Renato Caccioppoli
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Renato Caccioppoli fu una delle più grandi menti che siano mai nate a Napoli, e uno dei più influenti matematici italiani del secolo scorso, grazie a lui l’Italia riuscì in un periodo di isolamento culturale a reinserirsi nel pensiero matematico mondiale. Nacque il 20 gennaio 1904, dal chirurgo Giuseppe e da Sofia, figlia del teorico anarchico russo Michail Bakunin. Morì suicida l’8 maggio del 1959.

Caccioppoli ha lasciato il suo nome a un teorema matematico, quello di Banach-Caccioppoli, ma anche ad un asteroide, al Dipartimento di Matematica dell’Università Federico II, al V liceo scientifico di Napoli e a quello di Scafati, infine ad un premio assegnato ogni quattro anni dall’Unione Matematica Italiana.

A rendere leggendaria la figura di Caccioppoli, oltre alla sua veloce carriera accademica e alla grande e influente produzione scientifica, è stata sicuramente la sua personalità poliedrica e spesso fuori dalle righe. Aveva un grande amore per la musica, convintamente antifascista sfidò spesso il regime con gesti eclatanti e ancora oggi si raccontano di Renato Caccioppoli aneddoti e citazioni che raccontano un animo vivace e conviviale quanto stravagante e tormentato. Scopriamo la storia di questo grande matematico napoletano.

Renato Caccioppoli
Renato Caccioppoli poco più che ventenne, foto di Pilade Cini con dedica al Prof. Mauro Picone

Il genio matematico del giovane Renato Caccioppoli

Nella sua biografia intitolata “L’attrito della vita“, la giornalista napoletana Lorenza Foschini ha potuto raccontare la vita di Caccioppoli attingendo a testimonianze dirette, ovvero quelle della sua famiglia, essendo lei stessa parente dell’illustre matematico. Il suo racconto inizia con un giovane Renato Caccioppoli che passava ore a suonare il piano presso la villa di Clotilde Offritelli, nel cui salotto venivano organizzati piccoli concerti, e che condivideva la sua grande passione per la musica con Gianfranco Cimmino, che come l’amico sarebbe diventato un importante matematico. Fu proprio quando Cimmino, terminato il liceo, si iscrisse alla facoltà di matematica che Caccioppoli decise di passare al terzo anno dello stesso corso di laurea abbandonando gli studi in ingegneria.

Ancora indeciso sulla sua carriera, affascinato dall’idea di dedicarsi completamente alla musica e diventare un pianista, fu dissuaso da Benedetto Croce, amico di famiglia, che lo incoraggiò a continuare con la matematica, perché “ci vuole un metodo che la passione non può dare“. In quell’anno Renato Caccioppoli incontrò infatti il suo maestro, il Professor Mauro Picone, di cui divenne assistente iniziando collaborazione che durò tanti anni, nonostante insieme formassero un duo alquanto improbabile: l’eleganza e la posatezza adulta del grande Picone, che si definiva con orgoglio “fascista della prima ora“, si contrapponevano alla figura anarchica del giovane e trasandato Caccioppoli.

La carriera di Renato Caccioppoli fu quella che si addice a un genio, a ventiquattro anno conseguì la libera docenza, due anni dopo divenne professore incaricato di analisi algebrica a Padova, dove rimase ottenendo l’anno seguente la stessa cattedra. Nel 1934 tornò a Napoli, dove occupò prima la cattedra di teoria dei gruppi e poi quella di analisi superiore. Dal 1941 insegnò analisi matematica, continuando ad affiancare alla docenza i suoi studi nel campo dell’analisi funzionale e delle equazioni differenziali. Le nozioni e i metodi introdotti da Caccioppoli hanno guidato e ispirato generazioni di matematici che lo hanno succeduto.

Renato Caccioppoli
Renato Caccioppoli

Il fervore e il tormento della mente

La mente brillante di Caccioppoli e il suo carattere eccentrico ne fecero presto un personaggio pubblico, era per tutti ‘o Prufessore oppure ‘o Genio, famoso tra gli studenti per i suoi esami in cui infliggeva serie ininterrotte di bocciature condite da battute sferzanti con le quali infieriva su un’ottusità che lo annoiava e che mal sopportava.

L’intelligenza del matematico affascinò anche altri grandi intellettuali della sua epoca che ebbero l’occasione di incontrarlo o stringere con lui amicizia, come il premio nobel Andrè Gide, rapito dal carisma di Caccioppoli, con il quale ebbe accese conversazioni in cui il professore difese le sue idee antifasciste. Frequentò Pablo Neruda, Elsa Morante e Alberto Moravia, divenne amico di Eduardo De Filippo, che ospitò a casa sua per qualche giorno quando quando questi torno a Napoli dopo la liberazione e la fine della guerra.

Renato Caccioppoli riusciva però allo stesso tempo ad essere intellettuale e uomo del popolo, amava mischiarsi anche agli ultimi, come i loschi individui con cui passava notti nei Quartieri Spagnoli a chiacchierare e bere ingenti quantità di alcol, la sua più grande debolezza. Si racconta che durante la sua permanenza a Padova fu arrestato per accattonaggio, ritrovato vestito di stracci e con la barba incolta mentre dormiva su una panchina della stazione di Milano, dove si era diretto perché voleva provare l’esperienza di un senzatetto. Ripeterà successivamente questo esperimento anche a Napoli.

Già socio dell’Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche di Napoli, nel 1947 diviene socio corrispondente dell’Accademia dei Lincei, che sei anni dopo gli conferì il premio nazionale della classe di scienze fisiche, matematiche e naturali, e di cui diventò socio ordinario nel 1958. Tuttavia i riconoscimenti professionali non riuscivano a colmare i vuoti di un animo tormentato come quello del professore. Solo un anno dopo, stanco forse di lottare con i demoni interiori che affogava nell’alcol, decise di togliersi la vita con un colpo di pistola.

