Compaiono all’improvviso, nel mezzo di una strada che porta al centro città. Le tombe romane di Avella sono conservate incredibilmente bene e, soprattutto, sono una testimonianza incredibile della ricchezza di questa antichissima città.
Perché sono importanti le tombe romane di Avella?
Sono ben quattro e si trovano una vicino all’altra: è una rarità davvero enorme. Non sappiamo a chi siano appartenute queste tombe, ma ci raccontano le abitudini dei tempi passati: appartenevano infatti sicuramente a sconosciute famiglie della zona, molto ricche. Ogni famiglia importante, infatti, aveva la sua tomba che doveva essere ben visibile lungo le strade principali.
Anche le tombe che vediamo oggi sono completamente diverse: un tempo erano molto colorate e probabilmente avevano anche diverse decorazioni in oro o materiali preziosi. Tutto è andato perso nel corso dei secoli. Compresi i nomi delle persone sepolte: le targhe sono state staccate e utilizzate per costruire molto probabilmente le stesse case di Avella.
Era infatti un’usanza presso le popolazioni romane quella di costruire grossi monumenti funerari lungo le strade principali. Ad esempio le tombe romane di Avella si trovano su quella che un tempo era l’antica strada che portava verso Nola.
Sulle epoche, invece, sono dei monumenti messi lì in vari secoli diversi: c’è infatti uno di età repubblicana, quello più basso dei quattro, e gli altri probabilmente erano del I secolo d.C. Questo ci lascia intendere un’altra cosa: la strada sulla quale ci troviamo doveva essere molto importante per gli abitanti di Avella, proprio a causa dei suoi collegamenti con Nola, che era una delle città principali della parte interna della regione.
Uno spaccato della vita antica
Le tombe romane di Avella ci aiutano anche a ricostruire i riti funerari dell’epoca grazie ai dettagli conservati in modo ottimo: c’è infatti ancora un piccolo recinto, dove un tempo i parenti mettevano vasi, piante e altri oggetti funerari. All’interno, invece, c’è poco spazio. Le tombe sono infatti molto piccoline e questa è la particolarità che rende speciali questi mausolei: in Campania ci sono moltissimi monumenti simili e sono tutti soprannominati “Conocchia“, dato che nel medioevo ricordavano la forma della rocca da filato.
Erano presenti in centinaia lungo la Via Appia e lungo tutte le strade della Campania, ma nel corso dei secoli sono state distrutte. Ci basta guardare agli esempi della “Fescina” di Quarto Flegreo, che ha preso questo nome proprio perché in dialetto locale significava “magazzino“ (e infatti la tomba era usata come porta attrezzi dai contadini). Altro esempio disastroso di conocchia distrutta è quella dei Colli Aminei di Napoli, che è stata abbattuta nel 1965 per far posto a un palazzo che per giunta non fu mai costruito.
Nel caso dell’antica Avella, dopo il crollo dell’Impero Romano, fu l’intera città ad essere stata in buona parte distrutta e abbandonata. Paradossalmente fu probabilmente proprio questo episodio a lasciare poi intatti tantissimi monumenti, che adesso sono diventati l’orgoglio cittadino, con il suo museo archeologico ricchissimo e, soprattutto, con l’anfiteatro romano tutto da visitare.
-Davide Agnocchetti
Riferimenti:
A. Palmentieri – La necropoli romana monumentale di Abella – diffusione del tipo di tomba ‘a Conocchia’ in Campania – in Roma y las provincias: modelo y difusiòn – ed. T. Nogales, I. Rodà, II, Roma, 2011
Per approfondire: http://www.avellarte.it/
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