Chi avrebbe mai pensato che in pieno centro storico napoletano, dove oggi passano migliaia di turisti diretti verso il Duomo o Spaccanapoli, un tempo esisteva un piccolo angolo di Russia? Eppure è proprio così: fino alla fine dell’Ottocento, nel quartiere che oggi si sviluppa intorno a Corso Garibaldi, c’era il cimitero degli inglesi, dove riposavano aristocratici, diplomatici e viaggiatori russi che avevano scelto Napoli come loro ultima dimora.

La scoperta di questa presenza russa nella città partenopea è merito del paziente lavoro di ricerca di Mikhail Talalay, che ha ricostruito un network di sepolture russe disseminate in tutta Italia. I suoi studi, basati su documenti d’archivio conservati nelle chiese ortodosse di Firenze e Roma, ci restituiscono un quadro sorprendente di quella che doveva essere una comunità piuttosto vivace e ben organizzata.

Ne abbiamo parlato anche in un altro articolo fra i legami tra la cultura napoletana e la Russia.

Il Contesto Storico: i russi a Napoli nel Regno delle Due Sicilie

Per comprendere appieno questa presenza russa, bisogna inquadrarla nel contesto politico dell’epoca. Nel 1816, dopo la caduta di Napoleone, venne costituito il Regno delle Due Sicilie sotto la dinastia borbonica, che unificò il Regno di Napoli e quello di Sicilia sotto un’unica corona. Questo regno mantenne relazioni diplomatiche stabili con l’Impero russo, facilitando gli scambi culturali e la presenza di cittadini russi nel territorio meridionale italiano. Non dimentichiamo poi la strettissima amicizia tra Ferdinando II di Borbone e lo zar Nicola I di Russia, che portò numerosissimi scambi anche sul piano monumentale in città.

Il clima politico dell’epoca favoriva inoltre la mobilità delle élite europee: Napoli, come capitale di uno degli stati più importanti della penisola italiana, attirava non solo viaggiatori per motivi di salute, ma anche diplomatici, mercanti e intellettuali provenienti da tutta Europa, inclusa la Russia. Proprio a Via Toledo, ad esempio, c’è una lapide che omaggia la presenza di Razumovsky, il primo ambasciatore russo nel Sud Italia.

Napoli Russia Ambasciatore Razunovsky

La capitale culturale del Sud Italia

Il fulcro di questa presenza era la chiesa consolare russa, retta dal 1846 da padre Tarasio Seredinskij. Non era solo un luogo di culto: funzionava come vero e proprio centro di riferimento per tutti i russi che transitavano nel Meridione d’Italia. La presenza di una chiesa ortodossa a Napoli non era inusuale, considerando che la città aveva già una lunga tradizione di convivenza religiosa.

Napoli ospitava infatti la storica Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci, costruita nel 1518 per volere del cavaliere Tommaso Asen Paleologo della famiglia dei Paleologi, che officiava la liturgia greco-bizantina per le popolazioni esuli dell’Epiro e della Morea. Questa tradizione di tolleranza religiosa creò un ambiente favorevole all’insediamento di altre comunità ortodosse, inclusa quella russa.

Quando nel 1866 la sede della chiesa consolare russa si trasferì a Firenze (seguendo probabilmente gli spostamenti della diplomazia dopo l’Unità d’Italia), gli archivi conservarono memoria di battesimi, matrimoni e soprattutto funerali che raccontano storie individuali davvero interessanti.

C’è ad esempio il caso dell’archimandrita Gerasimo, che morì nel 1849 a 59 anni. Era il responsabile della chiesa consolare russa a Roma dal 1836, ma evidentemente si trovava a Napoli quando la morte lo colse. Oppure la piccola Elena Dolgorukaja, figlia di un generale-aiutante di campo, morta a soli 8 anni nel 1851. Le registrazioni specificano sempre il rango sociale: “sepoltura di prima classe” per i nobili, “di terza classe” per persone più umili come Yakov Ivanov, un quarantaduenne sepolto nel 1859.

