Quaresima a Napoli
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Il tempo della Quaresima a Napoli è vissuto in maniera estremamente particolare, poiché è considerato un tempo di preparazione dei riti e delle tradizioni pasquali, piuttosto che di attesa, penitenza e digiuno prima dei giorni stessi della Pasqua.

Etimologia del termine Quaresima

Il termine Quaresima: deriva dal latino quadragesima, ed è utilizzato soprattutto nell’ambito ecclesiastico per indicare il ‘quarantesimo’, ovvero il periodo lungo 40 giorni che inizia il Mercoledì delle Ceneri e termina con la Pasqua poiché le cinque domeniche e quella Delle Palme non sono contate come giorni di digiuno, ma non mancano teorie che vogliono che la Quaresima termini il Giovedì Santo con la Messa in coena Domini e l’apertura del Triduo pasquale.

Il canto di Lode ha sostituito l’Alleluia, i parametri sacri, sono viola.

Le tradizioni della quaresima a Napoli

Nonostante la Quaresima sia un tempo di privazioni anche culinarie, la cucina napoletana ha saputo inventarsi piccole prelibatezze che sono diventate poi tradizioni culinarie del tempo quaresimale napoletano.

Infatti, sin da tempi lontani, era consuetudine – nei monasteri presenti in città – preparare i biscotti quaresimali, dolciumi che oggi si trovano facilmente nei negozi di genere alimentare.

Si tratta di biscotti dall’impasto veloce, fatto rigorosamente a mano, nei quali non vi è traccia di grasso animale, realizzati con farina, uova, lievito per dolci, zucchero, mandorle tostate, vanillina, cannella e cedro, questi ultimi troveranno poi ampio spazio nella pastiera.

Quaresima a Napoli
Quaresima a Napoli – i biscotti quaresimali

Bisogna tenere presente che, oggigiorno, nel tempo di Quaresima in generale, le privazioni sono estremamente limitate, oltre al divieto di mangiare carne il venerdì, al cattolico osservante è fatto invito a vivere un tempo di riflessione e di preghiera, ciononostante nelle vetrine dei negozi si iniziano a vedere simboli e dolci della festa della Pasqua, sugli scaffali si trovano confezioni di cedro candito, bottigline di acqua millefiori, barattoli di grano cotto, che ben presto troveranno posto nelle dispense delle case.

Tradizioni popolari e riti pagani della quaresima a Napoli

Il conteggio dei quaranta giorni che traghettano i fedeli verso la Settima Santa, non manca di usanze caratteristiche che si riscontrano in molte città della Campania, come ad esempio esporre un fantoccio dalle sembianze di una strega, la vedova di Carnevale, caratterizzata dalla presenza di 5 piume sugli stracci che formavano le sue vesti e che simboleggiavano le 5 domeniche di Quaresima e che vengono staccate man mano che le stesse passano per poi bruciare il fantoccio il Sabato Santo.

Negli angoli bui e nascosti delle case, compaiono piccoli vasi di terracotta od anche piattini: all’interno di questi, su di un batuffolo di ovatta bagnata, il tempo quaresimale è scandito dallo germoglìo di chicchi di grano che, una volta fioriti daranno dei fili di grano gialli: sono quelli che il popolo napoletano chiama semplicemente i Sepolcri e che troveranno il loro posto sugli altari lungo le navate delle chiese per le celebrazioni del Giovedì Santo, nel giorno del napoletanissimo ‘struscio a Toledo’, della visita ai Sepolcri e della famosissima zuppa di cozze.

Quello della Quaresima è un momento di preparazione che viene utilizzato per l’organizzazione delle tante rappresentazioni popolari legate al Sacro Triduo di Pasqua, come quelle della Via Crucis che si svolgono sul territorio regionale, o della Processione dei Misteri procidani, o dei Carri e degli Stendardi dedicati alla Madonna dell’Arco che vede le celebrazioni in Suo onore a partire dal pomeriggio del Sabato Santo fino al Lunedì di Pasquetta.

I riti legati alla Madonna dell’Arco

Le cinque domeniche sono utilizzate infatti, per chiedere offerte che saranno poi portate al Santuario di Madonna dell’Arco il Lunedì in Albis.

La richiesta delle offerte è sempre accompagnata da momenti estremamente folkloristici di cui si rendono protagonisti i battenti, i devoti della Madonna dell’Arco, seguiti da bande musicali e stendardi.

Comunque lo si legga, il periodo quaresimale resta un tempo di preparazione spirituale che trova esplicazione concreta nelle rappresentazione di cui il popolo si fa interprete nei Sacri giorni del Triduo di Pasqua.

Sitografia di Riferimento:

treccani.it

sololoibri.net

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