Strada Matrone

A Boscotrecase un sentiero permette di scalare il Vesuvio, a piedi o in bicicletta, fino al Gran Cono. Si tratta della Strada Matrone, antico percorso inaugurato nel lontano 1927 e riaperto al pubblico nel 2022, dopo importanti lavori di riqualificazione. Un modo alternativo di visitare il Vesuvio, percorrendo dal basso verso l’altro, rispettandone a pieno l’ambiente.

Lungo la Strada Matrone. Ph. Gerardo Russo.

Il percorso

Il sentiero si basa sull’antica strada tracciata dai fratelli Matrone, che fu completata il 4 gennaio del 1927. Lungo circa 8 km e in gran parte panoramico, è composto da un primo lungo tratto asfaltato, che ne ricopre quasi 5 km, per proseguire su una pista sterrata che porta al piazzale di quota 1050. Per percorrere integralmente la Strada Matrone, fino all’imbocco del sentiero del Gran Cono, si impiegano circa 3 ore e 30 minuti.

Punto di partenza del percorso è Via Cifelli, al confine tra i comuni di Boscotrecase e Trecase. All’ingresso vi si trova un cancello, in corrispondenza del quale è presente la Caserma del Reparto Carabinieri Biodiversità di Caserta. Lungo la parte iniziale, percorsa attraverso la strada asfaltata tra curve e tornanti, si attraversano le pinete. La vista consente già di ammirare da un lato i Monti Lattari che si tuffano nella penisola sorrentina e dall’altro il Gran Cono. Dopo circa 2,5 km l’ambiente cambia, la pineta lascia il posto al leccio e poi alla macchia mediterranea, dove incontriamo piante come la ginestra e la valeriana rossa.

La fauna è composta da volpi, faine, ghiri e piccoli roditori, oltre a diversi uccelli boschivi.

Strada Matrone. Ph. Gerardo Russo.

La storia

L’antica carrozzabile fu inaugurata nel 1927, dopo quasi trent’anni di lavori, rallentati da diverse distruzioni causate dalle eruzioni del Vesuvio e successive ricostruzioni.

Il sentiero era stato danneggiato fortemente dall’incendio di vastissime proporzioni che nel luglio 2017 colpì il Vesuvio. La Strada Matrone è rimasta chiusa da allora fino alla riapertura del 20 dicembre 2022, dopo una grande opera di bonifica. Il percorso è ora a fruizione ciclopedonale, con la previsione di attrezzare il circuito di bus elettrici, con il chiaro intento di perseguire uno sviluppo turistico sostenibile.

Il percorso fa parte del Parco Nazionale del Vesuvio con la denominazione “Sentiero n.6 – Lungo la Strada Matrone

Punta Nasone vista dal termine della Strada Matrone. Ph. Gerardo Russo.

Gli altri sentieri del Parco

La Strada Matrone presenta al termine un’intersezione con il Sentiero n.1 del Parco, la Valle dell’Inferno, che consente di ritornare al punto di partenza attraverso un percorso e un paesaggio alternativo, passando per Largo della Legalità.

Conclusione ideale della scalata al Vesuvio è comunque la visita del cratere, con il Sentiero n.5 del Gran Cono.

La scalata del Vesuvio

La Strada Matrone permette di raggiungere la vetta del vulcano quasi totalmente con le proprie forza. Sta in questa particolarità la diversificazione dell’offerta turistica, resa possibile con la riapertura del percorso della Matrone. Il punto di partenza in Via Cifelli si trova infatti a 350 metri di altezza, permettendo di superare a fine percorso un dislivello di circa 700 metri. Un’autentica impresa, sia se si sceglie di percorrere la strada a piedi che in bici.

La sensazione che si ha, percorrendo integralmente la Strada Matrone, è quella di conquistare davvero la vetta. L’esperienza di visita è quindi completamente diversa da quella che si ha raggiungendo direttamente in automobile o in autobus il piazzale da dove partono le visite al Gran Cono.

Il percorso è stato poi ampiamento messo in sicurezza e, con il sicuro fondo asfaltato, per gran parte della sua lunghezza permette la fruizione a ogni fascia d’età. Non sarà raro incontrare anche famiglie con bambini, intente a costruire insieme la propria piccola impresa, raggiungendo la vetta del vulcano che ogni giorno dà loro il buongiorno dalla finestra.

Largo della Legalità. Ph. Gerardo Russo.

Bibliografia:

  • Silvano Vinceti; Parco nazionale del Vesuvio; 2009

Sitografia:

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