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Una torbida storia d’amore della famiglia d’Avalos si consuma nella Napoli rinascimentale del 1488. Scene di tradimento e vendetta a metà tra Beautiful e Il Trono di Spade.

Tutto ebbe inizio con l’arrivo a Napoli di una donna, Ippolita di Cardona, promessa sposa al Marchese di Pescara. Al seguito della nobildonna vi era una giovane di nome Diana, siciliana, la cui bellezza in poco tempo attira l’attenzione di molti uomini di corte. Tra questi anche lo stesso marchese d’Avalos. Iniziò così una relazione clandestina, fuori dal controllo di Ippolita, ignara del tradimento che si consumava sotto il suo stesso tetto.

Il triangolo amoroso della bella Diana

Ma la bella Diana intrecciò una relazione anche con un giovane cavaliere, Giovanni Antonio Tomacelli, detto Grisone, la cui passione sembrò addirittura portarli all’idea di fuggire insieme, pur di vivere liberamente il loro amore.

Palazzo d'Avalos
Palazzo d’Avalos (Via dei Mille)

Palazzo d’Avalos a Chiaia

Grazie alla complicità del custode, Diana riuscì a lasciare il palazzo d’Avalos e abbracciare il suo amato.

Rimaneggiato nel corso dei secoli, Palazzo d’Avalos sorge in quella che oggi è l’odierna Via dei Mille, in zona Chiaia. Venduto interamente ad un fondo internazionale nel 2023, ha visto tra i suoi proprietari recenti persino la famiglia Ferlaino.

La vendetta del marchese d’Avalos

La scoperta della fuga di Diana con il bel Giovanni Antonio Tomacelli scatenò una furia nel marchese, che meditò e consumò la sua vendetta, incaricando di pugnalare a morte Giovanni Antonio Tomacelli.

La notizia di questo efferato delitto sconvolse la città di Napoli, gettando l’ombra del sospetto sulla nobile famiglia.  

D'Avalos
Stemma dei D’Avalos (ramo italiano) di Napoli

La famiglia d’Avalos nel Regno di Napoli

Dal XV secolo, quella dei d’Avalos era una delle casate più importanti del regno di Napoli. Originari della Spagna, giunsero a Napoli al seguito di re Alfonso V d’Aragona.

Tra i feudi e i titoli che possedevano, c’erano proprio i marchesati di Pescara e di Vasto. Erano patrizi di Napoli del Sedile di Nilo, iscritti del Libro d’Oro della nobiltà italiana.

La Collezione d’Avalos

I d’Avalos, non estranei a storie di tradimenti e scandali, segnarono profondamente la storia del Regno di Napoli e d’Italia, lasciando altresì una straordinaria collezione di opere d’arte, la cosiddetta Collezione d’Avalos appunto, che entrò a far parte della “Pinacoteca Nazionale di Napoli”, per volontà dell’ultimo marchese di Pescara nel 1862, e oggi parte del Museo di Capodimonte.

L’esilio in Sicilia

Per evitare uno scandalo, che danneggiasse questa potente dinastia aragonese, il re Ferrante in persona decise di intervenire. La storia fu messa a tacere, mentre alla bella Diana fu concesso un salvacondotto che le permise di ritornare nella natia Sicilia, allontanandosi da Napoli e dal chiacchiericcio di corte.

Segnata dal dolore e dal rimorso, Diana, la “bella siciliana”, lasciò la città partenopea. Le cronache del tempo diranno che la sua bellezza e il suo fascino non furono più gli stessi, offuscati dalla tragica storia d’amore e dalla vendetta che la segnò per tutta la vita.

Bibliografia

Storia dei d’Avalos, Mariano Marrone

Le curiosità di Napoli, Camillo Albanese

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