Quando si pensa alla storia politica italiana del dopoguerra, il nome di Giorgio Almirante evoca immediatamente il Movimento Sociale Italiano e una delle stagioni più controverse della nostra Repubblica. Ma il rapporto tra il leader missino e Napoli racconta una storia particolare, fatta di congressi fondativi, strategie politiche e un tentativo di radicamento territoriale che andava ben oltre le semplici logiche elettorali.
Il battesimo napoletano del 1948
Il 27-29 giugno 1948, a soli due anni dalla fondazione del MSI, Napoli ospitò il primo congresso nazionale del partito. La scelta della città partenopea non fu casuale: dopo le prime elezioni politiche dell’aprile 1948, in cui il MSI aveva ottenuto il 2,01% dei voti alla Camera eleggendo sei deputati, tra cui lo stesso Almirante, il movimento aveva bisogno di consolidare la propria presenza nel Mezzogiorno.
Giorgio Almirante fu riconfermato segretario con tre vice: Arturo Michelini, Gianni Roberti e Ernesto Massi. Ma quello che colpì maggiormente i cronisti dell’epoca fu l’atmosfera del congresso: in una Napoli ancora segnata dai bombardamenti della guerra, i missini si presentavano con un duplice volto. Lo Statuto approvato proprio dal I Congresso rivendica il legame con l’esperienza fascista ma allo stesso tempo il MSI dichiara di non voler sopprimere la democrazia.
La scelta di Napoli aveva anche un significato simbolico profondo. La città aveva vissuto le Quattro Giornate del settembre 1943, ma aveva anche conosciuto la Repubblica Sociale Italiana nel suo territorio. Almirante, che durante la RSI aveva diretto il periodico “La Difesa della Razza”, intuiva che il Sud poteva rappresentare un terreno fertile per una destra che voleva presentarsi come patriottica e sociale.

Gli anni del consolidamento
Nei decenni successivi, Napoli divenne un osservatorio privilegiato per comprendere l’evoluzione del pensiero almirantiano. Il leader del MSI sviluppò una particolare attenzione verso le questioni meridionali, ma sempre filtrate attraverso una visione nazionalista e conservatrice che lo distingueva nettamente dalla sinistra.
Durante gli anni Sessanta e Settanta, quando in città si affermavano personalità come Achille Lauro (che pure aveva avuto simpatie per l’estrema destra), Almirante costruì una rete di rapporti che andava dai ceti medi impoveriti ai piccoli commercianti, fino ad alcuni settori della borghesia professionale napoletana.
Il MSI napoletano di quegli anni aveva un profilo particolare: meno legato alla nostalgia del ventennio fascista rispetto ad altre sezioni del Centro-Nord, più attento ai problemi concreti della città. Era la Napoli del boom edilizio selvaggio, dei grandi appalti pubblici e delle prime avvisaglie di quella che sarebbe diventata la questione camorristica.
Il congresso del 1979: una svolta storica
Nel 1979, in occasione del XII congresso tenutosi a Napoli dal 5 al 7 ottobre, Almirante lanciò la proposta della repubblica presidenziale, con l’elezione popolare del capo dello Stato. Era un momento cruciale per la destra italiana: il terrorismo rosso e nero insanguinava il Paese, la crisi economica mordeva, e il MSI cercava una nuova identità politica.
Il congresso napoletano del 1979 rappresentò una vera svolta nella storia del movimento. Almirante, ormai settantenne, presentò una strategia che anticipava di oltre un decennio le trasformazioni della Prima Repubblica. La proposta presidenzialista, lanciata proprio da Napoli, testimoniava la volontà di superare i limiti della “destra ghetto” per proporsi come forza di governo.
In quei giorni di ottobre, la città partenopea divenne il palcoscenico di una destra che cercava di reinventarsi. I delegati arrivavano da tutta Italia, ma l’accoglienza napoletana aveva qualcosa di speciale. Chi c’era racconta di un Almirante particolarmente a suo agio, capace di alternare la retorica nazionalista con un pragmatismo meridionalista che sorprendeva perfino i suoi avversari politici.

L’eredità napoletana
La storia del rapporto tra Almirante e Napoli si chiude simbolicamente con la morte del leader missino, avvenuta il 22 maggio 1988. Ma l’eredità di quella stagione politica ha continuato a influenzare la destra napoletana per decenni.
Nel maggio 2022, presso la sede del consiglio della Città Metropolitana di Napoli a Santa Maria la Nova, si è tenuto un ricordo in omaggio di Giorgio Almirante, testimoniando come il rapporto tra il leader del MSI e la città non si sia mai del tutto interrotto.
La Napoli di Almirante era una città in trasformazione, sospesa tra tradizione e modernità, tra il peso della storia e le sfide del futuro. Il leader missino seppe intercettare queste contraddizioni, offrendo una narrazione politica che parlava tanto alla nostalgia quanto alle ambizioni di riscatto di una parte della società napoletana.

Un lascito controverso
Oggi, a distanza di quarant’anni dalla morte di Almirante, il suo rapporto con Napoli continua a dividere. Da un lato, c’è chi ricorda la sua attenzione verso i problemi del Mezzogiorno e la capacità di dare voce a settori sociali spesso trascurati dalla politica ufficiale. Dall’altro, resta il peso di un’eredità politica legata al fascismo e alle sue ambiguità.
Sono ormai passati 70 anni da quel lontano 26 dicembre 1946 quando Giorgio Almirante, Pino Romualdi e Augusto De Marsanich si riunirono nello studio di Arturo Michelini per fondare il Movimento Sociale Italiano. La destra italiana di oggi, da Fratelli d’Italia alla Lega, si è allontanata dalle posizioni più controverse del MSI, ma alcuni temi cari ad Almirante – dal presidenzialismo al nazionalismo – continuano ad essere centrali nel dibattito politico contemporaneo.
Il rapporto tra Giorgio Almirante e Napoli rappresenta così uno spaccato significativo della storia italiana del secondo Novecento: un Paese che cercava faticosamente la sua identità democratica, mentre le eredità del passato continuavano a pesare sul presente.
Riferimenti bibliografici e fonti:
- Almirante, Giorgio. Autobiografia di un “fucilatore”. Sillabe, 1978.
- Baldoni, Adalberto. Noi rivoluzionari. Roma: Settimo Sigillo, 1986.
- Ignazi, Piero. Il polo escluso. Profilo del Movimento sociale italiano. Bologna: Il Mulino, 1989.
- Roberti, Giovanni. L’opposizione di destra in Italia (1946-1979). Napoli: Guida, 1988.
- “Giugno 1948: primo congresso del Msi all’insegna di un motto forse suggerito da Moravia”. Secolo d’Italia, 29 giugno 2017.
- “Alla Città Metropolitana di Napoli omaggio ad Almirante”. Fanpage, 15 maggio 2022.
- Enciclopedia Treccani, voce “Giorgio Almirante”.
https://www.secoloditalia.it/2014/06/quando-napoli-impazzi-per-almirante-sindaco/