L0038338 The lake of Agnano. Etching, 16–. Credit: Wellcome Library, London. Wellcome Images images@wellcome.ac.uk http://wellcomeimages.org Etching of Lake Agnano, near Naples. The Grotta del Cane is in the centre and the steam bath of San Germano is on the right. Three men take a dog into the grotto to demonstrate the experiment in which noxious gases emitted from it cause asphyxiation of the dog. On the left, two local men suspend an asphyxiated dog in the lake in order to revive it: two tourists attend the experiment. Etching 16uu Published: [16–] Printed: 1600-1700 Copyrighted work available under Creative Commons Attribution only licence CC BY 4.0 http://creativecommons.org/licenses/by/4.0/

Il “Turismo della Salute” che attirava persone dal nord Europa

Ma perché tutti questi russi finivano a Napoli? La risposta sta in quello che gli storici chiamano “turismo della salute“, fenomeno inserito nel più ampio contesto del Grand Tour. Nell’Ottocento, Napoli era considerata una sorta di sanatorio naturale: il clima mite, l’aria di mare, la vicinanza alle terme di Ischia e Pozzuoli la rendevano una meta ambita da aristocratici europei afflitti da malattie respiratorie o semplicemente in cerca di ristoro dopo i rigidi inverni del Nord.

Il Grand Tour, che raggiunge il suo apogeo nel XVIII secolo ma continua per tutto l’Ottocento, rappresentava per l’aristocrazia europea un viaggio educativo e formativo attraverso l’Europa continentale. Napoli era una tappa fondamentale di questo itinerario, considerata essenziale per completare l’educazione culturale dei giovani nobili. La città offriva non solo bellezze naturali e archeologiche, ma anche un clima salutare che la rendeva particolarmente attraente per soggiorni prolungati.

I russi, in particolare, erano viaggiatori abituali.

Famiglie intere si spostavano seguendo un calendario che prevedeva tappe in Germania per le cure termali, poi discesa verso l’Italia per l’inverno. Alcuni si fermavano a Venezia o Roma, altri proseguivano fino a Napoli. Non tutti, purtroppo, riuscivano a completare il viaggio di ritorno. Tra i visitatori documentati nelle fonti storiche troviamo, ad esempio, la Principessa Obolenski, che nel 1827 scalò il Vesuvio insieme alle sue figlie, dimostrando l’attrazione che la natura napoletana esercitava sui visitatori russi. Abbiamo anche numerosissimi artisti russi che viaggiarono nel Regno delle Due Sicilie, regalandoci dipinti magnifici.

Il Cimitero degli Inglesi: Un Microcosmo Cosmopolita

Il cimitero degli inglesi, ufficialmente conosciuto come Santa Maria della Fede, rappresentava un unicum nel panorama napoletano dell’epoca. Destinato alla sepoltura di protestanti e “acattolici”, ospitava un mix straordinario di nazionalità: inglesi, tedeschi, francesi, russi e altre comunità straniere trovavano qui la loro ultima dimora.

Il cimitero rimase attivo fino al 1980, quando la terra fu restituita dal Consolato Britannico al comune di Napoli e trasformata in un parco pubblico. Quasi tutte le tombe furono trasferite al Cimitero di Poggioreale, ma fortunatamente sono rimaste registrazioni di coloro che vi furono sepolti nel XIX secolo, insieme ad alcune iscrizioni originali.

Una Rete Italiana di Presenze Russe

Quello che emerge dalla ricerca di Talalay è che l’Italia ottocentesca era attraversata da una vera e propria rete di comunità russe. Ogni città aveva la sua specificità: Livorno era il centro degli scambi commerciali, Roma quello diplomatico-pontificio, Venezia il crocevia culturale verso Oriente. Napoli rappresentava il punto di riferimento per tutto il Meridione, una sorta di avamposto russo nel Mediterraneo.

Questa rete si inseriva in un quadro più ampio di relazioni diplomatiche e culturali tra l’Impero russo e gli stati italiani pre-unitari. L’occupazione anglo-russa di Napoli del 1805-1806, durante la Guerra della Terza Coalizione, aveva già stabilito precedenti storici per la presenza russa nel regno napoletano. Immaginiamo anche gli scambi commerciali: il grano Taganrog, che partiva dall’omonimo porto dell’Impero Russo, fu la base delle fortune dei pastifici napoletani.

Carlo Knight, citato negli studi, racconta di aver visto personalmente nel cimitero degli inglesi lapidi con iscrizioni in russo e greco, testimonianza di una presenza ortodossa significativa. Purtroppo non furono mai fotografate o trascritte, non immaginando che sarebbero andate perdute durante i lavori di trasformazione urbanistica del Novecento.

