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Un tempo, l’attuale Piaggine, si chiamava Laurino Le Chiaine Soprane, per distinguerla da Laurino Le Chiaine Sottane (l’attuale Valle dell’Angelo). La storia di Piaggine narra di un primo abitato, chiamato Castelluccio, fondato da pastori nomadi che qui trovarono verdi boschi e acqua cristallina. Un luogo che ancora oggi racconta una storia antica e una natura davvero incontaminata, fatta di corsi d’acqua, rupi montuose e terreni carsici.

Piaggine e la Pietra dell'Uoomo
Piaggine e la sua “pietra dell’uomo”, autore Felice Tommasino

L’etimologia di Piaggine

L’etimologia di Piaggine è un intreccio tra latino medievale e corruzioni dialettali. Per alcuni, il termine Chiaine deriverebbe dalla “glarea”, cioè la ghiaia dei sedimenti sui quali il paese fu fondato, che successivamente diventò Piaggine dal termine latino “Plaia” – cioè le spiaggette che si trovavano sul fiume Calore, fatte di ghiaia e detriti alluvionali. Per altri storici locali, invece, l’etimologia di Piaggine deriverebbe sempre dal termine latino “Plaia”, ma rappresenterebbe la sua naturale evoluzione nei secoli, tra dialetto e latino. Le “Chiaine”, infatti, sarebbero la corruzione dialettale delle “Piagge”, le piccole spiaggette che avrebbero poi portato all’attuale toponimo Piaggine.

Un paese “tirato su” dai monaci cavensi

Storicamente, a causa della malaria e delle continue incursioni saracene, tutta quest’area cilentana e Piaggine, in particolare, dovette molto del suo sviluppo all’opera meritoria e ininterrotta dei monaci benedettini dell’Abbazia di Cava de’ Tirreni. Essi, infatti, fecero costruire strade e acquedotti, insegnarono le tecniche agrarie, curarono gli ammalati e offrirono sia sostegno economico che spirituale.

Fu così che nel 1159 Papa Alessandro III, alla luce dell’intenso lavoro svolto dai monaci cavensi in quell’area, compresa la fondazione del Monastero e della Chiesa di San Simeone, dichiarò esente la comunità monastica e, con l’emanazione di una Bolla, la sottrasse all’ordinaria giurisdizione territoriale del vescovo. Tra il 1500 ed il 1600 fu costruita la chiesa madre di San Nicola e nella parte alta del paese fu eretto il convento dei frati cappuccini, con la scuola di filosofia e teologia, e la cappella di Santa Maria del Carmine.

Antica Piaggine
Piaggine antica

Gli altri edifici religiosi

I principali edifici religiosi nel centro abitato sono la Chiesa di San Nicola (eretta nel 1500, e più volte rimaneggiata), la Chiesa della Madonna del Carmine (del 1500), la Cappella della Madonna delle Grazie (nella periferia del borgo) e la Chiesa di San Pietro (del 1200, restaurata nel XVII secolo e di recente). Inoltre, sono meta di pellegrinaggio la Piccola Cappella dedicata alla Madonna della Neve (situata in una grotta naturale sul Monte Cervati, a 1.830 m) e la Chiesa della Madonna del Vivo (collocata sul monte omonimo a circa 1.230 m)

Tra briganti e giacobini

La storia di Piaggine racconta anche quella di un’aspra lotta tra briganti e giacobini. Infatti, nell’ottobre 1806 – per punire il paese dall’assalto e dal saccheggio perpetrato a Laurino dal piagginese Nicola Tommasini e da altri quattromila uomini, tra cui i briganti capitanati da Panedigrano – ebbe luogo una feroce rappresaglia da parte dei francesi, con ogni sorta di violenza fisica, culminata con il saccheggio dei tesori e l’incendio della Chiesa di S. Nicola.

Nel giugno 1815, ritornato sul trono Ferdinando di Borbone, Nicola Tommasini tentò di nuovo l’assalto ma fu respinto dagli uomini del Tenente Gaetano Puglia, fedele ai giacobini. Nel mese successivo, però, un nuovo e furibondo attacco, al grido di «Viva Ferdinando e morte ai Giacobini», fu sferrato da Tommasini e dai suoi uomini.  Il Tenente Puglia, che versava in gravi condizioni nel letto di casa sua, fu catturato e bruciato vivo nella piazza del paese.

Sta di fatto che Piaggine, come del resto buona parte dei comuni cilentani di quest’area, hanno tracciato un solco profondo nella storia della nostra regione.

Bibliografia:

Il Mezzogiorno preunitario: economia, società e istituzioni – Angelo Massafra
Storia e topografia antica della Lucania – Giovanni Riccio – Stamperia dell’Industria

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