Un luogo come Piazza Dante può essere raccontato in diversi modi. Abbiamo scoperto l’equazione del tempo che si cela dietro il suo iconico orologio pubblico, l’origine della sua attuale forma ad opera di Vanvitelli e tutte le piccole storie custodite tra le stradine nelle vicinanze. Oggi tentiamo di presentarla attraverso i suoi monumenti, dai più antichi a quelli contemporanei. Un racconto per immagini, ognuna delle quali contribuisce a rendere magica Piazza Dante.
Breve storia di Piazza Dante
Originariamente Piazza Dante si chiamava “Largo del Mercatello“. In questo luogo infatti si teneva uno dei due mercati della città, da non confondere con quello più grande e antico di Piazza Mercato (che a sua volta aveva rimpiazzato il mercato greco di Piazza San Gaetano!). La struttura attuale è stata assunta nel settecento grazie a Luigi Vanvitelli.
Prima dell’attuale toponimo, la piazza fu chiamata anche “Foro Carolino“, in onore del re Carlo di Borbone. Ma della sua travagliata storia ne abbiamo già parlato…clicca qui per conoscerla!
Nel leggere la storia di Piazza Dante ci si rende conto di come sia impossibile scindere la sua narrazione dal contesto urbano in cui è inserita. Le chiese (centinaia a Napoli, anzi… migliaia!), i palazzi storici, le porte monumentali (come la celeberrima e adiacente Port’Alba): un conglomerato di reperti storici che raccontano la stratificazione della città nei secoli e la sua ricchezza culturale. Noi ci concentreremo su tre manufatti che è impossibile non notare passeggiando a Piazza Dante, distanti nel tempo ma ad oggi fusi in un unico linguaggio, quello dell’arte.
1. Il convitto Vittorio Emanuele
Abbraccia Piazza Dante con le sue lunga braccia possenti, creando una scenografia unica nel suo genere. É il Convitto Vittorio Emanuele, il cui nome maschera una storia ben più antica. In origine era infatti un monastero dedicato ai santi Sebastiano e Teodoro, i quali hanno dato anche il nome alla strada alle spalle della piazza (oggi riconosciuta come la strada dei musicisti).
Si dice che addirittura questo monastero fosse stato istituito direttamente dall’imperatore Costantino, stando ad una epigrafe ancora presente nella chiesa. La prima fonte documentata è però stata rinvenuta da Capasso e stabilisce più o meno intorno al VI secolo la presenza della struttura.
Il monastero fu convertito in un convitto dei Gesuiti e infine appellato “Convitto Vittorio Emanuele” dai Savoia. La storia di questo spettacolare edificio è tutta qui!
2. La statua dedicata al sommo poeta
Sguardo torvo, braccio sinistro elevato al cielo come ad esortare il passante a una vita retta, corona d’alloro che ne denota l’elevata caratura morale e culturale: la statua dell’Alighieri in Piazza Dante sembra proteggere il luogo, punto di riferimento in contrapposizione all’orologio del Convitto.
Di statue, piazze e strade dedicate a Dante ce ne sono a bizzeffe in tutta Italia, eppure questa pare emanare un’aura particolare, suggestiva. Fu eretta in concomitanza con l’intitolazione (definitiva) della piazza al poeta fiorentino, avvenuta nel 1871. Nonostante la sua distanza cronologica con l’edificio alle sue spalle, pare formare un tutt’uno con esso.
Fu scolpita dagli artisti Tito Angelini e Tommaso Solari Junior e inaugurata il 13 luglio 1871. Da allora è divenuta uno dei simboli del centro storico di Napoli. Ma non detiene il primato di opera d’arte più recente in Piazza Dante…
3. Dante: una metropolitana che respira arte
Come tante altre stazioni delle metropolitana di Napoli, anche quella di Piazza Dante comunica con i viaggiatori attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, qui rappresentata da eccellenze italiane e non.
La stazione fu disegnata dal celebre architetto Gae Aulenti nel 1999 in un progetto che riguardò anche la risistemazione urbanistica della piazza.
L’interno, rivestito da pannelli di vetro bianco, ospita le opere di Jannis Kounellis, Carlo Alfano, Joseph Kosuth, Michelangelo Pistoletto, Nicola De Maria. Insomma, alcuni dei più importanti nomi dell’arte a cavallo dei due millenni. Una moltitudine di linguaggi differenti che accompagnano verso un duplice viaggio: il primo, quello della metro nel sottosuolo di Napoli; il secondo, quello della mente e del cuore attraverso gli insondabili meandri dell’arte.
Su Piazza Dante abbiamo raccontato molto e tanto ci sarebbe ancora da scrivere. Ma è soprattutto attraverso i suoi monumenti, dai più antichi ai più recenti, che in questo luogo magico percepiamo il peso della storia, il gusto della bellezza e la responsabilità del futuro.
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