Napoli parla per modi di dire, per proverbi appartenenti alla cultura popolare, in quanto, si sa, ‘e ditte antiche nun fallesceno maje. Questi, infatti, permettono all’anima del Partenopeo di esprimersi profondamente.
I modi di dire provengono dall’osservazione della realtà circostante: la fotografano e la traducono in parole efficaci e d’impatto. Talvolta, risulta più semplice utilizzare un proverbio per spiegare un nostro pensiero o per raccontare ciò che ci è appena successo, piuttosto che dilungarci in qualsiasi altro tipo di discorso.
I modi di dire sono e saranno per sempre attuali: ne troveremo uno per ogni occasione e saranno ogni volta adatti per comunicare ciò che desideriamo esprimere.
I proverbi sono decine e decine per ogni lettera dell’alfabeto, ma scopriamo qui insieme quelli inizianti per la lettera zeta!

Elenco dei primi 5 modi di dire con la zeta
1) Zappa ‘e femmena e ssurco ‘e vacca, mala chella terra ca l’ancappa
Letteralmente: Povera quella terra che sopporta una zappatura operata da una donna (e non da un uomo) e un solco prodotto dal lavoro di una mucca (invece di un bue).
Proverbio maschilista, nato in ambito contadino, nel quale vi era la convinzione che la donna fosse meno brava rispetto all’uomo nel lavorare la terra e che anche gli animali da campo di sesso femminile fossero meno abili di quelli di sesso maschile.
2) Zitto chi sape ‘o juoco!
Letteralmente: zitto chi conosce il giuoco!
Proverbio nato fra gli artisti di strada, i quali raccomandavano a quegli spettatori che avevano compreso i trucchi o gli imbrogli dei loro giochi, a non svelarlo al pubblico restante. Dalla buona riuscita del giuoco, infatti, dipendeva il gradimento del pubblico e la successiva raccolta di denaro.
Ad oggi questo modo di dire è spesso utilizzato da chi teme che qualcuno possa svelare taciti accordi, chiedendo così un complice silenzio.
3) Zitto e mmosca!
Letteralmente: Silenzio assoluto!
Proverbio rivolto ad un pubblico che deve stare così in silenzio da permettere l’udire del volo di una mosca.
4) Zittu zittu ‘mmiez’ o mercato
Letteralmente: Zitto zitto nel mercato.
In un mercato, un segreto, anche se sussurrato nell’orecchio, si propaga rapidissimamente, passando per le bocche delle donne lì presenti.
Proverbio utilizzato, dunque, per indicare un segreto che, a causa della persona poco raccomandabile a cui lo si è confidato, non è più rimasto tale e, anzi, è divenuto noto a molti.
5) Zizza, prevete e ccusetore
Letteralmente: Seno, prete e sarto.
Rappresenta l’iter di vita dell’individuo che, durante la prima infanzia è nutrito dal seno della madre o balia; in seguito diventa “prevete” (dal greco πρέσβυς «anziano») e quindi “adulto”, “in età da marito”, pronto per sposarsi davanti a un prete. Infine, la figura del sarto rimanda alla circostanza del decesso, in seguito alla quale al morto è fatto indossare un abito appositamente cucito da un sarto.
Concretamente, questo proverbio rappresenta uno sgradevole augurio di morte.
Elenco degli ultimi 5 modi di dire con la lettera Z
6) Zompa chi po’, dicette ‘o ranavuottolo
Letteralmente: Salti chi può, disse il ranocchio.
Ognuno deve accettare la propria condizione: non tutti riescono o posso raggiungere determinati obiettivi. Chi ha la possibilità di farlo (quindi, allegoricamente, di “saltare”), ci provi. L’espressione è pronunciata da un ranocchio che ha ricevuto in sorte la possibilità di saltare e, quindi, si prende gioco di chi non può farlo.
7) Zucà a ddoje zizze
Letteralmente: Succhiare da due mammelle.
Detto di chi, ingordo e avido, non si accontenta di ciò che ha, ma tenta di ottenere, non in maniera corretta, tutto ciò che desidera, magari estorcendolo da più fonti.
8) Zucate ‘o franfellicco
Letteralmente: Succhiati il bastoncino di zucchero.
Detto per commentare una situazione favorevole in cui, raggiunti i propri scopi, ci si può rilassare e gustare il bastoncino di zucchero filato, da leccare passeggiando.
9) Zumpà ‘a ll’asteco a fenesta
Letteralmente: Saltare dal lastrico solaio alla finestra.
Proverbio riferito a chi manchi di coerenza, chi cambi continuamente idea o posizione. Può rinviare anche a chi discorre in maniera difficilmente comprensibile, senza seguire un filo logico.
10) Zumpà ‘ncopp’ ‘e ccannucce
Letteralmente: Saltare sulle cannucce.
Saltare su piccole e sottili canne, fragili e instabili, rappresenta il vivere pericolosamente, con il costante timore di fare un passo falso e cadere.
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