Dada'

“La fusione artistica è una visione identitaria che ho da sempre. Sono nata e cresciuta al centro storico e scegliere il napoletano come lingua centrale del mio progetto è successo perché vivo, penso, piango e rido in napoletano. Quando canto in napoletano sento la mia voce attaccata al cuore, quando canto in italiano sento che la mia emotività si distacca ma non volevo che la mia emotività andasse via”. Così l’artista napoletana Dada’ parla della sua musica, del suo mix esplosivo tra napoletano e altre lingue, culture, stili.

Dada‘ può sembrare un nome fantasioso, quasi fiabesco, una parola detta da un bambino che gioca, ma è il nome della cantante che sta cambiando il modo di fare musica a Napoli. Giovanissima artista, la ricorderete sicuramente per la partecipazione all’edizione del 2022 di X Factor. L’abbiamo intervistata per farci raccontare un po’ di lei, della sua arte e del suo rapporto con la città.

Dada’, la sua origine e il suo nome d’arte 

La nostra intervista parte con le origini di questa straordinaria artista che fonde le sonorità di tutto il mondo facendole confluire nella lingua napoletana trattata quasi come una poesia dolce, materia malleabile che si diffonde nell’aria quasi ad emularla.

“Io vengo dalla musica classica, da piccola volevo fare la concertista di chitarra classica poi ho incominciato a scrivere canzoni e tutti i miei piani sono cambiati. Durante il lockdown ho provato a giocare con la musica producendo e unendo tutti i generi musicali che mi piacevano, dal club al folk, cercando di creare qualcosa che mi potesse rappresentare.”

Vediamo come Gaia, in arte Dada’ sia un’artista a 360 gradi, che si nutre di tutto ciò che la circonda, assimilando da tutto per creare una propria identità, che passa proprio dal suo nome d’arte.

Dada'

“Sentivo l’esigenza di cambiare nome, di trovare qualcosa che mi rappresentasse, Gaia non mi bastava più. Dada’ è venuto fuori in maniera istintiva, così come le mie canzoni. Proviene sicuramente dal Dadaismo quindi rappresenta la rottura di ogni accademismo, trovo scomodo tutto ciò che è geometrico. Dada’ si legge con l’accento ma si scrive con l’apostrofo. È quindi un omaggio all’ortografia napoletana che spesso viene scritta ed interpretata male.”

Dada’ ci mostra con le sue canzoni che spesso il nostro dialetto, ormai scimmiottato, sia in realtà il centro del senso di appartenenza partenopeo, è il fulcro, il motore attivo degli artisti e può essere declinato in ogni sua forma, quasi come una creata modellabile.

Dada’ e il suo legame con la città

Il senso di appartenenza partenopeo è sempre stato soggetto di analisi, critiche, ospitate televisive, insomma tutti si domandano cosa vuol dire essere napoletano, cosa forma l’attaccamento di un popolo intero. Dada’ risponde facendoci capire che la città, con la sua storia, le sue tradizioni, ha sempre preceduto problemi di natura sociale, etnica, ed anche se spesso è stata gettata nel buio e nella contestazione, Napoli non si è mai fermata.

“Nasciamo nella diversità e nell’apertura ed è difficile crearsi un proprio profilo in una città che ha un’identità fortissima. Napoli è plurale e mostra che anche le persone sono tali. Il mio legame con Napoli è istintivo, viscerale, quasi naturale. In adolescenza ho cercato di allontanarmi dalle mie radici come tutti, come atto di ribellione, ma poi dopo un giro sconfinato sono tornata a casa, in questo ombelico che è il centro storico”.

Spesso i napoletani ritengono che gli artisti, e in generale gli esponenti della cultura partenopea, difendano la città. A ciò Dada’ ci risponde in maniera inaspettata, quasi romantica.

“Non mi sento di dover difendere Napoli perché è una città che ha la faccia alzata verso il sole e verso gli schiaffi. Non è una città che va difesa o pettinata. Ogni napoletano deve comportarsi come tale uscendo dai soliti cliché, solo noi sappiamo cosa vuol dire essere napoletani.

L’esperienza ad XFactor

Il successo di Gaia ad X Factor accade come tutte le cose belle, un po’ per caso. Infatti lei non voleva partecipare al programma e mai si sarebbe aspettata l’affetto e il successo ricevuto che, grazia alla sua estrema bravura, si è manifestato fin dalla prima esibizione.

X factor è una bellissima vetrina. Premetto col dire che non guardo molto la TV e nemmeno X factor. Spesso da un lato ho pensato che non sarebbe mai potuto succedere, partecipare ed avere l’approvazione del pubblico, dall’altro lato però c’era la curiosità del voler capire e sapere come funzionasse. ”

”In realtà dei miei amici mi hanno spinto a partecipare al programma, ma io ero contraria perché sapevo che stavo proponendo qualcosa di mio. Nonostante le mie paure è andato tutto bene: ho avuto una grande accoglienza, che non mi aspettavo. Di critiche per fortuna non ne ho avuto sotto l’aspetto musicale, ma ho avuto critiche sotto l’aspetto linguistico, sull’uso del napoletano e quello mia ha ferito molto all’interno del programma. ”

Dada'

”Agli altri artisti che hanno optato per la scelta di usare il dialetto nei vari generi musicali non è mai stata fatta pesare più di tanto e quindi mi sono trovata a combattere contro un pregiudizio che in altri paesi non ho trovato. I primi live li ho fatti a Londra e a Berlino e c’era un grande entusiasmo nonostante la barriera linguistica che veniva accorta positivamente”

Il futuro per Dada’ e per la città di Napoli

Dada’ come artista emergente si innesta in questo grande momento per Napoli, nel quale alla città viene finalmente riconosciuto il suo valore: ma cosa riserva il futuro per Dada’ e la sua citta? La speranza è che questa fucina artistica proveniente dalla città di Partenope non si esaurisca mai.

Qualcosa a Napoli si è sempre mosso. Qui c’è sempre stato quel fermento viscerale, una fame che non vede la scalata sociale, ma una fame d’amore, come se ci fosse un motore sotterraneo che spinge il popolo tutto affinché venga riconosciuta in maniera autentica, libera dai cliché. Napoli vive di miti, ma per me mito è anche il falegname che lavora nel vicolo, mito è chi riconosce sé stesso e la propria identità. Per il mio futuro posso dire che sono molto grata per l’affetto e spero che in futuro io possa essere sempre apposto con me stessa, mi auguro di poter continuare giocare nell’arte e quello che verrà in futuro verrà”.

Dada'

Data l’annata calcistica fantastica che ha reso protagonista Napoli proiettata nei suoi festeggiamenti, con le sue lacrime e i suoi cori in tutto il mondo ci è ancor più facile e dolce sognare, e se alle prossime imprese ad esibirsi al Maradona sia proprio Dada’?

“Al prossimo scudetto sarebbe bellissimo poter suonare al Maradona, e sarebbe bello vedere per la prima volta un’artista donna poter suonare lì”.

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