Le barchette dei pescatori sembrano sospese nel vuoto, tanto l’acqua si confonde con l’imbrunire. Anche Capri e la Costiera Sorrentina sembrano fluttuare in una sostanza quasi gassosa. Dall’altro lato della baia, Ischia e Posillipo sono ancora irrorate dagli ultimi bagliori rosso fuoco del tramonto. 

Per arrivare alla Marina di San Giovanni a Teduccio bisogna passare per un passaggio accanto alle poste piccole di Corso San Giovanni, quello che un tempo era l’inizio della Strada Regia per le Calabrie e che oggi viene chiamato convenzionalmente il Miglio d’Oro, anche se quest’ultimo era solo un tratto della strada tra Torre del Greco ed Ercolano. 

marina di San Giovanni a Teduccio
La Marina di San Giovanni a Teduccio, foto Luca Fortis

La Marina di San Giovanni a Teduccio, un luogo senza tempo

Sembra davvero che il tempo si sia fermato: vi è una splendida edicola con la Madonna dell’Arco ed una pizzeria, un arco permette poi di passare sotto la ferrovia e si arriva su una delle tre spiaggette della Marina di San Giovanni a Teduccio. 

La vista è mozzafiato, si vede tutta la baia di Napoli, con da un lato la Penisola Sorrentina e Capri e dall’altro Posillipo e Ischia. Sul lato sinistro si vede il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa e sul lato destro la seconda spiaggia della Marina di San Giovanni a Teduccio e poi alcuni siti industriali in disuso ed il porto. 

La spiaggetta è piena di barchette dei pescatori e vi anche una statua del Cristo. C’é anche un piccolo stabilimento dove prendere il sole. Peccato che non sia stato ancora risolto l’annoso problema dell’inquinamento dell’acqua, perché la Marina di San Giovanni a Teduccio è davvero un piccolo sogno.

La signora Anna Napolitano, proprietaria, con il marito Ciro, del negozio Ortofrutta del Corso, foto Luca Fortis

Il lungomare della Marina di San Giovanni a Teduccio

Dalla spiaggetta vi sono delle scale che portano alla passeggiata pedonale che costeggia la ferrovia. Sul lato destro della Marina di San Giovanni a Teduccio si passeggia fino alla spiaggia grande. La spiaggia è molto più grande delle altre due, che sono state mangiate dall’erosione marina. Anche qui è pieno di barchette e se non fosse interdetta la balneazione, sarebbe un autentico paradiso. D’estate vi vengono moltissime persone e l’atmosfera è veramente quella della Napoli che fu. 

Camminando sul lato sinistro, si arriva alla terza spiaggetta, la più piccola, che sta proprio sotto la statua di Re Ferdinando II di Borbone, nel Museo Nazionale di Pietrarsa.

Pescatori sulla spiaggia centrale della Marina di San Giovanni a Teduccio, foto Luca Fortis

Il Museo Nazionale Ferroviario di Pietrarsa

La Marina di San Giovanni a Teduccio lambisce lo splendido Museo Nazionale di Pietrarsa. Il sito del Museo ci ricorda che “In questo luogo è nata la storia delle ferrovie italiane. Il 3 ottobre 1839, nel Regno delle Due Sicilie, veniva inaugurata la prima strada ferrata d’Italia. Era lunga 7.411 metri e congiungeva Napoli a Portici, sulla stessa direttrice della linea Napoli-Salerno, che oggi costeggia l’area del Museo. Il tragitto fu percorso in 11 minuti da due convogli progettati dall’ingegnere Armand Bayard de la Vingtrie, su prototipo dell’inglese George Stephenson”.

L’anno dopo veniva emanato il Decreto Reale per l’acquisto di una prima parte del terreno su cui sarebbe sorto il complesso di Pietrarsa, in una località in cui, in epoca napoleonica, era di stanza una batteria da costa, a difesa della rada di Napoli.

La collezione, come si legge nel sito del Museo, “si compone di oltre 55 rotabili storici collocati negli antichi padiglioni dell’opificio borbonico che, un tempo,  ospitavano i reparti specializzati nelle varie lavorazioni del ciclo produttivo”.

La visita consente di effettuare un suggestivo viaggio nel tempo dal 1839, anno di inaugurazione della prima linea ferroviaria italiana, fino a giungere a tempi più recenti. 

Dall’Ottocento agli anni ’80 del Novecento, locomotive, carrozze, macchinari, modelli e plastici ferroviari diventano i protagonisti unici del sito museale.

D’estate è anche possibile andare a mangiare nella pizzeria vista mare dentro il museo, sentire uno dei tanti concerti che vi organizzano o semplicemente prenotare al bar al suo interno.

Il Museo Nazionale di Pietrarsa, foto Luca Fortis

Il nuovo lungomare di Portici

Il lungomare della Marina Di San Giovanni a Teduccio, forse l’ultimo quartiere di Napoli sul mare ancora autenticamente popolare e non troppo mutato dal turismo di massa, sfiora la più borghese Portici, con le sue ville borboniche sul mare. 

I lavori per il lungomare pedonale tra il Museo Nazionale di Pietrarsa e il porto del Granatello sono quasi conclusi e quest’anno metà del lungomare è stato aperto, a lavori non terminati, per la stagione estiva, per poi essere richiuso per terminare l’opera.

