Il primo miracolo di San Gennaro fu fatto al Vomero, dalle parti dell’attuale Via Cifariello.
Riavvolgiamo il nastro della Storia di circa 1600 anni: ci troviamo nel IV secolo dopo Cristo. All’epoca il Vomero si chiamava ancora Patruscolo e, al posto del moderno quartiere commerciale e degli antichi villaggi, si diceva ci fossero bellissimi campi di fiori. Il santo beneventano era morto e i fedeli stavano trasferendo le sue spoglie nelle catacombe di San Gennaro a Capodimonte.
Il sangue sciolto per miracolo
Attraverso questi campi passava un corteo religioso che aveva il compito di portare il cadavere di San Gennaro a Capodimonte attraverso l’importantissima arteria romana della “Puteolis Neapolim per Colles”, la strada che portava da Napoli a Pozzuoli attraverso le colline. Stanchi per il calore e la fatica, i viandanti decisero di riposarsi in un prato che oggi si trova fra Piazza Bernini e Piazzetta San Gennaro ad Antignano.
Ed è qui che Eusebia, la donna che raccolse il sangue di Gennaro nel momento della sua morte, poggiò l’ampolla vicino alla testa del cadavere del martire.
Ed ecco il prodigio: il sangue rappreso nell’ampolla ribollì e diventò liquido ed i presenti gridarono al miracolo.
Un piccolo secondo cambiò così un intero millennio: quell’assolata mattina d’estate sul Vomero fu la madre di tutti gli eventi che hanno creato i rituali della Napoli che, per tre volte all’anno, si raduna al Duomo.
A ricordo della tappa vomerese furono erette due cappelle. San Gennariello al Vomero e, poco più avanti, San Gennaro ad Antignano.
La lapide fotografata è recente: fu eretta nel 1946, vicino alla basilica di San Gennaro ad Antignano.
Siamo sicuri che il primo miracolo di San Gennaro sia accaduto al Vomero?
Non tutti però la pensano così: secondo buona parte della storiografia religiosa, il primo prodigio obiettivamente documentato si è realizzato circa 1000 anni dopo questa storia, precisamente nel 1389. Anche le cappelle sarebbero nate per ricordare non il miracolo, ma la consegna dell’ampolla di Sangue da Eusebia al vescovo di Napoli.
Un’altra certezza è legata alla definizione dell’evento: i napoletani lo chiamano “miracolo”, ma per la Chiesa è considerato tecnicamente un “prodigio“. Formalità che ai napoletani non sono mai appartenute!
Chiara Sarracino
Dedicata a Enzo Razzano, che generosamente ha supportato Storie di Napoli. Sostienici anche tu con una donazione!
Riferimenti:
http://www.famigliacristiana.it/articolo/san-gennaro-dal-martirio-al-miracolo-del-sangue-le-cose-da-sapere.aspx
Lascia un commento