Tre donne, legate fra di loro da uno stretto rapporto di sangue, innamorate dello stesso uomo: è questo il fulcro di una delle infinite leggende che arricchiscono la storia e la cultura partenopea. A raccontare in un’opera letteraria (“Leggende napoletane”, 1895) la storia delle sorelle Donnalbina, Donna Romita e Donna Regina fu l’autrice Matilde Serao (1856-1927):

“La leggenda di Donnalbina, Donna Romita, Donna Regina, corre ancora per la lurida via di
Mezzocannone, per le primitive rampe del Salvatore, per quella pacifica parte di Napoli vecchia che
costeggia la Sapienza. […] Se volete io vi narrerò la leggenda delle tre sorelle: Donnalbina, Donna Romita, Donna Regina.”

LEGGENDE NAPOLETANE – M. SERAO

Il barone Toraldo, le figlie e il cavaliere

La leggenda sopracitata nasce dal desiderio di un barone, Toraldo, nobile del sedile del Nilo, che il suo cognome non si estingua dopo la sua morte a causa della mancanza di un erede di sesso maschile. Infatti, sua moglie Donna Gaetana Scauro, anche lei nobile, era morta prima di poter dare alla luce un maschio, lasciando al proprio marito la responsabilità di accudire le tre figlie Donnalbina, Donna Romita e Donna Regina.

Fu così che il barone richiese all’allora re di Napoli, Roberto D’Angiò (1278-1343), di permettere alla sua primogenita di conservare dopo le nozze il proprio cognome in modo da trasmetterlo agli eredi. Il favore fu generosamente concesso e Donna Regina, al tempo diciannovenne, fu designata dal re per sposare Don Filippo Capece, cavaliere della corte napoletana.

Dunque, Donna Regina, Donnalbina e Donna Romita si sarebbero dovute separare per la prima volta. Erano tre sorelle unite, si amavano l’un l’altra, sebbene la primogenita fosse quella più rigida e meno affettuosa rispetto alle altre due. Donnalbina e Donna Romita, di diciassette e quindici anni, erano sempre pronte a seguire le dritte e i suggerimenti della maggiore, e a rivolgersi a lei per ogni problematica. Infatti, una sera Donnalbina accorse preoccupata da Donna Regina per avvisarla della possibile malattia d’amore della terzogenita.

– Donna Romita soffre, sorella mia. Nella notte è angosciosa la veglia ed agitati i suoi sonni;
nel giorno fugge la nostra compagnia, piange in qualche angolo oscuro; passa ore ed ore
nell’oratorio inginocchiata, col capo su le mani. Donna Romita si strugge segretamente.[…] Donna Romita si strugge d’amore, o mia sorella. […] Pietà per lei. Ella ama don Filippo Capace.

LEGGENDE NAPOLETANE – M. SERAO

Donnalbina elencò poi appassionatamente le qualità estetiche e morali del cavalier Capece, spiegando quanto fosse ovvio che una qualsiasi giovane si innamorasse di lui. Donna Regina capì, così, che non era solo Donna Romita, ma anche Donnalbina a provare un sentimento per l’uomo a lei destinato e da lei amato.

La decisione di Donna Regina

Con l’arrivo della notte, le tre sorelle si trovarono costrette a fare i conti coi propri sentimenti. Donna Romita, distesa per terra presso la sala dell’oratorio, supplicava la Madonna di toglierle l’amore dal petto e portarle via la vita. Donnalbina, in un angolo della stessa stanza, singhiozzava rumorosamente; mentre Donna Regina, sola nella sua camera da letto, non pregava né piangeva. Restava, invece, in silenzio, con gli occhi rosso fuoco, a struggersi per un amore a cui aveva scelto di rinunciare per il bene delle sorelle.

Dopo un po’ di tempo, durante il quale le tre sorelle non avevano fatto altro che evitarsi a vicenda, Donnalbina e Donna Romita decisero di recarsi a parlare presso la loro amata sorella maggiore. Le due avevano preso una dura decisione: pur di non interferire nella relazione amorosa di Donna Regina, avrebbero fondato un monastero ciascuna e sarebbero diventate badesse.

“Dio e voi offendemmo. Grave il
peccato, grave l’espiazione. Ecco, ancora non giunsero per noi i venti anni e noi abbandoniamo
questo mondo così bello, così ridente; noi lasciamo la nostra casa, le nostre dolci amiche, e care
abitudini; lasciamo voi, sorella amata, per quanto offesa. Il chiostro ne aspetta. a voi l’onore di
conservare il nostro nome, a voi le liete nozze, l’amore dello sposo, il bacio dei figliuoli…”

LEGGENDE NAPOLETANE – M. SERAO

Donna Regina provò inutilmente a farle desistere, ma trovò le sorelle più che convinte della loro volontà di prendere i voti. Scelse così di non abbandonarle, ma di diventare anche lei badessa dando alla luce un proprio monastero: d’altronde, confessò lei stessa, il cavalier Capace non era realmente innamorato di lei.

Le sorelle e i monasteri

Donna Regina, secondo la leggenda, avrebbe fondato il suo ordine conventuale presso la Chiesa di Donnaregina Vecchia, conosciuta dall’VIII secolo col nome di Convento di San Pietro a Monte di Donna Regina. Oggi è noto come Museo Diocesano o Complesso Monumentale Donnaregina, situato a Largo Donnaregina.  

Donna regina
Museo Diocesano

Donnalbina avrebbe edificato il suo ordine monastico presso la Chiesa di Santa Maria Donnalbina, preesistente già dal IX secolo, nell’omonima via.

Donna regina
Chiesa di Santa Maria Donnalbina

Donna Romita, avrebbe eretto il suo ordine presso la Chiesa di Santa Maria Donnaromita o Chiesa di S. Maria de Perceo di Romania; oggi è un edificio sconsacrato che sorge in via Giovanni Paladino.


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