Convento di san martino
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Il Convento di San Martino è un luogo a Napoli che riecheggia di silenzio e segreti, dove i teschi, scolpiti nella pietra, fanno da guardiani a questo luogo di devozione.

A strapiombo sulla città di Napoli, che guarda maestoso dall’alto, il Convento di San Martino rappresenta uno dei più importanti esempi di architettura barocca a Napoli.

Convento di San Martino

Il Convento di San Martino costruito dai francesi

Il Convento di San Martino è stato costruito per volontà di Carlo I d’Angiò agli inizi del XIV secolo, doveva accogliere l’ordine monastico preferito dalla casa reale francese, i certosini.

Agli sfarzosi ambienti, fatti di stucchi, marmi e dorature, lavorarono i più importanti architetti del tempo, tra i quali Cosimo Fanzago, che vi realizzò la chiesa principale intorno alla quale sembra ruotare tutto il monastero.

Convento di San Martino Chiesa Cosimo Fanzago

Tanti gli artisti d’eccezione accorsi a Napoli per lavorare al Complesso: dal Cavalier d’Arpino (maestro di Caravaggio e Guido Reni) a Belisario Corenzio, da Pietro Bernini (padre del più celebre Gian Lorenzo) a Michelangelo Naccherino. Il cantiere di San Martino era ben presto diventato una fucina di talenti, che aveva radunato i nomi della scena artistica e architettonica del tempo.

Dedicato a San Martino di Tours

Il Convento di San Martino prende il nome da Martino di Tours, santo di origine ungherese i cui funerali si svolsero a Tours, nel cuore della Francia. Analogamente a San Francesco, il Santo condivise i propri beni con i poveri. Celebre l’aneddoto del taglio del suo mantello donato ad un mendicante seminudo.

Con i suoi giardini pensili, le pergole, e la straordinaria vista sulla città di Napoli sull’odierna Collina del Vomero, il Convento è tra i luoghi più amati da napoletani e turisti, e caro agli sposi che qui immortalavano i primi momenti da marito e moglie.

Convento di San Martino

“Ora et labora”

Il Convento di San Martino vanta vigne di grande interesse, che rimandano al mondo del vino, quello con cui si celebra la messa, ma anche a quella regola, ora et labora, che voleva che questi luoghi di devozione fossero dei micro-cosmi, cittadelle autonome dal mondo circostante, producendo ciò di cui avevano più bisogno. E così, ecco addirittura una farmacia, di cui restano alcuni ambienti affrescati, per permettere ai padri certosini di potersi curare. Qui ritroviamo uno straordinario lavoro di Paolo De Matteis, San Bruno che intercede presso la Vergine per gli infermi.

I bellissimi giardini pensili, cui si accede da una scala realizzata da Cosimo Fanzago, regalano una delle viste più belle del Complesso, sull’intero Golfo di Napoli. Tra i ripiani è possibile scorgerne uno vicino al cosiddetto Quarto del Priore destinato in origine alla coltivazione di erbe curative destinate proprio a rifornire l’antica farmacia istituita intorno al 1699 circa.

Da Convento a Museo Nazionale

Dopo l’Unità d’Italia diventa monumento nazionale, assurgendo al grado di museo nazionale nel 1866. Oggi il Complesso vanta una importante collezione di opere d’arte, che comprende autori quali Battistello Caracciolo, Jusepe de Ribera (noto anche come lo Spagnoletto), Massimo Stanzione e Guido Reni, tra tanti altri.

Il museo raccoglie interessanti testimonianze sulla storia di Napoli, tra cui alcune opere pittoriche che hanno “fotografato” i momenti più importanti della vita della città: dall’inaugurazione della prima ferrovia alla peste, dai personaggi più noti del Risorgimento alla dinastia dei Borbone, passando per quella Repubblica Napoletana del 1799.

Quello che molti ignorano è che anche il Convento di San Martino, come molti altri luoghi in città, vanta delle fondamenta che avrebbero addirittura un’origine gotica. Le volte di questi ambienti, con la loro altezza di 15 metri, a molti potrebbero ricordare la maestosità di quelle della Piscina Mirabilis a Bacoli. Qui è possibile ammirare alcune delle opere più interessanti, tra cui una scultura femminile attribuibile alla bottega di Tino di Camaino e una scultura di marmo raffigurante San Francesco in estasi di Giuseppe Sanmartino autore del più noto Cristo Velato.

Fonti

La Certosa e il Museo di San Martino, AA. VV.

Guida d’Italia – Napoli e dintorni, AA. VV.

Napoli Barocca, Gaetana Cantone

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