Il Monte Molare è la cima più elevata della catena dei Lattari. Posto a confine tra i comuni di Pimonte, Vico Equense e Positano, oltre che tra la costiera amalfitana e la penisola sorrentina, raggiunge un’altezza di ben 1444 metri. Anche se il vero nome è Monte San Michele, è più noto con il soprannome che deriva dalla forma simile a un dente.

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La vetta del Monte Molare – Ph. Gerardo Russo

Come arrivare al Monte Molare

La vetta è raggiungibile esclusivamente attraverso la rete escursionistica del Parco Regionale dei Monti Lattari. Il sentiero CAI che conduce alla cima è il 350. Può essere percorso da Quisisana, a Castellammare di Stabia, che dista circa 9 km dal Molare e che si trova quasi al livello del mare, oppure da diversi punti intermedi collocati sul Monte Faito, raggiungibile tramite una strada rotabile o una funivia attiva per alcuni mesi all’anno.

La funivia, che collega il centro di Castellammare con il Faito, permette di giungere a circa 4,5 km dal Molare, partendo da un’altezza superiore ai mille metri. Si può così conquistare la vetta in modo perfettamente responsabile, utilizzando i mezzi pubblici e proseguendo a piedi. Dalla stazione della funivia del Faito si percorre la parte restante del sentiero 350 e si arriva al Monte Molare in circa due ore, a seconda della velocità di andatura.

Il Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi

Una volta intrapresa la strada che condurrà al Molare, si scoprirà che in realtà le vette sono molteplici.

Il Monte San Michele è infatti parte di un massiccio più complesso, il Monte Sant’Angelo detto “a Tre Pizzi”, e ne rappresenta la cima più alta. Seguono altre due vette, ossia il Monte di Mezzo (1426 metri), detto Canino, e il Monte Catello (1390 metri), detto Caldara, anch’esse raggiungibili tramite i sentieri dei Monti Lattari.

Altra meta escursionistica presente in zona è la Croce della Conocchia, raggiungibile con una deviazione dal cammino per il Monte Molare, seguendo il sentiero 300. Si percorre una parte dell’Alta Via dei Monti Lattari, l’itinerario che permette di attraversare l’intera catena montuosa, partendo da Cava de’ Tirreni e arrivando a Punta Campanella.

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Monte Sant’Angelo a Tre Pizzi (il Molare è la prima vetta da sinistra) – Ph. Gerardo Russo

Il panorama dal Monte Molare

L’aspetto più spettacolare del Monte Molare, oltre la sua forma ben riconoscibile, avvistabile da diversi punti della Campania, è il panorama.

Dalla sua vetta si comprende tutta la geografia dei Monti Lattari, che abbracciano in egual modo le due costiere, amalfitana e sorrentina, sconfinando fino all’isola di Capri. Ai propri piedi i golfi di Napoli e Salerno, con una vista che spazia dall’arcipelago Li Galli fino a Ischia e Procida.

In particolare Capri, dai 1444 metri del Molare, sembra essere un tutt’uno con la penisola sorrentina. Come se le vette dei Lattari degradassero dolcemente fino ai Faraglioni.

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La vista dal Monte Molare, con Capri al centro e Li Galli sulla sinistra – Ph. Gerardo Russo

San Catello e Sant’Antonino

I sentieri che portano ai Tre Pizzi sono anche legati alle figure dei santi Catello e Antonino.

I due santi costruirono, tra il VI e il VII secolo, un santuario dedicato all’Arcangelo Michele sul Molare, in seguito a una sua apparizione. La chiesa, attiva fino al 1862, fu poi ricostruita sul Faito tra la prima e la seconda guerra mondiale.

Secondo la tradizione, i santi Catello e Antonino, oggi patroni rispettivamente di Castellammare e Sorrento, si recavano in preghiera in una grotta presente in zona, nota come Grotta di San Catello.

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Il Vesuvio visto dal Monte Molare – Ph. Gerardo Russo

La mappa della Campania dal Monte Molare

Il Monte Molare si pone come punto di osservazione privilegiata di gran parte delle bellezze della Campania.

Dalla sua cima si avvistano le principali isole, oltre al Vesuvio e a Napoli. Dalla vicina Croce della Conocchia spiccano invece, in basso, le case rampicanti di Positano, che appaiono piccolissime. Mentre la punta del Canino, la vetta limitrofa, da quelle parti è ancora più spaventosa.

Una mappa vivente del territorio, con le città che si rimpiccioliscono e i viaggiatori che sognano da lassù la prossima meta. Una cartolina che ha perso ogni proporzione, volata via fino a 1444 metri sul livello del mare.

Bibliografia:

Paolo Cozzo, Pierangelo Gentile; Spazi sacri, luoghi di culto, santuari in area alpina – Persistenze e sviluppi dall’antichità all’età contemporanea; 2023

Sitografia:

https://www.parcoregionaledeimontilattari.it/index.php?action=index&p=335

https://www.caimontilattari.it/sentiero/350/

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