Renato Caccioppoli
Renato Caccioppoli negli anni ’50

Renato Caccioppoli, aneddoti e frasi famose

Si raccontano ancora oggi su Renato Caccioppoli aneddoti singolari e divertenti che hanno contribuito a diffondere e rendere immortale il fascino della sua figura. Uno dei più famosi fu sicuramente il suo gesto di protesta in seguito ad una direttiva del governo fascista che vietava agli uomini di portare al passeggio cani di piccola taglia, gesto considerato poco virile. Di tutta risposta Caccioppoli decise di portare a spasso per via Chiaia un gallo al guinzaglio per ridicolizzare la retorica del regime.

Questa e altre vicende fecero di Renato Caccioppoli un osservato speciale per i fascisti, sottoposto a “conveniente vigilanza”. Un’altra vicenda celebre a tal proposito pare essere stata negli anni trasformata fino a trasformarsi in un falso storico: si tratta della storia secondo cui Caccioppoli, insieme alla francese Sara Mancuso, abbia cantato la Marsigliese in un locale pubblico il giorno dell’arrivo di Hitler a Napoli in segno di sfida e subito dopo improvvisato un discorso politico contro il regime in presenza degli ufficiali tedeschi.

Secondo la leggenda questo gesto costò ai due l’arresto e solo l’intervento della famiglia di Renato, in particolare della zia e docente di chimica dell’Università Maria Bakunin, evitò conseguenze peggiori facendo in modo che fosse riconosciuto folle e ricoverato presso una clinica psichiatrica. Nella sua biografia Foschini sfata questo mito, ricostruendo tramite la ricerca dei documenti ciò che accadde realmente.

Fu Sara, animata dall’alcol, ad incuriosire alcuni membri del partito con i suoi discorsi a condurre infine anche Caccioppoli, che era stato zitto per tutta la sera ma era già noto alla polizia per il suo antifascismo, in questura per essere interrogato. Nonostante il sospetto che i due avessero intenzione di fare propaganda quella sera fu presto scartato dalla polizia, la reazione probabilmente furibonda del matematico al momento dell’arresto, intollerante a qualsiasi sorta di intimidazione, fece si che fosse giudicato mentalmente instabile e internato nel manicomio.

Altri aneddoti riguardano i suoi esami, come quello di una studentessa alla quale fu chiesto di disegnare una retta. Questa disegnò una linea, mancando di tratteggiare i due estremi. “Prosegua“, le chiese Caccioppoli insoddisfatto, e la ragazza continuò fino alla fine della lavagna. Il professore la invitò ad andare avanti e quando, continuando sul muro dell’aula, arrivò fino alla porta le chiese di uscire e la bocciò.

Per Renato Caccioppoli la matematica era un modo di interpretare la vita: chiese a un esaminando “Devi cucinarti un paio di spaghetti, la pentola con l’acqua è sul tavolo della cucina, il fornello è già acceso: qual è la prima operazione che fai?”. “Metto la pentola sul fornello”, risponde lui. “E se la pentola si trova sul piano della credenza?”. “Metto sempre la pentola sul fornello”, rispose ancora il ragazzo. “Non sei un matematico!” rispose il professore, “un matematico mette la pentola sul tavolo da cucina e si riporta al caso precedente“.

Una frase che amava dire era: “non ho certezze, solo probabilità“. Forse si riferiva al sospetto, mai accettato da Sofia e dalla zia Maria, che Bakunin non fosse il loro padre biologico. A loro due ogni tanto ripeteva “Io sono una derivata sbagliata“, per esprimere il senso di disagio che provava verso il mondo che lo circondava. Renato Caccioppoli, nonostante la sua intelligenza e il suo fascino, forse non riusciva ad sempre ad apprezzare se stesso, il mondo poté però per fortuna ammirare il fascino del suo carattere e la grandezza della sua mente, i napoletani ricordano ancora oggi con affetto uno dei loro concittadini più geniali.

Bilbiografia e sitografia

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  1. Avatar Giuseppe Rizzo
    Giuseppe Rizzo

    Grandissimo matematico, Renato Caccioppoli, davvero. Solo, pare strano fosse un anarco-comunista, alcool e vita di strada – ma povero sulla panchina. Possibile, poi, che riuscisse bene nelle matematiche superiori, tanto l’irregolare? Credo di no. Chi vive in quel modo riesce a mala pena a pronunciare il proprio nome. Pare di quelle storie romantiche – genio e follia, amore e morte, inevitabilmente insieme. Probabili, gli aneddoti, bello il film sul più famoso dei matematici di Napoli. Bella questa ricostruzione.
    Allora, W la Federico II di Napoli! Facoltà di Matematica. `άλς καλή.
    Giuseppe

  2. Avatar Lino
    Lino

    La ragazza della linea retta era Silva Koscina, alla quale caccioppoli consigliò vivamente di darsi al cinema. Cosa che lei fece, con successo
    Lino Zaccaria

  3. Avatar Lino
    Lino

    La ragazza della linea retta era Silva Koscina, alla quale caccioppoli consigliò vivamente di darsi al cinema. Cosa che lei fece con successo

  4. Avatar Basilia
    Basilia

    Sono stata allieva del Prof Miranda, nobile persona, con il quale ho sostenuto gli esami di analisi matematica 1 e 2
    Durante le lezioni ogni anno il prof. Miranda era solito chiedere all’aula un minuto di raccoglimento per ricordare il grande Caccioppoli.

    1. Avatar giacomo giuseppe
      giacomo giuseppe

      e cosa ne hai fatto poi della tua laurea in matematica

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