Carnevale di Somma Vesuviana
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Il Carnevale di Somma Vesuviana, in particolare quello che si svolge nel borgo medievale del quartiere di Casamale, è un’allegra celebrazione colma di controsensi ed eccessi. A Somma Vesuviana ogni Carnevale si festeggia con un finto funerale, con tanto di benedizione fatta addirittura dal vescovo, manifesti funebri, camera ardente per porgere le condoglianze alla Vedova di Carnevale. Con il corteo funebre più allegro che si possa avere si fa sfilare il “defunto” per tutte le stradine di Somma essendo acclamato dalle persone del posto e non solo!

La morte di Carnevale, i funerali più allegri del mondo

Il Carnevale termina tradizionalmente alla mezzanotte del Martedì Grasso dando inizio, col Mercoledì delle ceneri, alle cerimonie liturgiche che in quaranta giorni porteranno alla settimana Santa ed alla Pasqua Cattolica. Il Carnevale di Somma Vesuviana rappresenta in maniera allegorica e divertente la morte della festività, colmandola di eccessi e divertimento a cui si dovrà rinunciare nei quaranta giorni di quaresima, in cui si preparerà l’anima ad accogliere la resurrezione di Gesù.

Per celebrare la morte del Carnevale c’è una vera e propria messa in scena teatrale: allestendo una camera ardente con tanto di manifesti funebri che annunciano la morte della festività. I personaggi principali sono il vescovo che benedice il defunto, con tanto di discorso, che è tutto tranne che religioso intingendo un pennello da pittore in acqua, schizzadolo sul finto defunto.

Inoltre, non può mancare nel carnevale di Somma Vesuviana la vedova , spesso interpretata da un uomo travestito, che in maniera goffa e drammatica si dispera, strepita, sviene urlando e piangendo accanto al marito defunto, consolata dalle sue commare. Tutto ciò avviene davanti agli occhi di tutti che allegramente aspettano di unirsi alla sfilata di Carnevale defunto per le vie della città, cantando, suonando musica seguendo la bara con fisarmoniche e clarinetti e da corone di fiori costituite da fiori di mimosa e rami di pino.

Il Carnevale di Somma Vesuviana è una festa molto sentita dei sommesi, che si preparano a questo giorno di festa cucinando tutti i cibi tipici del Carnevale campano, come il migliaccio, le chiacchiere e l’immancabile lasagna, tutte leccornie che non possono mancare. Un’altra usanza del Carnevale sommese è quella di recarsi mascherati a casa dei propri familiari e amici, se questi riconoscono chi c’è dietro alla maschera verranno accolti in casa e insieme si gusteranno i dolci tipici della festività, mentre chi non verrà riconosciuto dovrà fare ritorno nella propria casa.

La cantata dei dodici mesi, il canto del Carnevale di Somma Vesuviana

Il Carnevale di Somma Vesuviana termina con la cantata dei dodici mesi, dopo la sfilata del Carnevale defunto per tutta la città. Molto simile ad un’opera teatrale viene rappresentata come buon auspicio per i mesi che seguono la festività, in quanto ai tempi dell’antica Roma l’anno nuovo iniziava proprio il periodo in cui cade il Carnevale. La cantata dei dodici mesi è diffusa nella cultura popolare dei paesi agricoli dello Stivale e assume delle sfumature diverse a seconda dei territori. 

La versione proposta al Borgo Casamale fa riferimento a quella tramandata da Michele Febbraro, attore e regista di Somma che ha legato la sua vita alla difesa e diffusione delle tradizioni, nel 1976 ha rielaborato la versione del cantico, ispirandosi alla tradizione popolare. I protagonisti di questa cantata sono i dodici mesi dell’anno, ad aprire le danze il festoso Pulcinella che funge da presentatore: chiamerà Marcusalemme, “ ‘o capo ‘e ll’anno”, padre di tutti i mesi presenterà i suoi dodici figli e questi prenderanno l’uno dopo l’altro la parola per raccontarsi.

Bibliografia

Umberto Vitiello, Gente del Sud, 2015

Touring club italiano, “Napoli e dintorni”, Touring Editore, Roma, 2008

Claudio Corvino, Guida insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità della Campania, Newton e Compton editori,2002

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