All’indomani del devastante terremoto dell’Irpinia, la Napoli degli anni ’80 è una città che vive potenti spinte propulsive e ha necessità di enormi cambiamenti. La crescita demografica e l’espansione urbana mettono a dura prova il sistema di trasporto pubblico della città e, in questo contesto, prende vita l’idea della Linea Tranviaria Rapida, chiamata da tutti semplicemente LTR.

Nata per collegare il centro di Napoli all’area ovest, in vista dei Mondiali di Calcio del 1990, l’LTR viene concepita come un’alternativa ai mezzi di trasporto tradizionali, sempre più congestionati e inadeguati. Il percorso ipotetico che la tranvia dovrà coprire si snoda, infatti, attraverso i principali quartieri della città – da Fuorigrotta a Ponticelli, passando per piazza Municipio, riducendo i tempi di spostamento e migliorando la qualità del servizio. Il treno dovrà essere, pertanto, veloce, comodo e accessibile, rivoluzionando il modo in cui i napoletani si spostano quotidianamente.

L’idea di una mobilità più smart non è, però, soltanto una risposta pratica ai problemi di trasporto, ma rappresenta anche – e soprattutto – una visione di modernità e progresso per lo sviluppo della città di Napoli, esattamente come accade agli altri grandi centri urbani del Paese. Sono gli anni della grande trasformazione e della modernizzazione delle infrastrutture urbane, in un processo di adeguamento al cambiamento dei tempi che interessa tutta l’Italia.  

Incidenti, burocrazia e fondi mobili: gli ostacoli sul cammino della LTR

Il cammino della LTR, però, è irto di ostacoli. Bisogna superare problemi di finanziamento, questioni burocratiche e serissimi inconvenienti tecnici che costringeranno la municipalità a cambiare più volte i piani in corso d’opera. A cominciare dai fondi che, destinati inizialmente alla LTR, vengono più volte riassegnati per altre emergenze, rallentando i lavori e impedendo di mantenere una continuità nelle opere​.

Uno dei primi intoppi è il blocco della scavatrice sotto Fuorigrotta, che compromette seriamente l’avanzamento della galleria. Così, negli anni ’90, il progetto della LTR viene trasformato nella Linea 6 della metropolitana, ma le difficoltà di realizzazione rimangono tutte. Nel 2007, davanti all’allora Presidente del Consiglio Romano Prodi, si inaugura un primo embrione della Linea 6. Ma dura poco e, nel 2013, l’incidente che provoca il crollo parziale del Palazzo Guevara, alla Riviera di Chiaia, assesta un colpo non da poco al completamento dell’opera che, a distanza di 30 anni, continua ad annaspare. Nel 2017, invece, si allaga il tunnel della Galleria Borbonica e così via, di problema in problema. Il ritardo provocato dagli incidenti di percorso non farà che allungare ulteriormente i tempi dei lavori sulla linea, innescando nuovi iter legali e controversie civili legate alla sicurezza e alle compensazioni economiche.

A tutto questo, si aggiungono serie difficoltà di tipo logistico, perché manca un deposito adeguato per i treni, limitando la capacità di aggiungere nuovi mezzi e di gestire una frequenza operativa efficace.  In più, bisogna fare i conti anche con le proteste e le richieste continue di revisione dei piani da parte dei cittadini residenti che, preoccupati per l’impatto ambientale e urbanistico nelle aree interessate dai lavori​, accentuano ulteriormente i ritardi già accumulati.

L’eredità della LTR, la Linea Tranviaria Rapida

Insomma, la rivoluzionaria Linea Tranviaria Rapida sembra esser destinata a rimanere solo un progetto sulla carta, un sogno irrealizzabile, il simbolo una città che vorrebbe evolversi, ma non può.

Malgrado il fallimento della LTR, però, l’idea di una rete di trasporti moderni non muore. Al contrario, pianta il seme per future iniziative di rinnovamento urbano, perché il problema della mobilità è sempre più centrale e la domanda di una rete di trasporti più efficiente è incessante. E, quindi, ecco che il vecchio progetto della Linea Tranviaria Rapida viene recuperato e modificato in quella che sarà la Linea 6 della metropolitana di Napoli.

Ltr linea tranviaria rapida

Dalla LTR alla Linea 6 della Metropolitana di Napoli

Nata, quindi, dalle ceneri del sogno della rivoluzionaria LTR, la Linea 6 si propone di migliorare notevolmente i collegamenti tra il centro di Napoli e le aree periferiche,  decongestionando il traffico e facilitando gli spostamenti quotidiani.

Ancora oggi, però,  il progetto si scontra con questioni logistiche significative, come l’adattamento delle stazioni e la gestione dei vecchi tram, convertiti in vagoni della metropolitana.

La fase iniziale del nuovo progetto comprende il tratto tra Fuorigrotta e Piazza Municipio, ma persistono incertezze sugli sviluppi futuri, come il collegamento con Bagnoli e Posillipo e l’eventuale ampliamento verso l’area di Pianura, così da migliorare l’accessibilità ai quartieri limitrofi.  E, sebbene la Linea 6 – inaugurata il 17 luglio 2024 – non rappresenti esattamente la tranvia rapida concepita negli anni ’80, risponde alle medesime istanze di modernità e innovazione.

Incompiuta, ma solo a metà

La storia della Linea Tranviaria Rapida di Napoli è l’iconica narrazione del destino delle grandi opere pubbliche di questo Paese:  errori di progettazione, ritardi burocratici e imprevisti tecnici sono gli ostacoli per  paralizzano i progetti delle infrastrutture, destinate a rimanere incompiute per decenni, prima di essere, finalmente,  ultimate. Molte di queste, addirittura, rimangono scheletri; divengono rovine prima ancora di essere mai diventate realtà.

Tutto sommato, pur se con 40 anni di ritardo, alla vecchia LTR è andata bene. Non è quella immaginata ma, almeno, si è data concretezza ad un sogno, trasformandola nella nuova Linea 6: cinque treni per coprire in 13 minuti la tratta, attraversando otto stazioni.  Ma questa è un’altra storia…

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