Il Maresciallo dei Carabinieri Gerardo D’Arminio è ricordato come un valoroso servitore dello Stato, la cui vita fu tragicamente interrotta il 5 gennaio 1976 ad Afragola, in provincia di Napoli.
Gerardo D’Arminio
Nato il 12 dicembre 1937 a Montecorvino Rovella, in provincia di Salerno, D’Arminio dedicò la sua carriera alla lotta contro la criminalità organizzata, distinguendosi per il suo impegno e coraggio.

Carriera e impegno nella lotta alla criminalità
Dopo aver prestato servizio in diverse località, tra cui Chieti e Isernia, D’Arminio fu assegnato a Palermo, dove si distinse in operazioni contro la mafia. Nel 1963 partecipò all’arresto del boss mafioso Michele Cavataio, calandosi personalmente in una botola per catturarlo. Successivamente, nel 1966, entrò a far parte del Nucleo Investigativo, concentrandosi su indagini riguardanti il narcotraffico e i legami tra diverse organizzazioni criminali. Nel 1970 fu trasferito a Napoli, dove assunse la direzione della stazione dei Carabinieri di San Giovanni a Teduccio e, successivamente, della squadra antidroga del Nucleo Investigativo. In questo ruolo, riuscì a individuare le rotte del narcotraffico internazionale, tracciando i percorsi attraverso i quali l’eroina giungeva in Italia.
L’omicidio ad Afragola
La sera del 5 gennaio 1976, vigilia dell’Epifania, mentre si trovava in Piazza Gianturco ad Afragola con il figlio di quattro anni, D’Arminio fu vittima di un agguato mortale. Mentre parlava con un conoscente, una Fiat 500 gialla si avvicinò e furono esplosi diversi colpi di fucile che lo colpirono mortalmente. Nonostante i soccorsi, il Maresciallo perse la vita durante il trasporto in ospedale. Le indagini indicarono come responsabili membri del clan Moccia, contro i quali D’Arminio stava conducendo importanti inchieste.
Riconoscimenti e memoria
Per il suo sacrificio, a D’Arminio fu conferita la Medaglia d’Argento al Valor Militare. Nel luogo dell’omicidio, in Piazza Gianturco, è stato eretto un monumento in sua memoria, e annualmente si svolgono cerimonie commemorative per onorare il suo impegno e il suo coraggio nella lotta alla criminalità organizzata.
La storia di Gerardo D’Arminio rappresenta un esempio di dedizione e sacrificio nella difesa della legalità e della giustizia, valori fondamentali per la società.
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