Le Tombe sannitiche della Reggia di Caserta: 7 sepolture sotto il palazzo vanvitelliano
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Ritrovare delle tombe sannitiche sotto la Reggia di Caserta per caso durante dei lavori di scavo è stata una scoperta inedita, in quanto lo stesso Luigi Vanvitelli non le cita nelle sue lettere.

Il territorio dell’attuale provincia di Caserta nel corso del secoli ha ospitato varie popolazioni che hanno lasciato un’impronta consistente nella nostra storia, come i sanniti, gli etruschi, i romani e i longobardi.

La Reggia di Caserta dista dall’antica Capua, altera Roma, 7 chilometri e inoltre, l’antico tracciato della via Appia passava vicino all’attuale sito occupato dal Palazzo Reale.

Le tombe sannitiche della Reggia: una sorpresa sotto il palazzo borbonico

Nel 1990, durante dei lavori di scavo nel secondo cortile della Reggia di Caserta, furono ritrovate sette tombe a cassa di tufo, mentre la tomba di un bambino fu ritrovata in corrispondenza dell’angolo nord-est della facciata della Reggia che dà verso il parco.

Tra le tombe ritrovate, una risultava già danneggiata, a causa delle fondamenta della stessa Reggia.

Le tombe sannitiche ritrovate sotto la Reggia sono databili alla seconda metà del IV secolo a. C. e presentano un’omogeneità nei corredi funebri e nelle sepolture. Il corredo funebre è disposto ai piedi del defunto e comprende l’olla, lo stamnos e un servizio da tavola a vernice nera, di piccole dimensioni, composto prevalentemente da coppe, brocchette, gutti e dal lekythos.

Tombe sannitiche della Reggia di Caserta - Tomba T.4 coppette a vernice nera, kylix a vernice nera, brocchetta a vernice nera.
Tombe sannitiche della Reggia di Caserta – Tomba T.4 coppette a vernice nera, kylix a vernice nera, broccetta a vernice nera.

L’olla è un contenitore di derrate alimentari di origine contadina, e in un contesto funerario era probabilmente destinato a contenere le offerte per il defunto mentre il lekythos è un vaso destinato a contenere unguenti e profumi.

Tombe sannitiche della Reggia di Caserta - Tomba T.3 stamnos acromo, skyphos a vernice nera, kylix piatto e coppa a vernice nera, guttus a vernice nera, brocchetta a vernice nera, due fibule di bronzo e anellino a fascetta d'argento
Tombe sannitiche della Reggia di Caserta – Tomba T.3 stamnos acromo, skyphos a vernice nera, kylix piatto e coppa a vernice nera, guttus a vernice nera, brocchetta a vernice nera, due fibule di bronzo e anellino a fascetta d’argento

Tra le tombe ritrovate sotto la Reggia, tre presentano un ricco corredo, caratterizzato dalla presenza di ceramiche a figure rosse e di ceramiche a vernice nera. La tomba T.5 mostra, insieme ai vasi a vernice nera, un corredo funerario composto da una situla, un piccolo cratere ed uno skyphos, tutti di produzione capuana, forse del Pittore delle Facce Bianche/Frignano e da un lekythos e da un piatto di pesce, anch’essi di provenienza capuana. Un altro piatto da pesce è stato ritrovato nella tomba T.2.

Tre tra le tombe sannitiche della Reggia, ovvero la T.1, la T.2 e la T.6, sono sicuramente maschili, lo notiamo dalla presenza delle cuspidi di lance in ferro, mentre è difficile riuscire a capire il sesso dei defunti delle altre tombe, anche se molto probabilmente la tomba T.3 ospitava una donna, in quanto sono state ritrovate due fibule di bronzo e un anellino a fascia d’argento.

Tombe della Reggia - tomba a cassa di tufo con scheletro e crateri
Tombe della Reggia – tomba a cassa di tufo con scheletro e crateri

E’ possibile paragonare le sepolture e la composizione dei corredi delle tombe sannitiche della Reggia di Caserta con le tombe trovate nella zona dell’antica Capua, nella pianura campana e anche in alcune zone del napoletano, come Ponticelli, Casoria e Qualiano.

Purtroppo, le tombe della Reggia di Caserta hanno restituito pochissimi resti ossei, ciò è dovuto, molto probabilmente, a causa delle caratteristiche del terreno sul quale i corpi erano stati sepolti. E’ stato però possibile ricostruire, anche se in modo parziale, lo scheletro ritrovato nella tomba T.2.

Altre tombe sannitiche sparse per Caserta

La zona dell’attuale città di Caserta nonostante sia stata occupata stabilmente a partire dal IX secolo a. C., non ha una grande rilevanza archeologica ma durante gli anni ha restituito numerose testimonianze antiche, tra cui, numerose tombe.

Oltre alle tombe sannitiche della Reggia, sono state ritrovate in altre zone della città di Caserta altri nuclei sparsi di tombe a cassa di tufo, a cappuccina e a cassa di tegole, databili al IV secolo a.C., ma non ci sono ancora pervenute notizie riguardo gli insediamenti abitativi a cui queste tombe fanno riferimento.

Le tombe che sono state ritrovate fanno pensare che nel territorio di Caserta, così come nel territorio dell’agro campano nello stesso periodo, la popolazione abitasse in fattorie e villaggi.

Le tombe sono state ritrovate a Corso Giannone e a Piazza Vanvitelli, nell’area del Cimitero, lungo il Viale Carlo III di Borbone e a Piazza d’armi. Queste tombe sono tutte in relazione con le tombe della Reggia di Caserta.

Altre tombe, risalenti alla metà del IV – III secolo a.C., sono attestate in direzione est e sud-est a Casolla, San Clemente, Centurano, San Benedetto, Falciano, Santa Lucia e Torre della Valle e a nord e nord-ovest a San Leucio ed Ercole.

Resti romani a Caserta

A Caserta sono stati ritrovati pochissimi resti risalenti all’età romana, come delle mura e una piccola vasca in opus siginum, oltre a scarsi frammenti di anfore e di ceramica d’uso quotidiano.

Inoltre, fino al secolo scorso, era ancora possibile vedere numerose epigrafi romane a Casolla, San Benedetto, San Clemente, Mezzano, Briano, San Nicola la Strada e Casertavecchia. Alcune sono andate disperse mentre altre fortunatamente sono in esposizione al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.

L’Antica Capua e il terriorio occupato dall’attuale Caserta hanno condiviso le stesse vicende. Nel 211 a.C. Capua fu conquistata dai Romani e punita per essersi alleata con Annibale, quindi, il suo territorio venne confiscato, diviso in centurie e dato in locazione con tasse molto alte.

Si può ancora notare ciò che resta della centuriazione romana anche nel tessuto stradale di Caserta.

I ritrovamenti delle tombe sannitiche della Reggia e delle altre tombe sparse per Caserta ci permettono di conoscere e capire meglio la stratificazione storica del nostro territorio.

Bibliografia

AA. VV., Caserta e la sua Reggia: il Museo dell’Opera, Electra Napoli, 1993

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