Jettatura
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Jettatura è la più famosa novella dello scrittore francese Theophile Gautier. Questa fu pubblicata in quindici fascicoli durante l’estate del 1856 sul Moniteur universel, quotidiano parigino attivo dal 1789 al 1901, ed è ambientata proprio nella città di Napoli.

Il titolo originale della novella era Paul d’Aspremont, conte. L’autore ci presenta sin dal titolo il protagonista della vicenda: Paul d’Apremont è un’aristocratico francese freddo e distaccato.

Lo stile narrativo in Jettatura di Gautier

In Jettatura, Gautier ci accompagna, in meno di cento pagine, in un affascinante viaggio nella ottocentesca Napoli popolare.

La città, attraverso una prosa narrativa fitta e gustosa, appare come viva, fatta di folclore, tradizioni, musiche e succulenti specialità gastronomiche.

Non mancano le descrizioni delle tradizioni, delle credenze e delle superstizioni. Proprio su queste, come è noto sin dal titolo: Jettatura, infatti è la parola napoletana, ormai di uso comune, che indica la presunta capacità di alcuni individui di nuocere agli altri, con lo sguardo o con la sola presenza.

Attraverso lo stile descrittivo della narrazione e lunghi periodi ricchi di rappresentazioni estetiche dei personaggi, degli oggetti e dei paesaggi, l’autore lascia ben poco al lavoro di immaginazione del lettore, ma anzi si mette al suo pieno servizio, dipingendo al meglio la storia ad ogni passaggio.

La vicenda di Jettatura di Gautier

Il protagonista della vicenda è Paul d’Apremont. Questi si presenta come un uomo distaccato, freddo, appartenente al ceto alto dell’aristocrazia francese. L’aspetto che più salta agli occhi della popolazione napoletana subito dopo il suo sbarco sul molo di Napoli, è l’aspetto sinistro, quello di un vero iettatore.

La voce del popolo, ben presto, etichetterà il nobile colpito dal ‘fascino’ e perciò un pericoloso iettatore dal quale stare ben alla larga. I più originali amuleti e scongiuri inizieranno ad accompagnare l’uomo nel suo soggiorno a Napoli, in una descrizione attenta e precisa delle credenze popolari e tradizionali.

Il giovane si trova a Napoli per congiungersi alla sua amata, la bella nobildonna inglese Alicia Ward. La sua presenza in città, infatti, è reso ancora più difficile dalla presenza del conte d’Altavilla, un giovane e affascinante nobile napoletano che si insinua nella relazione tra lui e Miss Ward.

Le dinamiche tra loro danno vita a un intreccio tragicomico, in cui ci si diverte così come si ragiona.

Cosa è la Jettatura?

La parola Jettatura viene dal latino iactare “gettare”, in particolare il malocchio. Il potere della jettatura, infatti, secondo un pregiudizio superstizioso, è quello di portare sfortuna.

Lo jettatore, secondo il pregiudizio popolare, è riconoscibile al viso magro, al colorito cupo, olivigno, al naso adunco, e specialmente agli occhi biechi e loschi, rossi o blu (cioè percorsi da una vena), piccoli, porcigni, ingrottati. 

Le origini di questa figura sono antichissime e difficilmente sradicabili dall’immaginario popolare.

Ad esempio, nel romanzo Jettatura di Gautier uno racconta:

«Stamane l’ho veduto alla finestra coll’occhio fisso sopra una nuvola poco più grossa d’una piuma; e subito dei vapori neri si sono accumulati ed è caduta una pioggia così forte, che i cani potevano bere stando ritti»

Il giovane Paul porta male, i personaggi popolari ne sono certi e si proteggono come possono, appuntando sulle camicie «mucchi di corallo biforcuto e piccoli gingilli di corno dalle forme irregolari» oppure ricorrendo agli amuleti naturali, come il gesto delle corna con le mani (allungando indice e mignolo).

Nel racconto Gautier, a titolo esemplificativo, racconta di una sera in cui lo straniero va a teatro. All’attore sul palco cade il naso di cartone da Pulcinella e non riesce improvvisamente a parlare. Sulla via del ritorno, chiunque incontra il Paul si scosta, fa gli scongiuri e impreca: «Ecco lo jettatore!».

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