Tutti conoscono Cappella Sansevero, ma pochi sanno che, a due passi dal celeberrimo museo più visitato di Napoli, sorge Palazzo Sansevero, dimora di quel Principe, Raimondo Di Sangro, che avrebbe commissionato uno dei capolavori più famosi della città, il Cristo Velato.

Tra le figure più note e, al tempo stesso, più enigmatiche della storia della nobiltà napoletana, Raimondo Di Sangro è oggi considerato un po’ Faust e un po’ Dottor Frankenstein. Appassionato di scienza, ma anche esoterismo, il Principe di Sansevero stupì spesso la Corte napoletana con le sue invenzioni e commissioni innovative e stravaganti: dalla cera protettiva per le opere d’arte alla “Carrozza Marittima”, dalle Macchine Anatomiche alla stessa Cappella Sansevero.

Palazzo Sansevero: un gioiello architettonico nel cuore di Napoli

A Piazza San Domenico Maggiore, uno dei luoghi-simbolo del centro storico della città, si affaccia maestoso Palazzo Sansevero, che ne disegna il profilo, testimonianza eloquente del potere e del raffinato gusto artistico di una delle più illustri casate del Regno di Napoli, i Di Sangro. L’edificio, la cui fondazione risale alla prima metà del XVI secolo, fu commissionato da Giovan Francesco di Sangro, duca di Torremaggiore, su progetto dell’insigne Giovanni Merliano da Nola, che ha aveva lavorato anche Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi e la Chiesa di San Giacomo degli Spagnoli a Napoli.

Le origini e la Cappella Sansevero

Il Complesso architettonico era costituito anche dalla celebre cappella gentilizia, nota anche come Santa Maria della Pietà o della Pietatella, originariamente collegata agli appartamenti nobiliari mediante un suggestivo percorso sopraelevato. Quest’ultima conobbe un significativo ampliamento tra il 1590 e il 1613 per volere di Alessandro di Sangro, patriarca di Alessandria e successivamente arcivescovo di Benevento, che ne arricchì considerevolmente il patrimonio artistico e decorativo fino alla sua dipartita nel 1633.

Palazzo Sansevero: un testimone di storia

La dimora dei di Sangro, costituita da un articolato insieme di edifici, fu anche teatro di eventi che segnarono profondamente la storia della nobiltà napoletana. Tra questi, particolare risonanza ebbe la tragica vicenda di Carlo Gesualdo, principe di Venosa e raffinato compositore, che qui dimorò qui fino al fatidico 16 ottobre 1590, quando fece assassinare la moglie Maria d’Avalos e il suo amante Fabrizio Carafa d’Andria, colti in flagrante adulterio.

Palazzo Sansevero portale
Palazzo Sansevero (portale)

Il rinnovamento seicentesco del Palazzo Sansevero

Sotto l’egida di Paolo di Sangro, Sesto Principe di Sansevero (1569-1626), il palazzo conobbe una nuova stagione di splendore. Insignito del prestigioso Ordine del Toson d’Oro da Filippo III di Spagna nel 1617, Paolo commissionò ulteriori importanti interventi commissionati all’architetto Bartolomeo Picchiatti, che a Napoli realizza anche la Chiesa di San Giorgio dei Genovesi.
Di particolare pregio è il monumentale portale di Palazzo Sansevero, realizzato nel 1621 da Vitale Finelli, impreziosito dallo stemma familiare e sorretto da mezze colonne bugnate in marmo e piperno.

La trasformazione settecentesca e l’opera del Bibiena

Il momento più significativo nella storia architettonica di Palazzo Sansevero coincide con l’intervento di Raimondo di Sangro, il Settimo (e forse più noto) Principe di Sansevero, che nel 1760 affidò all’architetto Giovanni Maria Galli Bibiena un ambizioso progetto di ristrutturazione. L’intervento del Bibiena conferì all’atrio d’ingresso quella monumentalità scenografica tipica della sua scuola, caratterizzata dall’uso magistrale del bugnato nei pilastri e nelle arcate del cortile, creando un continuum spaziale dal portale all’interno che Roberto Pane definì suggestivamente di “carattere piranesiano”.

Palazzo Sansevero

L’eredità artistica di Raimondo Di Sangro

La prematura scomparsa di Raimondo di Sangro nel 1771 ha impedito il completamento del progetto bibienesco. Lasciando quasi sospesa quest’opera monumentale. Tuttavia Palazzo Sansevero rimane oggi una delle più significative testimonianze dell’architettura nobiliare napoletana, in cui si fondono armoniosamente elementi rinascimentali, barocchi e rococò, specchio fedele delle successive stratificazioni culturali e artistiche che hanno caratterizzato la storia della città partenopea e della famiglia che l’ha abitato.

Palazzo Sansevero

Bibliografia

In casa del principe di Sansevero, Sergio Attanasio

Parole Maestre, Fabrizio Masucci

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