Piazza del Municipio a Napoli prima e dopo
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La storia di Piazza del Municipio a Napoli è fortemente legata a quella del Castel Nuovo. Il suo primo nome, infatti, fu “Largo del Castello“. Questo era il luogo del potere nei secoli passati, la stanze del castello sono state abitate da sovrani e papi, oltre che da grandi artisti come Giotto, sono state luogo di assalti, guerre e congiure.

Tuttavia questa era anche la piazza del popolo, animata da mercanti, furfanti, predicatori e teatranti, sede dello storico teatro San Carlino, palco d’eccellenza di Pulcinella, ed è ancora oggi sede del teatro Mercadante

Oggi la piazza ospita Palazzo San Giacomo, sede del comune di Napoli, e si inoltra fino al molo angioino dove si staglia imponente la Stazione Marittima, è infatti una delle piazze più grandi d’Europa.

Nel corso dei secoli ha subito importanti trasformazioni e i lavori di rifacimento della piazza continuano ancora: scopriamo la storia e i mille volti di Piazza del Municipio!

Piazza del Municipio a Napoli - Largo del Castello nel 1740 circa (Antonio Jolì)
Piazza del Municipio a Napoli – Largo del Castello nel 1740 circa (Antonio Jolì)

Le origini di Piazza del Municipio, “Largo del Castello”

La costruzione Maschio Angioino iniziò solo nel 1279, determinando come detto il nome dell’attuale Piazza del Municipio e la sua centralità per la città. Quello che sarebbe poi diventato “Largo del Castello” si chiamava in epoca greco-romana platea corrigiarum, secondo Gleijes perchè riservata alla corsa delle bighe e quindi “delle corregge”, le lance usate durante i tornei.

I lavori di costruzione del castello terminarono nel 1285 e Carlo D’Angiò, che lo commissionò a Pierre de Chaule, non lo vide ma finito. Da allora fu il centro del potere a Napoli fino alla costruzione del Palazzo Reale e fu anche la sede papale negli anni di Papa Bonifacio VIII e del suo successore Celestino V.

Con Roberto D’Angiò, il re saggio, il castello accolse grandi personalità della arte e della cultura dell’epoca, come i letterati Giovanni Boccaccio e Francesco Petrarca, o il grande Giotto che realizzò gli affreschi, purtroppo oggi perduti, della Sala del Trono e della Cappella Palatina.
Il Maschio Angioino ha subito varie trasformazioni nel corso dei secoli, ad oggi resta poco del castello angioino dato che questo fu completamente rivoluzionato, con la venuta di Alfonso d’Aragona, dall’architetto Guillem Sagrera.

Piazza del Municipio a Napoli, Largo del Castello nell'Ottocento di Frans Vervloet
Piazza del Municipio a Napoli – Largo del Castello nell ‘Ottocento (Frans Vervloet)

Il succedersi di queste figure di potere ha reso il castello palcoscenico di eventi cruenti, come la congiura dei baroni del 1487 in cui Ferrante I d’Aragona fece arrestare e condannare a morte i suoi oppositori, o assedi come quello di Carlo VIII nel 1495.

Porta anche una “ferita di guerra”, risalente probabilmente alla seconda guerra mondiale, durante la quale militari e civili accorsero in massa verso Piazza del Municipio e tornarono a rifugiarsi nel castello.

Tuttavia il Maschio Angioino nel ‘900 era ormai in pensione, agli inizi del secolo ancora costretto in mezzo ai tanti edifici fatiscenti costruiti senza controllo ai suoi piedi, soppiantato gia da molto tempo dal Palazzo Reale e dalle residenze di Capodimonte e Caserta: se però i reali l’avevano abbandonata, il popolo continuava a vivere intensamente la piazza.

Piazza del Municipio a Napoli, dal teatro San Carlino a Palazzo San Giacomo

La nascita dell’attuale Piazza del Municipio è opera di Don Pedro de Toledo, vicerè spagnolo, la cui opera sulla piazza fu continuata da Domenico Fontana sul finire del secolo con un ulteriore ampliamento. Da allora fu uno dei centri più importanti per il popolo, animato dai mercanti e da furfanti di ogni genere, da cui ebbe origine il detto “è roba di largo Castello” per indicare merce rubata. Qui il popolo si riuniva per assistere ai discorsi di predicatori e ciarlatani, che si alternavano su palchi improvvisati, e sugli stessi venivano riproposte in piazza le rappresentazioni riservate al Teatrino di Corte.