Una lapide che omaggia Garibaldi nel porto di Taganrog

Quello che Resta Oggi

Oggi di quel cimitero cosmopolita non resta quasi nulla. Al suo posto c’è il “Giardino dell’ex-cimitero inglese”, uno spazio verde dove difficilmente i napoletani che lo attraversano immaginano le storie che quel luogo custodiva. Le lapidi sono scomparse, i registri sono dispersi tra gli archivi ecclesiastici di mezza Europa.

Nel 2001, dopo 21 anni di chiusura, il giardino storico di Santa Maria della Fede è stato riaperto al pubblico, rappresentando l’unico “polmone verde” tra Corso Garibaldi e Via Aremaccia. Tuttavia, della sua ricca storia multiculturale rimangono solo le testimonianze archivistiche.

Un Laboratorio di Integrazione Culturale

Eppure questa presenza russa a Napoli non fu marginale. I documenti parlano di funzionari consolari, di famiglie aristocratiche che vi soggiornavano per mesi, di una rete di relazioni che andava ben oltre il semplice turismo. Era parte di quella Napoli cosmopolita che caratterizzò la città per tutto l’Ottocento, prima che le vicende del Novecento cambiassero radicalmente gli equilibri europei.

Ricostruire queste storie significa anche capire come Napoli fosse, molto prima dell’Unione Europea, già un laboratorio di integrazione culturale, dove ortodossi e cattolici, russi e inglesi, tedeschi e francesi convivevano in quello spazio particolare che erano i cimiteri per “acattolici” – forse gli unici luoghi dove, all’epoca, la diversità religiosa era davvero accettata.

La storia dei russi di Napoli ci ricorda che la città partenopea è sempre stata un crocevia di culture, un punto di incontro tra Nord e Sud Europa, tra Oriente e Occidente. Una vocazione cosmopolita che affonda le sue radici nella storia antica della città e che continua a caratterizzarla ancora oggi.


Fonti e Bibliografia

  1. http://www.italy-russia.com/it
  2. English Cemetery, Naples. Wikipedia. Consultato il 23 luglio 2025. https://en.wikipedia.org/wiki/English_Cemetery,_Naples
  3. Chiesa dei Santi Pietro e Paolo dei Greci. Wikipedia. 22 settembre 2024. https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_dei_Santi_Pietro_e_Paolo_dei_Greci
  4. History of Naples. Wikipedia. 1 maggio 2025. https://en.wikipedia.org/wiki/History_of_Naples
  5. Two Sicilies. Office of the Historian – U.S. Department of State. https://history.state.gov/countries/two-sicilies
  6. “Re-thinking Tourism: visitors to nineteenth-century Naples and the consumption of feeling”. Brewer’s Blog. 18 febbraio 2018. https://brewersblog.org/2018/02/18/re-thinking-tourism-visitors-to-nineteenth-century-naples-and-the-consumption-of-feeling/
  7. Grand Tour. Britannica. 7 marzo 2023. https://www.britannica.com/topic/grand-tour
  8. “O dolce Napoli”: Naples through the eyes of Russian and Italian Artists of the first half of the 19th Century. The Tretyakov Gallery Magazine. https://www.tretyakovgallerymagazine.com/articles/4-2011-33/o-dolce-napoli-naples-through-eyes-russian-and-italian-artists
  9. Old English cemetery – Naples Life, Death & Miracle. http://www.naplesldm.com/engcemetery.php
  10. Anglo-Russian occupation of Naples. Wikipedia. 28 aprile 2025. https://en.wikipedia.org/wiki/Anglo-Russian_occupation_of_Naples
  11. The Grand Tour – The 18th Century Aristocratic Rite of Passage. Invaluable. 5 ottobre 2023. https://www.invaluable.com/blog/the-grand-tour-the-18th-century-aristocratic-rite-of-passage/

Diventa un sostenitore!

Storie di Napoli è il più grande ed autorevole sito web di promozione della regione Campania. È gestito in totale autonomia da giovani professionisti del territorio: contribuisci anche tu alla crescita del progetto. Per te, con un piccolo contributo, ci saranno numerosissimi vantaggi: tessera di Storie Campane, libri e magazine gratis e inviti ad eventi esclusivi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *