I giardini della Reggia di Caserta hanno un’estensione di ben 120 ettari, con una lunghezza 3 kilometri, con cascate e fontane le cui acque provengono dall’Acquedotto Carolino.
I lavori iniziarono nel 1753, con l’ambizioso progetto dell’architetto Luigi Vanvitelli. Purtroppo il suo autore non riuscì mai a vedere la propria opera compiuta, morì ancor prima che la prima fontana del giardino fosse installata.
I giardini della Reggia di Caserta e la Castelluccia
Il Bosco Vecchio, preesistente alla costruzione della stessa Reggia, è testimonianza della precedente famiglia proprietaria del sito. Immersa nel verde c’è una costruzione molto particolare: la cosiddetta Castelluccia. Fu inizialmente costruita per volontà del principe casertano Matteo d’Acquaviva come omaggio per la sua sposa Maria Francesca Pernestain. Nel 1769 poi, la torre cinquecentesca fu modificata in una sorta di fortezza in miniatura per il divertimento e l’istruzione militari dei principi reali. Così proprio qui il futuro re Ferdinando che allora era solo un bambino si divertiva a fingere agguati, assedi fino addirittura a simulare veri e propri incendi. Trascorsi gli anni, ormai cresciuto e diventato sovrano, Ferdinando pensò ad una nuova trasformazione per il sito. Fu così che nel 1818 esso divenne luogo di delizie e di svaghi. Il castello si trasformò in un belvedere, luogo di intrattenimento abbellito da un giardino, mentre le caserme circostanti diventarono padiglioni per la cucina, il pranzo e il caffè.
Il giardino inglese e il parco di Venere
Spostandosi in un altro punto del parco, si scopre un ambiente completamente diverso dal precedente: nel giardino inglese c’è infatti in una grotta in pietra lavica. In questo luogo l’idea di Vanvitelli era quella di ricreare la suggestione dell’antica Pompei che proprio ai tempi della costruzione della Reggia di Caserta, stava emergendo dagli scavi. In realtà l’ambiente non è completamente frutto di una riproduzione. Nella grotta sono conservati infatti degli autentici resti archeologici: le antiche statue provenienti dagli scavi di Pompei e dalla collezione Farnese.
Attraversando la grotta si arriva poi allo scorcio più suggestivo del parco: il bagno di Venere. Questo luogo, voluto dalla regina Maria Carolina, sembra un eden naturale, in realtà ogni cosa è il prodotto di studiata costruzione. Nelle acque del lago si sta specchiando la dea Venere, scolpita in marmo da Tommaso Solari. Questo luogo era il vero e proprio scrigno intimo della Regina Maria Carolina in cui, è innegabile, si respira un’atmosfera da sogno.
Laura d’Avossa
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