Piazza del Municipio a Napoli è infatti anche un luogo simbolo per il teatro cittadino: all’inizio del ‘700 la piazza ospitava due piccoli teatri, un ricavato da uno scantinato dall’impresario Michele Tomeo e chiamato “la Cantina“, ed un altro costruito quarant’anni dopo da Brancaccio e che fu il primo “San Carlino“, così chiamato per parodiare il vicino e famoso teatro San Carlo. Fu attivo fino al 1759, tuttavia nel 1770 Tommaso Tomeo, figlio di Michele, riuscì ad ottenere il permesso da re Ferdinando IV per ricostruire il “San Carlino“, nacque così uno dei luoghi più importanti per la storia del teatro napoletano.

Il teatro “San Carlino” fu il palcoscenico dei più celebri Pulcinella dell’epoca, da Vincenzo Cammarano, detto “Giancola“, ad Antonio Petito, maestro di Eduardo Scarpetta, il “Felice Sciocciammocca” che divenne il capostipite della dinastia Scarpetta-De Filippo. Questo piccolo tempio della commedia visse per poco più di cento anni e fu chiuso nel 1884.

Piazza del Municipio a Napoli - La facciata del teatro San Carlino
Piazza del Municipio a Napoli – La facciata del teatro San Carlino


Nel 1778 iniziava invece la costruzione di un altro importante teatro napoletano a Piazza del Municipio, ovvero il Mercadante, che inizialmente si chiamava Teatro del Fondo e che, come tutto ciò che compone questa piazza, è stato negli anni protagonista di grandi trasformazioni, rivoluzioni (nel 1799, durante la Repubblica Partenopea, divenne il “Teatro Patriottico”) e ha ospitato importanti personalità, da grandi della musica come Rossini, Donizzetti e Verdi a Luigi Pirandello.

Al 1816 risale invece la costruzione di Palazzo San Giacomo, che trovò spazio inglobando la Chiesa di S. Giacomo, voluta da don Pedro de Toledo, e demolendo gli edifici annessi al complesso, ovvero il dismesso ospedale, il banco e il carcere per gli spagnoli. Questo fu voluto da Ferdinando I per essere la nuova sede dei ministeri ed è oggi sede dell’amministrazione comunale.

Piazza del Municipio a Napoli da fine ‘800 a oggi

Gli anni ’70 del diciannovesimo secolo furono un ennesimo momento di radicale trasformazione per Piazza del Municipio: le demolizioni delle strutture esterne del Castel Nuovo e il nuovo assetto della piazza cambiarono nuovamente il suo volto.

Ancora, nel 1923 furono iniziati i lavori per liberare il castello dalle strutture che intorno ad esso si erano accumulate negli anni, nel 1933 cominciarono i lavori di costruzione della Stazione Marittima, ultimata tre anni dopo, mentre negli anni ’50 fu il sindaco Achille Lauro a decidere un nuovo stravolgimento estetico di Piazza del Municipio, sostituendo i filari di lecci che arrivavano fino al molo con una serie di fontane e aiuole.

Piazza del Municipio a Napoli - 1956, la piazza dopo i lavori voluti dal sindaco Achille Lauro
Piazza del Municipio a Napoli – 1956, la piazza dopo i lavori voluti dal sindaco Achille Lauro

Anche il nuovo millennio ha riservato enormi cambiamenti per la piazza: nel 2000 ebbe inizio il cantiere per la costruzione della Stazione Municipio, nodo di interscambio tra la linea 1 della metropolitana e la linea 6. I lavori hanno però inaspettatamente dato la luce a numerosissimi reperti archeologici, tra cui quattro navi e tremila pezzi che sono oggi esposti al Museo Stazione Neapolis.

Ad abbellire oggi la piazza c’è la fontana del Nettuno, fino al 2000 posta a Piazza Bovio, quest’ultima oggi invece ospita la statua di Vittorio Emanuele II che originariamente si trovava proprio a Piazza del Municipio.

Nel 2015 la stazione è stata inaugurata e nel 2022 anche la passeggiata della piazza che conduce fino al porto è stata finalmente liberata dal cantiere, rivelando la nuova immagine dell’antico Largo del Castello.

Piazza del Municipio a Napoli – la piazza liberata dai cantieri

Bibliografia e sitografia

Le Piazze di Napoli, Sergio Delli – Newton Compton Editori, Roma, 1978

Piazza del Municipio, Biblioteca Universitaria di Napoli

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  1. Avatar rik
    rik

    sarebbe stata ancora più bella con molti più alberi e verde! molto più verde

  2. Avatar Marlisa Pappacoda
    Marlisa Pappacoda

    Documenti ha una sola zeta

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