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Il 29 aprile 1945 nella Reggia di Caserta si riunirono tutti i protagonisti della II Guerra Mondiale per firmare l’atto con cui, per sempre, si dichiarò concluso il più grande dramma della Storia umana. Quell’atto fu chiamato “la resa di Caserta” e sancì, definitivamente, la fine delle ostilità in Italia.

Insomma, se festeggiamo il giorno della liberazione il 25 aprile (in occasione della proclamazione dell’insurrezione a Milano, con il discorso “Arrendersi o perire!” di Sandro Pertini), in realtà l’atto ufficiale che vide la fine della guerra arrivò qualche giorno dopo, ma 800km più in basso.

Sala di Astrea Resa di Caserta
La sala di Astrea, dove fu firmata la Resa di Caserta

Le ultime ore della Guerra

Dopo Salerno, che fu capitale per sei mesi, un altro capoluogo campano (che proprio in quel periodo aveva perso la provincia) diventò cruciale per gli eventi della Guerra, in uno dei monumenti più importanti d’Italia. Chissà cosa avrebbe detto Carlo di Borbone se avesse potuto conoscere il futuro delle sale che fece progettare a Carlo Vanvitelli!

La Reggia, infatti, dopo la presa di Caserta diventò il quartier generale degli Alleati, con tanto di residenza personale del generale Harold Alexander, che dormiva nelle stesse stanze dove ottant’anni prima morì Ferdinando II di Borbone.

Il momento della resa arrivò alla fine di sei mesi di fittissime trattative segrete partite in Svizzera nel dicembre 1944 fra Allen Dulles, capo dei servizi segreti e futuro direttore della CIA, e Karl Wolff, generale delle SS plenipotenziario in Italia. Da lontano (ma non troppo), l’Unione Sovietica assistette con un suo osservatore.
Il sipario stava ormai calando sull’Asse: il 28 aprile fu mitragliato Mussolini a Dongo, catturato mentre era in viaggio verso le montagne del Nord Italia con mezzi di fortuna.

L’intervento americano, l’astuzia inglese e l’inarrestabile Armata Rossa avevano ormai avuto la meglio sulle potenze dell’Asse in tutto il continente europeo, ma il comando tedesco non aveva alcuna intenzione di arrendersi. L’idea di organizzare a Caserta la firma per la resa, infatti, venne in totale autonomia a due ufficiali tedeschi senza rispettare alcun comando superiore, rischiando la propria stessa vita. E se non fosse morto Hitler, probabilmente la resa di Caserta non avrebbe sortito gli effetti sperati.

Resa di Caserta sala d'Astrea
L’incontro per la resa di Caserta nella Sala d’Astrea

La Resa di Caserta

Ed eccoli lì, radunati attorno ad un tavolo nella sala di Astrea, gli uomini che misero un punto su una delle pagine più orribili della Storia d’Italia. Da un lato della fotografia, a sinistra, ci sono i due plenipotenziari tedeschi, Viktor von Schweinitz e Eugen Wenner, vicino l’interprete e l’estensore.
Sulla destra ci sono invece il Generale William Duthie Morgan e alle spalle, in veste di osservatore sovietico, il Generale Aleksei Kiričenko. Non era presente il delegato della Repubblica di Salò perché non era considerato uno Stato legittimo: i tedeschi però lavorarono per ottenere una delega da parte degli ultimi fedelissimi di Mussolini. E ci riuscirono. Notiamo anche la mancanza di rappresentanti del governo italiano, che era appena passato nelle mani dell’esperto Ivanoe Bonomi.

William Duthie Morgan Reggia di Caserta
Il generale Morgan nel suo ufficio nella Reggia di Caserta

La sala di Astrea aveva un altissimo valore simbolico sin dai tempi dei Borbone: fu decorata su ordine di Gioacchino Murat, ma fu Ferdinando IV di Borbone a destinarla come anticamera per gli ambasciatori, segretari di Stato e altri dignitari. Notiamo anche la particolarità: Astrea, nella mitologia greca, era una dea che simboleggiava la gustizia. E il dipinto realizzato in epoca francese raffigura proprio il trionfo della giustizia sulla prepotenza, ignoranza e l’errore.

Tutti questi simbolismi, a uomini di campo come i militari che frequentarono la Reggia in quel periodo, interessavano ben poco. È difficile immaginare poi i militari che passeggiavano nel giardino inglese della Reggia di Caserta, con fittissimi colloqui prima di radunarsi alla.

Così, mentre a Caserta fu messo il punto, a Milano fu esposto il cadavere di Benito Mussolini a Piazzale Loreto. Il giorno dopo Hitler si suicidò nel suo bunker di Berlino. Da Sud a Nord, la guerra era davvero finita, sulla carta e con le armi.

-Federico Quagliuolo

Resa di Caserta documento archivio storico reggia di caserta
Un documento conservato nell’Archivio Storico della Reggia di Caserta scritto proprio per preservare la memoria storica della resa di Caserta
Resa di Caserta documento
Il continuo del documento superiore

Riferimenti:
Elena Aga-Rossi, Operation Sunrise. La resa tedesca in Italia del 2 maggio 1945, Mondadori, Milano, 2005

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