Alcune usanze del popolo racchiudono tutto il senso di quell’umanità profondissima che ci fanno tornare ad avere speranza nel mondo. Questo è il caso della pizza fritta “oggi a otto”, una tradizione tipica della Napoli più povera che si è conservata fino al XX secolo. Come dimenticare la scena famosissima di Sophia Loren nel film “L’oro di Napoli”?
Letteralmente significava: “la mangio oggi e la pago tra otto giorni”, nella speranza di poter saldare il debito. E così si godeva anche il cibo senza lo stress del pagamento.
Un gesto di solidarietà
La pizza “oggi a otto” era una dichiarazione di amore verso il prossimo, in quartieri in cui tutti, purtroppo, condividevano le stesse vite nella miseria più totale. Insomma, se il famoso “caffè sospeso” era un’iniziativa nata per sostenere
Nel passato, infatti, le pizze erano vendute non per intero, ma a spicchi. La forma della pizza era anche esponenzialmente più grande rispetto a quella conosciuta oggi, oltretutto erano trasportate in grossi contenitori di rame. Quelle fritte, invece, erano realizzate al momento da venditori ambulanti che giravano con i propri carretti. Si piazzavano lungo le strade dei quartieri popolari, con un grembiule sporco di ogni sorta di ingredienti, senza protezioni e irrispettosi delle più basilari norme igieniche moderne. Ma al popolo interessava solo riempirsi la pancia: la pizza fritta era una soluzione più economica e semplice da preparare rispetto alla classica margherita, essendo necessario solo un recipiente per friggere le pagnotte imbottite di ricotta e cicoli. Gli ingredienti, invece, si preparavano a casa.
La pizza fritta “oggi a otto”, una festa del quartiere
Quando arrivava il carretto delle pizze fritte nel vicolo era un momento di festa. Spesso si vendeva una pizza fritta per pochi centesimi, poi si passò a una lira sul finire del XIX secolo. Il venditore sceglieva con perizia la strada corretta, spesso approfittando di cerimonie religiose, giorni di lavoro o altri eventi particolari. Altri, invece, avevano il privilegio di poter disporre di un basso acquistato con risparmi sudatissimi: ancora oggi ai Quartieri Spagnoli abbiamo l’onore di poter vantare la presenza di Fernanda, la donna che da una vita impasta le pizze fritte.
Ad ora di pranzo era una ressa attorno al carretto: tutti volevano accaparrarsi una pizza fritta, che veniva elargita senza pretendere subito il pagamento. Anche dai balconi le massaie calavano i panieri quando volevano regalare un pranzo speciale ai bambini.
Tutto questo avveniva spesso senza vedere nemmeno un soldo uscire dalle tasche dei clienti. Tutto normale: c’era infatti un’intesa fra il pizzaiolo e i suoi clienti. Li conosceva tutti.
Bastava uno sguardo e, pur essendo completamente analfabeti, gli esperti pizzaioli aggiungevano al proprio registro mentale il nuovo debito del cliente.
Dall’altro lato, invece, la fiducia ricevuta dal venditore era spesso ricambiata: prima infatti si mangiava e poi, seguendo un’antica filosofia del popolo più povero, al portafogli ci avrebbe pensato il buon Dio. E alla fine i debiti verso i pizzaioli erano spesso ripagati, permettendo ai poveri lavoratori di portare avanti la propria attività con modesti guadagni.
Incredibile a pensarlo oggi, se immaginiamo le tante pizzerie gourmet!
Profondo insegnamento
Oggi la pizza fritta “oggi a otto” è solo un lontano ricordo dei più anziani: con il benessere moderno, infatti, l’alimento più buono del mondo è diventato una moda mondiale. Eppure questi piccoli episodi di antica umanità servono, oggi più che mai, a insegnarci un profondo senso di ottimismo e solidarietà fra gli uomini.
-Chiara Sarracino
Riferimenti:
Renato Benedetto, Napoli di ieri, Grafica Tirrena, Napoli, 1973
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