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In alcuni dialetti meridionali si sente “papele papele“, nel resto d’Italia c’è il “papale papale“, ereditato dal romanesco.
Sono due modi dire che, nel parlato comune del Sud Italia, si confondono.

Facciamo chiarezza.

papele papele lino banfi
Lino Banfi e il suo “papele papele”, una delle tante espressioni che lo hanno reso famoso negli anni ’70 e ’80

Papele papele: tanta fantasia

Papele papele, secondo moltissime fonti online e addirittura secondo qualche libro un po’ sprovveduto sulla napoletanità, dovrebbe derivare dal greco antico πάπος (papos), che significherebbe, appunto, lento.
Peccato che questo termine non esiste su nessun dizionario. E lento in greco si traduce con βραδύς (bradus).

Ci sono tante altre ricostruzioni fantasiose: c’è chi dice che viene dallo spagnolo papel, che significa carta, e alcuni dicono che “papele papele” significherebbe “in modo semplice, concreto“, come se fosse scritto su carta.

La verità è che non ci sono dimostrazioni convincenti di questa storia, ma si tratterebbe di una delle tante confusioni generate da Internet. La diffusione di questa espressione, infatti, è abbastanza recente ed ha un complice d’eccezione: il buon Lino Banfi.

Papale papale: diretto e senza fronzoli

Roma, l’augusta città del Papa, parla in modo papale papale: senza fronzoli, schiettamente, in modo sincero.

Il termine “papale papale” è un chiaro riferimento alla parola del pontefice che, in teoria, dovrebbe essere super partes, chiara e sincera.

Una spiegazione più semplice che, anche se meno suggestiva di complesse ricostruzioni greche, ci porta al termine di questa curiosità.

-Chiara Sarracino

Riferimenti:
Antonio Salzano, Vocabolario Napoletano-Italiano, Edizioni del Giglio, 1979
Francesco Montanari, Vocabolario della Lingua Greca III Edizione
Rocci, Vocabolario Greco-Italiano, 1959

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