletana nel corso del suo Grand Tour.
Sopraelevazioni e svariati rifacimenti hanno conferito all’immobile l’aspetto che ci appare oggi.
Una piccola bottega che affaccia sul mare
Ma la fama di Palazzo Ravaschieri di Satriano è destinata a non esaurirsi nell’arco dei decenni del Viceregno, ma prosegue fino al XX secolo, quando nel 1914 una piccola bottega di appena 20 metri quadri apre in uno dei locali sottostanti l’edificio. Eugenio Marinella apriva quella che sarebbe diventata una delle boutique più note ed esclusive della città, simbolo di quell’artigianato napoletano, che trova le sue radici proprio nell’era del viceregno.
«Un piccolo angolo di Inghilterra a Napoli» lo aveva definito così Matilde Serao. Marinella, infatti, era partito alla volta del Regno Unito per importare i prodotti più tipici del tempo, quelli dei Lord inglesi: dagli impermeabili agli ombrelli, dalle scarpe ai cappelli. Uno straordinario lavoro artigianale di alta qualità, che portò all’apertura di due laboratori, uno per le camicie e uno per l’accessorio che renderà E. Marinella noto in tutto il mondo, le cravatte.
Tanti i nomi che hanno indossato le iconiche creazioni Marinella: da Gianni Agnelli a Aristotele Onassis, da Vittorio De Sica a Marcello Mastroianni, passando per John Kennedy, Bill Clinton, George W. Bush, il presidente francese Nicolas Sarkozy e i più importanti nomi dello showbiz mondiale.
Oggi Marinella è un brand del lusso affermato con negozi monomarca a Milano, Roma e Tokyo, ma i capi indossati dalle più importanti personalità ed esponenti politici hanno un solo comune denominatore, l’origine da quella piccola bottega del Palazzo Ravaschieri di Satriano.
Bibliografia
I Palazzi di Napoli, Aurelio De Rose
Le grandi famiglie di Napoli, Nicola della Monica
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