Enrico Alfano, noto come “Erricone”, è considerato una figura chiave nella storia della camorra.

Enrico Alfano

Vita di Enrico Alfano

La sua vita, avvolta da mito e leggenda, ha contribuito a definire il volto della camorra moderna tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX. Alfano non fu soltanto un criminale, ma un simbolo dell’intreccio tra criminalità organizzata, politica e società, gettando le basi di una struttura camorristica che avrebbe influenzato il territorio per decenni.

Le origini e l’ascesa al potere di Enrico Alfano

Enrico Alfano nacque a Napoli nel 1847, in un periodo di grandi cambiamenti per il Mezzogiorno italiano. Il contesto storico era quello successivo all’unificazione d’Italia, in cui il Regno delle Due Sicilie era stato annesso al nuovo Stato italiano. La transizione lasciò profonde ferite sociali, creando un terreno fertile per la crescita di organizzazioni criminali come la camorra, che seppero inserirsi nei vuoti di potere istituzionale.

Acuta intelligenza

Enrico Alfano emerse come figura carismatica in questo contesto. Dotato di un’intelligenza acuta e di un profondo senso strategico, riuscì a conquistare il controllo delle attività criminali a Napoli, soprattutto nel quartiere di Porta Capuana. Si dice che Alfano avesse un grande ascendente sul popolo, capace di conquistare il rispetto tanto dei camorristi quanto delle persone comuni. La sua leadership fu caratterizzata dalla capacità di mediare tra i clan rivali e dalla costruzione di una struttura organizzativa più centralizzata, che alcuni considerano l’inizio della camorra moderna.

Il “processo Cuocolo” e il mito di Alfano

La figura di Enrico Alfano divenne celebre a livello nazionale grazie al cosiddetto “processo Cuocolo“, uno degli eventi giudiziari più clamorosi dell’epoca. Il caso riguardava l’omicidio di Gennaro Cuocolo e della moglie Maria Cutinelli nel 1906. Cuocolo era un confidente della polizia e la sua uccisione fu attribuita alla camorra, che lo accusava di tradimento.

Alfano fu arrestato insieme ad altri 27 imputati, accusati di aver organizzato e commesso l’omicidio. Il processo, che si svolse tra il 1911 e il 1912, attirò l’attenzione dell’opinione pubblica nazionale, diventando uno spettacolo mediatico senza precedenti. Le testimonianze, tra cui quella di Tommaso Petto, detto “il brutto,” uno dei principali pentiti dell’epoca, descrissero Alfano come il capo indiscusso della camorra napoletana.

“Sono innocente”

Tuttavia, le prove contro Alfano erano deboli e basate in gran parte su dichiarazioni contraddittorie e non verificate. Nonostante ciò, il processo si concluse con una condanna a 30 anni di carcere per Alfano e per molti dei suoi presunti complici. Alfano proclamò sempre la sua innocenza, sostenendo di essere vittima di una macchinazione politica e giudiziaria.

La controversa figura di Enrico Alfano

Enrico Alfano è una figura complessa e ambivalente. Per alcuni, rappresentò il prototipo del boss camorrista: un uomo capace di esercitare un controllo capillare sul territorio, gestendo il crimine con una combinazione di violenza, consenso e relazioni con le istituzioni. Per altri, Alfano fu un capro espiatorio, un simbolo usato dalle autorità per dimostrare il loro impegno nella lotta alla camorra in un momento di forte pressione politica e sociale.

La leggenda

La leggenda di Alfano fu alimentata dal suo carisma personale e dal mistero che circondava molte delle accuse mosse contro di lui. Anche in carcere, continuò a essere visto come un leader dalla comunità camorristica, il che contribuì a consolidare il suo mito.

L’eredità

La storia di Enrico Alfano segna un punto di svolta nella storia della camorra. Con lui, la criminalità organizzata napoletana iniziò a strutturarsi in modo più articolato, passando da un insieme di bande locali a una rete con ambizioni più ampie. Il processo Cuocolo, inoltre, portò per la prima volta la camorra sotto i riflettori dell’opinione pubblica nazionale, trasformandola da fenomeno locale a problema di rilevanza nazionale.

Nonostante la sua morte, avvenuta probabilmente nei primi anni del Novecento, Alfano rimane una figura simbolica. La sua storia evidenzia il legame profondo tra criminalità, società e politica a Napoli, una relazione che continua a caratterizzare il territorio ancora oggi.

Riflessioni

La figura di Enrico Alfano ci invita a riflettere su come il crimine organizzato sia riuscito a radicarsi così profondamente in alcuni contesti storici e sociali. Alfano, con la sua vita controversa, rappresenta il crocevia tra mito, realtà e simbolo di un’epoca segnata dalle contraddizioni del cambiamento.

Sitografia


Wikipedia

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