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Napoli è la tomba del primo vescovo di New York.
Una storia fatta di coincidenze strane e tanta sfortuna per il povero Richard Luke Concanen, che morì nella chiesa di San Domenico nel 1810.

D’altronde, i fili paralleli che legano le due città sono innumerevoli: una città vecchia di oltre tremila anni, l’altra, invece, ne ha poco più di quattrocento. In comune hanno il 41° parallelo nord e, soprattutto, le vite di tanti uomini che hanno viaggiato fra i loro porti.

Primo vescovo di New York Concanen San Domenico
“Richard Luke Concanen, primo vescovo di New York”

Chi era Richard Luke Concanen?

Nato in Irlanda nel 1747 e trasferitosi in Italia a 17 anni, entrò a far parte dell’ordine dei Domenicani.
Persona intelligentissima e molto furba, si fece subito notare dal Papa, che lo nominò “Agente del Vaticano“, mandandolo in giro per il mondo a riferire la volontà di Roma.
Parlava perfettamente sette lingue ed era molto carismatico e testardo: perfetto per diventare un diplomatico ante-litteram.

Quando l’America diventò indipendente, poi, Concanen ebbe il colpo di genio: era il momento perfetto per portare la parola del cattolicesimo nelle terre che, fino a poco prima, erano dominate dall’Inghilterra. Invitò personalmente i migliori esponenti della Chiesa a trasferirsi in America e, nel 1807, consegnò al Papa la lista di tutti i possibili candidati per le diocesi delle principali città americane.
Bisogna coltivare i rapporti con una potenza nascente“, disse. Ci vide lungo.

Tomba di Concanen
La sagrestia di San Domenico Maggiore, con la tomba di Concanen. Foto di Federico Quagliuolo

Il primo vescovo di New York non vede New York!

Alla fine del 1700 Napoli era invece già una delle capitali più importanti del mondo e, soprattutto, grazie ai Meuricoffre, era il porto Europeo più attivo nei commerci via mare con New York.
Dopo essere stato nominato Vescovo, Concanen fu quindi inviato in America attraverso Napoli, ma gli fu impedita la partenza dai soldati napoleonici: pensando fosse un nemico inglese, fu bloccato in città in attesa di ulteriori accertamenti.

Passò allora gli ultimi 3 anni della sua vita nella chiesa di San Domenico Maggiore in attesa di poter partire, inviando quasi giornalmente lettere a New York per riferire i suoi ordini ai preti presenti in città.
Nel 1810, però, morì per febbre senza mai vedere la sua New York.
I napoletani credevano fosse solo un simpatico vecchietto inglese che si aggirava nei dintorni di San Domenico, così come se ne vedevano tanti in città.
Pochi avevano capito che Napoli aveva ospitato uno degli uomini più potenti del Vaticano e, soprattutto, il primo vescovo della città che duecento anni dopo sarebbe diventata la capitale del mondo.

-Federico Quagliuolo

Chiesa di San Domenico Maggiore

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  1. Avatar RENATO ASNAGHI
    RENATO ASNAGHI

    Caro Federico, sono Asnaghi Renato abito a Roma , ho 76 anni e dieci anni fa sono stato colpito da Ictus che mi ha cambiato la vita.L’unico conforto e’ un po di lettura specialmente Storia e cronaca varia.Mi piace leggere quindi i tuoi
    scritti ben fatti e piacevoli, continua cosi. ti ringrazio e…..ciaooooo

  2. Avatar RENATO ASNAGHI
    RENATO ASNAGHI

    Caro Federico

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