L’arte del pizzaiuolo napoletano è una delle attività artigianali più apprezzate al mondo, promossa dal Patrimonio dell’UNESCO come bene immateriale dell’umanità. La pizza è uno degli alimenti più diffusi a livello internazionale, diventando una vera e propria tela che viene decorata in base ai gusti personali. Ma perché si parla di arte del pizzaiuolo napoletano? A cosa è dovuto questo riconoscimento dato dall’UNESCO alla nostra tradizione?
Le origini della pizza
Le origini della pizza sono ancora tutt’oggi incerte, ma l’Unesco ritiene che appartenga alla tradizione napoletana. É probabile che l’origine risalga ai tempi della Magna Grecia, altre fonti parlano addirittura di origini sumere e babilonesi, o dell’abitudine di Mosè di mangiare pane lievitato condito con sale ed olio.
Si può dedurre che la pizza, in forme diverse, sia stata quasi sempre presente nella vita degli uomini. Solo grazie alla Regina Margherita però, le si attribuisce il nome di “pizza”. E nasce proprio all’epoca, probabilmente, quella che oggi è detta “l’arte del pizzaiuolo napoletano”.
Perchè l’Unesco ha promosso l’arte del pizzaiuolo napoletano come bene immateriale dell’Unesco?
La scelta dell’Unesco di inserire l’arte del pizzaiuolo napoletano tra i beni immateriali del patrimonio mondiale è dovuta ad alcuni criteri ben definiti. Questi sono rappresentati dalla possibilità di quest’arte di essere trasmessa da generazione in generazione, dall’essere ricreato dalle comunità in stretta correlazione con l’ambiente circostante e con la sua storia e dal fatto che l’arte del pizzaiuolo napoletano fortifichi il senso di appartenenza sociale e culturale di una comunità. Il sentirsi legati alla tradizione, promuovere il rispetto per le diversità culturali e per la creatività umana sono alla base di questa scelta: facile comprendere perché l’arte del pizzaiuolo napoletano sia stata nominata come bene immateriale dell’umanità!
Il riconoscimento da parte dell’UNESCO porta la pizza, cibo tra i più amati e consumati al mondo, alla punta della piramide della cucina nazionale e internazionale, identificando l’arte del pizzaiolo napoletano come espressione di una cultura che si manifesta in modo unico, poiché la manualità del pizzaiuolo fa sì che questa produzione alimentare possa essere percepita come marchio di italianità nel mondo. La preparazione della pizza è una vera e propria arte, che offre l’opportunità ai giovani di oggi di avvicinarsi a questo tipo di attività tradizionale.
L’impasto della pizza: hand made
L’impasto della pizza napoletana, secondo la tradizione, non è facile da preparare e bisogna essere scrupolosi in ogni piccolo dettaglio. L’impasto napoletano è hand made e per prepararlo bastano pochi ingredienti: farina(00), acqua, lievito e sale. Questi quattro ingredienti vanno mischiati tra loro, rigorosamente con le mani; la temperatura, secondo l’umidità, deve essere tra i 21 e i 24 gradi, mentre l’impasto, che prevede 4-6 ore di lievitazione, viene cotto in un forno a legna tra i 400 e i 500 gradi. Tra l’occorrente che serve per cuocere un’ottima pizza c’è la pietra refrattaria da inserire nel forno, in mancanza di questa, andranno benissimo delle semplici teglie.
La pizza napoletana si differenzia rispetto alle altre, per il suo impasto e per il suo processo di preparazione. L’acqua nella preparazione è fondamentale, perché la rende più morbida e più leggera. La lavorazione hand made rende le proprietà organolettiche della farina elastiche e morbide, in modo che sia digeribile. Infatti una pizza leggera e digeribile, è data dalla quantità di acqua e dal sistema che si usa per idratare la farina.
Come dice il nostro amato Pino Daniele “Fatte ‘na pizza c’a pummarola ‘ncoppa, vedrai che il mondo poi ti sorriderà”.
Sitografia
https://www.unesco.it/it/patrimonioimmateriale/detail/466
https://storienapoli.it/2021/09/15/marinara-storia-etimologia-pescatori/
https://storienapoli.it/2020/09/27/la-vera-storia-pizza-margherita/
Questo articolo è stato scritto da Camilla, Lorena e Sofia della I B del Liceo Ginnasio Statale “Gian Battista Vico” per il progetto EDU Farò Cultura dell’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO.
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