L’anno prossimo dovrebbe essere finalmente completato e creerà un’area pedonale che permetterà di camminare tra la ferrovia e il mare dal Granatello fino al Museo di Pietrarsa, e passato il Museo, da Pietrarsa fino alla spiaggia grande della Marina di San Giovanni a Teduccio.

Il nuovo lungomare di Portici, foto Luca Fortis

Il mare negato

Il lungomare dalla Marina di San Giovanni a Teduccio, fino alle Officine San Carlo, dove si costruiscono le scenografie del Teatro San Carlo e si tengono spettacoli, sulla costa davanti Gianturco, sono piene di ex spazi industriali abbandonati che aspettano di essere riqualificati. I progetti, pur se a rilento, sono davvero tanti e se davvero verranno portati avanti, cambieranno il volto di questa parte della città, forse risolvendo il problema di una città sul mare con pochi veri accessi al mare.


Napoli è una città in cui il mare è ancora in gran parte negato o privatizzato e risolvere il problema dell’inquinamento di questo tratto di costa, non servirebbe solo a far rispettare la legalità e le leggi europee, a proteggere la natura, ma anche a permettere un maggior accesso al mare.

Uno dei progetti nei vecchi spazi industriali dismessi andati a buon fine sono i nuovi spazi dell’Università Federico II, nell’ex fabbrica della Cirio.

La spiaggia grande della Marina di San Giovanni a Teduccio

Il campus della Federico II nell’ex fabbrica Cirio

Proseguendo dalla Marina di San Giovanni a Teduccio su Corso San Giovanni in direzione di via Marina, sul lato destro si incontra il nuovo campus della Federico II, costruito nel sito della vecchia fabbrica della Cirio. Gli amanti dell’architettura troveranno questo nuovo spazio molto interessante, in quanto pone in dialogo il contemporaneo con l’archeologia industriale.

Qui hanno trovato la loro sede, oltre alla Scuola Politecnica e delle Scienze di Base dell’Università degli studi di Napoli Federico II, le realtà innovative e formative del Campus tra cui: Apple Developer Academy Napoli – DIGITA Digital Transformation&Industry Innovation Academy – CESMA Centro di Servizi Metrologici Avanzati – Intesa Sanpaolo Innovation Center – STRESS Distretto ad Alta Tecnologia per le Costruzioni Sostenibili – DATTILO Distretto ad Alta Tecnologia dei Trasporti e della Logistica – Materias Early Stage Combined Accelerator – AXA Matrix Risk Management – Campania NewSteel Incubatore d’impresa.

Il campus dell’università Federico II a San Giovanni a Teduccio

Il Macadam, casa del teatro viaggiante

A pochi passi dalla Marina di San Giovanni a Teduccio ha sede uno spazio che gli amanti del teatro non possono non conoscere.

Il Macadam è uno spazio che si occupa, promuove e produce rassegne ed eventi di teatro, musica, teatro di strada, nuovo circo, teatro di figura, performing art e arti visive. È la casa di due esperienze itineranti: il Bus Theater e il CasaBar. 

Il Macadam nasce da una necessità concreta e una più ideale. Ha unito due diversi progetti, il Bus Theater, un collettivo di teatro circo viaggiante e il CasaBar, un progetto nato da un gruppo di baristi e giocolieri.

Entrambi i progetti erano legati alla strada e agli autoveicoli. Il Bus Theater al suo autobus e il Casabar alla sua roulotte. I due collettivi, per anni, hanno girovagato indipendentemente, per poi alla fine unire le forze, trovando una casa comune, quando non sono in tournèe, negli spazi industriali del Macadam.

Tramonto dalla Marina di San Giovanni a Teduccio, foto Luca Fortis

Questo articolo nasce da vari reportage che ho fatto negli anni a San Giovanni a Teduccio

Sitografia

https:/www.fondazionefs.it/content/fondazionefs/it/esplora-il-museo/visita-pietrarsa.html

https://www.unina.it/-/12843788-ufficio-servizi-generali-e-di-supporto-alla-didattica-del-complesso-universitario-di-san-giovanni-a-teduccio

https:://www.succedeoggi.it/2020/07/macadam-teatro-sulla-strada/

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  1. Avatar Amalia
    Amalia

    Bellissima esperienza di lettura con annessa la virtuale passeggiata in quei luoghi negati alla godibilità della massa ma scrive le sue beltà nel cuore di chi vi affonda le radici dei propri natali. Compimenti per la poetica descrizione.

  2. Avatar Clara Rania
    Clara Rania

    Finalmente la periferia viene valorizzata per quello che è. Ricordo con nostalgia i suoni di questa zona; le sirene delle ex officine, la tromba della libera uscita dalla caserma “Cavalleri” la campanella del tram che girava verso San Giorgio ,le voci dei venditori carrettieri, il passo cadenzato dei militari prima dell’ uscita.
    Finiva Napoli territorio con queste rumorose pulsioni, inizia Portici con una promessa per i primi stabilimenti balneari convertita finalmente oggi a epasseggpiata panoramica.

  3. Avatar Martina
    Martina

    Grazie per l’articolo e per ricordare la complicata situazione di una delle zone abbandonate di costa di Napoli. E’ difficile ma non perdiamo la speranza

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