Oggi si chiama Valle dell’Angelo ed è il comune campano con il minor numero di abitanti, circa duecentocinquanta, a fronte di un’immensa estensione territoriale, pari a circa trentasei chilometri quadrati. Eppure, la storia di questo comune risale addirittura al X sec. d.C.
Un comune ricco di storia
Siamo nel profondo Cilento, ad oltre seicento metri sul livello del mare, in un’area che domina tutta la Valle del Calore, complice anche il vicino Monte Ausinito, con i suoi 1120 metri di altezza. Molto probabilmente fu proprio questa sua posizione più riparata che convinse i monaci basiliani, provenienti dalla Siria, a rifugiarsi qui per sfuggire alle persecuzioni iconoclaste in atto nell’Impero Bizantino. Intorno ai conventi si raccolsero pastori e contadini, che furono impegnati nel lavorare la terra per adattarla alla coltivazione di leguminose, viti e ulivi. Altri autori ritengono che alcune costruzioni siano state edificate già prima della venuta dei monaci e fungevano da riparo per i pastori durante le transumanze.
Un tempo dipendeva da Laurino
Il paese seguì le alterne vicende storiche della vicina e importante Laurino, prendendo dapprima il nome di Casaletto di Piaggine, poi di Laurino Le Chiaine Sottane e, infine, di Piaggine Sottane. Le “Chiaine” derivano dalla deformazione del termine “Ghiaine”, che rappresentano i detriti franati dai monti per le piogge abbondanti, mentre le “Piaggine”, derivano dalla corruzione di “Plaia”, “piaggia”, le spiaggette che si trovavano sulle rive del fiume Calore. Piaggine Sottane restò frazione di Laurino fino al 1873, quando fu elevata al rango di comune, prendendo il nome di Valle dell’Angelo.
Da Piaggine Sottane a Valle dell’Angelo
Tale scelta fu dovuta alla presenza in zona di una grotta, situata a quasi mille metri di altezza, dove si venerava l’Arcangelo Michele. I fedeli vi si recano in pellegrinaggio il 18 maggio, visto che si tratta di “ascendere” con un cammino di più di un’ora, ma che si tratta di un rito molto sentito.
Valle dell’Angelo è stata definita “città di bambini”, titolo sancito durante l’incontro della Biennale delle Arti e delle Scienze del Mediterraneo, dal quale è emerso che essa si offre ai bambini come loro “città ideale”, trattandosi di un luogo in cui lo spazio e il tempo sono misurati secondo ritmi che favoriscono la contemplazione e la creatività.
Luoghi d’interesse
La prima sosta da compiere a Valle dell’Angelo è sicuramente la visita alla Chiesa di San Barbato. Ci troviamo proprio nel punto più importante della città, centralissimo e luogo di ritrovo dei vallangiolesi, anche per la presenza di un bar e di un’osteria molto caratteristici. Bellissimo il campanile che si trova di fianco alla Chiesa e che risale al diciassettesimo secolo. Si tratta di una Chiesa davvero unica nel suo genere, con tanto di portale in pietra, portone di legno massiccio e organo del Settecento.
Un lento spopolamento partito dal 1860
Ora, si potrà dire di tutto sull’argomento, di sicuro si potrà affermare che il mondo cambia e che bisogna essere pronti ad adattarsi altrimenti si rischia di restare bloccati, ma sta di fatto che la popolazione di Valle dell’Angelo fino all’unità d’Italia contava 1500 abitanti. Da quel momento in poi, a poco a poco, c’è stato un lento e inesorabile spopolamento, infatti già nel 1900 si era arrivati a 1000 abitanti, fino a giungere, man mano, con il censimento del 2017, a 234 abitanti.
Tutto questo impone una duplice riflessione sia storica, che di attualità. Da un lato, un paese che viene impoverito da un avvenimento che, invece, aveva promesso una “liberazione” da condizioni di vita difficili e disagiate; dall’altro una continua fuga verso i centri urbani, con il conseguente impoverimento umano di luoghi che meriterebbero ben altra fortuna, per la storia e le bellezze che conservano.
Bibliografia
Economia e società nel Cilento medievale, Pietro Ebner, Edizioni di Storia e Letteratura
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