Le Gallerie d’Italia sono dei musei che si trovano in quattro città: Milano, Torino, Vicenza e Napoli ed ospitano collezioni, all’interno di palazzi storici dall’inestimabile valore.
Il primo museo nasce nel 1999 a Vicenza, a Palazzo Leoni Montanari.
La sede napoletana delle Gallerie d’Italia, invece, vede la luce nel 2007 all’interno di Palazzo Zevallos Stigliano, uno dei palazzi storici, collocati proprio nel cuore del centro città, nella famosissima Via Toledo.
Sabato 21 Maggio 2022, la sede delle Gallerie è stata trasferita da Palazzo Zevallos Stigliano all’edificio storico della sede della Fondazione Banco di Napoli, in accordo col Gruppo Intesa Sanpaolo a cui il Banco di Napoli appartiene.
Il palazzo risale agli anni Trenta del Novecento – sebbene l’Istituto bancario sia stato fondato nel 1539 – e ospita collezioni per circa 10.000 metri quadri, divise in tre percorsi espositivi.
Il Martirio di Sant’Orsola del Caravaggio del 1610
Il Martirio di Sant’Orsola del Caravaggio è, di certo, l’opera di maggior pregio presente all’interno delle collezioni esposte nella sede delle Gallerie d’Italia di Napoli.
L’opera è stata realizzata da Michelangelo Merisi detto il Caravaggio, nel 1610 e rappresenta l’istante immediatamente successivo allo scoccare della freccia dall’arco del re barbaro Attila e che la stessa si sta infilzando all’interno del petto di Orsola, dal quale fuoriescono le prime gocce di sangue.
Gli astanti sono pochi. Tra di essi, la critica d’arte accreditata, ha riconosciuto anche lo stesso Caravaggio, che si sarebbe autoritratto con un’espressione scioccata e sgomenta al stesso tempo.
Come lo stesso Caravaggio ci ha abituato nelle sue opere, la scena è cupa, la tavolozza è quella tradizionale dai toni del rosso e nero, in particolare nella tunica indossata da Orsola e nell’armatura del suo carnefice.
La fanciulla si porta le mani al petto, proprio quelle mani la cui iconografia ne hanno consentito l’accertamento e il riconoscimento della definitiva paternità dell’opera al Merisi. Fondamentale è stato anche il ritrovamento di documenti d’archivio (lettere e carteggi diversi) che hanno dato notizie dell’opera sin dalla sua commissione da parte del genovese Marcantonio Doria, delle vicissitudini che l’hanno vista protagonista.
La paternità dell’opera
La paternità della tela, in un primo tempo, non era accreditata al Caravaggio, ma al pittore calabrese Mattia Preti.
Radiografie e attenti studi iconografici effettuati sulla tela e precedenti ai ritrovamenti d’archivio e – quindi – alle fonti scritte, hanno consentito agli storici e agli studiosi dell’arte napoletana del Seicento di confermare la paternità dell’opera al Merisi, piuttosto che al Cavalier Calabrese, Mattia Preti.
Caravaggio e Le Gallerie d’Italia
La tela era destinata ad arrivare a Genova al marchese Doria d’Angri che l’aveva commissionata, probabilmente in onore della figlia Anna che aveva scelto la vita consacrata e aveva preso i voti col nome di Suor Orsola.
In realtà, a Genova, la tela ci arrivò dopo non poche peripezie, ma poi fu reinviata a Napoli circa 200 anni dopo, per essere collocata all’interno dei uno dei palazzi che la famiglia Doria possedeva in città.
Nel 1920 la Banca Commerciale Italiana, acquistava palazzo Zevallos Stigliano, per destinarlo a sede bancaria (prima sede delle Gallerie d’Italia) e, circa cinqunt’anni dopo, procedeva – per desiderio del suo direttore – all’acquisto della tela di Mattia Preti, Il Martirio di Sant’Orsola, ignaro del fatto che stava regalando alla città di Napoli, la terza tela del Caravaggio.
Tre ‘Caravaggio’ in 3 Km
La presenza del Merisi a Napoli, lo porta a realizzare altri due capolavori: Le Sette Opere di Misericordia, commissionata dai nobili benefattori del Pio Monte della Misericordia e La Flagellazione per la Cappella della Famiglia De Franchis in San Domenico Maggiore, oggi collocata alla sala 78 del Museo Nazionale di Capodimonte.
La collina di Capodimonte col Museo che conserva la tela dista ben più di 3Km, ma quello che si vuole evidenziare è una sorta di ‘triangolo delle opere di Caravaggio’ in un’unica area, nella zona più centrale della città.
Sitografia
gallerieditalia.com
intesasanpaolo.com
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