Il castello Scilla è una delle attrazioni turistiche campane presenti nel Comune di Marano di Napoli. E’ localizzato nella parte periferica della città, esattamente in via Marano Pianura. La sua struttura è stata resa irriconoscibile dalle trasformazioni subite nei secoli, ultima, addirittura, un palazzo realizzato all’interno dello stesso. Proviamo, dunque, a ricostruire la memoria storica di questo luogo, che ancora mantiene l’imponenza del passato pur risultando mutilato irrimediabilmente.
Il castello Scilla è nato come baluardo difensivo: per i contadini era visto come un rifugio sicuro, che permetteva loro di attendere serenamente allo sviluppo delle attività agricole. La storia, infatti, ci insegna che i villaggi non si sviluppavano solo e sempre intorno alle chiese bensì intorno ai luoghi fortificati ed i castelli, in ogni caso per almeno due ragioni fondamentali: la fertilità delle terre e il grado di sicurezza. Marano li aveva entrambi e a questi si aggiunge l’amenità dei luoghi.
La storia
Attorno alla nascita del castello Scilla girano due ipotesi alternative. Secondo una prima tesi, fu edificato intorno al 1275 per desiderio di Carlo d’Angiò per proteggere la Campania Felix dalle scorrerie dei pirati saraceni. Una seconda tesi sostiene invece che fu Federico II a volerlo fare edificare e si adoperò ad affermare la presenza imperiale sul territorio.
Il castello Scilla fu amministrato dalla famiglia della Marra, originaria di Amalfi. Federico II nominò Angelo della Marra a “visitator generale sopra tutti gli officiali del regno”. I Della Marra tennero il castello Scilla sino al 1696, quando la fortezza divenne proprietà di Guglielmo Ruffo di Calabria. I Ruffo rimasero padroni sino agli inizi del XIX secolo, periodo nel quale il castello fu abbondonato e lasciato all’occupazione contadina.
Il Castello Scilla: architettura
Oggi la struttura è abitata, non curata e completamente trasformata per l’uso abitativo. Antistante l’ingresso troviamo la cappella, originariamente dedicata a San Nicola di Bari, oggi intitolata alla Madonna del Castello.
Il castello, realizzato con la locale pietra tufacea, oggi presenta una confusa summa di stili architettonici. L’ingresso al maniero, un tempo protetto ai lati da torrette, è rivolto a mezzogiorno ed è ornato da un portale in tufo. Gli spazi comuni sono divisi in due corti: nella prima, una scala in lapillo immette ai piani superiori, una tempo addetti alle dipendenze interne. Una seconda scala conduce alle segrete, le prigioni del “Tribunale di Campagna”. I locali del pianterreno erano occupati dal corpo di guardia, dalle scuderie, dalle cucine e dalla servitù.
In fondo a questa prima corte, attraverso un arco fornito di camminamento per il servizio di guardia, si accede al secondo cortile nel quale sono ancora oggi visibili tre cisterne per la raccolta delle acque.
La cappella della Madonna del Castello
La fortezza sarà anche un pezzo di storia trascurato, ma non sono andate perdute le consuetudini in onore della Madonna del castello. Il 12 settembre di ogni anno la comunità maranese del castello Scilla si appresta a vivere un importante evento religioso legato alla festa del Santissimo Nome di Maria. Dopo la celebrazione di una messa, segue una breve processione per le vie della popolosa frazione collinare.
Non mancano, purtroppo, spiacevoli fatti di cronaca. Un blog locale, ci ha raccontato che nella notte tra l’11 e il 12 marzo 2001 i ladri portarono via una bellissima tela a olio, risalente al 1400, raffigurante l’Immacolata Concezione circondata da angioletti. Inoltre furono rubate anche due campane di vetro con alcune statuine vecchie di un paio di generazioni, una bacheca con gli ex voto e, infine, una coroncina d’oro. Il furto venne ravvisato il giorno seguente, a mattina inoltrata, da bambini che, tornando da scuola, notarono la serratura e il lucchetto forzati. Furono loro a far scattare l’allarme.
Dispiace ammetterlo, ma il castello Scilla, è proprio l’esempio perfetto dell’ingratitudine verso il proprio passato. Negli anni, è mancata una tutela volta alla conservazione e valorizzazione tramite interventi diretti, come il restauro e la manutenzione, e interventi indiretti, come la sensibilizzazione dell’opinione pubblica.
Bibliografia
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P. Orlando – Appunti di Storia Patria. Marano di Napoli dalle origini al 1650 – Napoli 1970
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G. Agnello, L’architettuta angioina nell’Italia meridionale, Napoli 1962
L. Santoro – I sistemi difensivi nel Mezzogiorno d’Italia – Napoli 1992
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C. A. Willemsen – I castelli di Federico II nell’Italia meridionale – Napoli 1979
I.Turco-Il Castello di SCILLA e il CASTEL BELVEDERE
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