Ci fu un periodo in cui Napoli contava poco e nulla e la Campania era dominata da Puteolis, Capua e Cuma.
Se però Capua e Cuma furono abbandonate nel corso dei secoli, Pozzuoli è invece sopravvissuta sulle stesse fondamenta antiche, contro ogni avversità che hanno rischiato più volte di farci perdere una bellissima città: dalle incursioni saracene al bradisismo.
Scopriamo l’origine del nome di Pozzuoli, che fu fondata da un gruppo di politici fuggiti dalla propria patria.
Un tiranno e l’esilio dei ribelli
La storia della città flegrea comincia quasi 2500 anni fa, quando fu fondata da un gruppo di profughi greci dell’isola di Samo che stavano fuggendo dal tiranno Policrate, l’uomo che, secondo lo storico Erodoto, fu il primo dominatore dei mari che la Storia ricordi.
La storia non cambia mai: il tiranno si assicurò il potere assoluto con epurazioni e condanne a morte, lasciando andar via dalla sua isola alcune persone che fecero la Storia: da un lato Pitagora scappò a Crotone, dall’altro un gruppo di politici ribelli scappò nella zona flegrea e fondò Dicearchia alle spalle della giovane Parthenope.
Il Sud Italia era infatti ancora un territorio vergine, visto dai Greci come terra dalle infinite possibilità: nelle cronache delle colonizzazioni della Magna Grecia ci sono storie di tiranni spietati come alcuni governatori di città siciliane, uomini straordinari come Archimede e Pitagora e storie di progetti utopici, come quello di Pozzuoli.
L’origine del nome Pozzuoli
La città in origine, come abbiamo visto, si chiamava “Dikearkeia” o “Dicearchia“, un nome affascinante come solo i greci sanno immaginare: “Città del giusto governo” (δίκη, giusto, e ἀρκω, governare) proprio in contrasto con la tirannide dell’uomo che cacciò i suoi oppositori. Sappiamo molto poco del periodo greco di Pozzuoli (e non ci sono reperti dell’epoca) ma, nei progetti degli esuli di Samo, la città doveva essere una piccolissima città-Stato, con le sue regole e il suo governo di stampo democratico e autonomo. Fino all’invasione degli Osci e poi dei Sanniti, che comunque diedero ampie libertà ai puteolani (lo testimonia il fatto che Pozzuoli coniava moneta, cosa nient’affatto scontata).
Per capire come si trasformò nella romana Puteolis, dobbiamo quindi fare alcuni passi avanti, di qualche decina di anni. Probabilmente questo nuovo insediamento non piacque affatto agli Osci, che erano una popolazione che dominava quasi completamente la zona centrale della Campania (sono state trovate tracce di insediamenti sull’Isola di Vivara, alle spalle di Procida, risalenti addirittura all’età del bronzo!) e poi ai Sanniti, che furono i dominatori della regione fino all’arrivo dei Romani.
Fistlus
Fu intorno al IV secolo a.C. che la città greca cambiò nome: dall’elegante Dicearchia, passò al meno grazioso “Fistlus” o “Fistulis“, come è stato rinvenuto su alcune monete sannite antiche. Nella lingua osca significava probabilmente “pozzo” o “cava” e si riferiva sicuramente alle acque termali o alle cave di pozzolana, il materiale utilizzato per le costruzioni di edifici.
Puteolis e pozzolana
Arrivarono i Romani nel IV secolo a.C. e rinominarono Fistlus in Puteolis.
Sotto i Romani e per i successivi 300 anni, Pozzuoli diventò una delle città più ricche e influenti della Campania: era vicina a Miseno e Miliscola, sede della flotta militare, e con il suo porto intraprendeva traffici commerciali con l’intero Mediterraneo.
La città diventò famosa per il materiale da costruzione eccellente fornito dai suoi terreni, celebrato anche da Marco Vitruvio Pollione nel suo “De Architectura“. Fu utilizzata dai Romani per tutte le grandi opere: dai moli agli edifici, come il Pantheon, la Grotta di Seiano e lo stesso Anfiteatro Flavio. Si tratta di un impasto di materiale vulcanico che permette la creazione di un cemento perfettamente resistente ad agenti chimici e all’acqua.
Non si sa di preciso se il nome Pozzuoli derivi dal termine “pozzolana” o “pozzolana”. È più probabile l’ipotesi che Puteolis fosse la traduzione latina di Fistlus, che identificava appunto una cava di pozzolana.
Quel che è certo è che, in quasi tutti i monumenti del mondo antico giunti intatti grazie alle capacità straordinarie degli ingegneri romani, c’è anche un po’ di Pozzuoli fra i meriti.
Storia di Pozzuoli: dalla capitale del commercio al declino
Di testimonianze sull’importanza di Pozzuoli nell’economia e nella politica antica ce ne sono migliaia. Dalle innumerevoli citazioni e racconti negli autori latini del passato, che ancora oggi si studiano nelle versioni del liceo, alle testimonianze lasciate dai reperti storici che possiamo trovare lungo le strade, dai muri in opus reticulatum che compaiono sotto le facciate dei palazzi all’Anfiteatro Flavio che domina ancora l’antica Puteolis. E pensiamo alla via Puteolis Neapolim per Colles, una delle strade più famose dell’antichità in Campania, nacque proprio per facilitare i commerci da e verso Pozuoli. E lungo questa strada di storie ne sono successe tantissime: dal primo miracolo di San Gennaro a tracce antiche della strada ancora oggi percorse, come Via Belvedere al Vomero. E ancora oggi, nella Mostra d’Oltremare, ci sono alcuni tratti intatti della strada romana.
Gli anni non furono generosi con Puteolis: quando Roma diventò capitale dell’Impero, cominciò ad accentrare sempre più le attività produttive. Gli sforzi furono concentrati sullo sviluppo di Ostia, ben più comoda per le esigenze imperiali. La città greca di Neapolis, nel frattempo, cominciò la sua rapida scalata verso il dominio prima della Campania e poi del Sud Italia, con l’arrivo degli Angioini, che lasciarono Pozzuoli ridotta a un borgo di pescatori.
Il colpo di grazia avvenne con il bradisismo, che è il diavolo che tormenta i Campi Flegrei: prima tutti si rifugiarono sul Rione Terra, poi più volte la città fu spopolata e addirittura don Pietro di Toledo si stabilì qui, per far rinascere la città. I movimenti della Terra, però, continuarono a maltrattare i puteolani fino al tragico 1983, che fece tremare l’intera città.
Per fortuna anche in quest’occasione il peggio fu scongiurato, ma i segni rimangono ancora oggi. Pozzuoli, però, è sopravvissuta anche a questo dramma. Ed oggi è una bellissima città, con un incantevole palco sullo stesso mare che attirò i primi coloni greci.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Egidio Finamore, Origine e Storia dei nomi locali campani, Arcolaio, Napoli, 1966
http://www.archeoflegrei.it/pozzolana-la-polvere-puteoli/