“Nullum in orbe sinus Baiis praelucet amoenis” (“Nessun luogo nel mondo risplende più dell’amena Baia”) scriveva Orazio nel I secolo d.C. nelle sue Epistole. Dopo più di duemila anni Baia, Bacoli, Miseno e, più in generale, i Campi Flegrei sembrano non aver perso il proprio fascino agli occhi di turisti e dei propri abitanti. Basterebbe semplicemente andare a fare una passeggiata in quelle zone per accorgersi del cospicuo numero di bagnanti che ogni anno nel periodo estivo scelgono le spiagge del litorale flegreo per ritrovare un po’ di pace dalle noie quotidiane e rilassarsi. La verità è che questo posto sa di magico. Saranno le fumarole che in alcuni luoghi sbucano dalle viscere della terra, saranno gli spettacolari paesaggi e le viste mozzafiato, saranno quegli ordinati vigneti che si fanno largo lungo la strada, ma qui l’aria è veramente diversa. Qui mito, leggenda e storia sembrano confluire nella paesaggistica e nella scienza, offrendo a chi osserva la possibilità di comprendere a pieno le nozioni di bellezza e cultura. Si pensi che Capo Miseno è un luogo fondamentale per tutti gli studiosi, umanisti e non. Fu qui che Plinio il Giovane scrisse la sua lettera a Tacito, un testo di fondamentale per gli scienziati per la comprensione dei fenomeni vulcanici ( si pensi che oggi l’aggettivo “pliniano” è un termine adoperato in vulcanologia per definire il grado di un’eruzione di tipo esplosivo) e per umanisti per lo studio antropologico e sociologico dell’epoca.
Pur essendo un luogo ricco di cultura, chi, andando oltre un semplice tuffo a mare, conosce le bellezze storiche e mitiche che questi luoghi riservano? Purtroppo pochi. Questo articolo, perciò, tra i tanti propositi ha quello di proporre cinque luoghi assolutamente imperdibili da visitare di modo che, chissà, magari tra un bagno e un’abbronzatura, il lettore abbia anche la possibilità di conoscere meglio la località che di solito frequenta per rilassarsi
- LE TERME DI BAIA
Abbiamo esordito esattamente con la stessa frase che troverete all’ingresso delle terme di Baia. Il complesso, visitabile tutti i giorni (per maggiori info clicca qui) è uno dei più affascinanti e antichi. Risalirebbe, addirittura, al I secolo a.C.. Il complesso è costruito su più livelli collegati da scale e vialetti. La prima a comparire è la struttura denominata Villa dell’Ambulatio, che si dispone su sei terrazze, dalle quali è possibile godere, tra l’altro, di una splendida vista su tutto il golfo di Pozzuoli. L’architettura offre importanti indicazioni su quali fossero i modi in cui i romani costruissero i propri edifici. Proliferano ovviamente costruzioni realizzate con la tecnica dell’opus reticulatum e opus latericium, ma non solo. Alcuni edifici mostrano come la decorazione delle dimore fosse importante per i patrizi. Tracce di stucchi, infatti, sono ancora presenti lungo le pareti esterne delle dimore. Un trionfo di colori, oggi scomparso a causa delle incurie e delle ingiurie del tempo, e che all’epoca probabilmente sarebbe stato indice della potenza e della ricchezza di quelle famiglie che avevano la fortuna di dimorarvi. Opulenza testimoniata dai maestosi busti ritrovati e oggi conservati al museo del Castello Aragonese di Baia. Scendendo i gradoni e i terrazzamenti si arriva al livello del mare. Questa zona del complesso è molto importante a livello architettonico e culturale. In tutto il suo splendore è possibile osservare un esempio ben conservato di calidarium romano, cioè la parte dedicata ai bagni in acqua calda e vapore, caratterizzata dai numerosi fori presenti lungo le pareti. La struttura, inoltre, è stata realizzata secondo le già citata tecniche di opus reticulatum e opus latericium, tipiche dell’architettura romana.
Passeggiando sarà possibile osservare tre costruzioni: i templi di Diana, Mercurio e Venere (quest’ultimo in realtà posta al di fuori del sito e oggi sita a pochissimi passi dal porto). In realtà oggi pare che il termine “tempio” sia abbastanza improprio se riferito a queste costruzioni, le quali probabilmente non fungevano da luoghi di culto, ma molto più semplicemente erano parte integrante del complesso termale. Tale toponomastica sembra tragga origine dalla tradizione popolare: il tempio di Diana, ad esempio, sembra debba il suo nome alle raffigurazioni, ritrovate al suo interno, ritraenti scene di caccia. Il tempio di Mercurio altro non sarebbe che un semplice frigidarium (ovvero il luogo preposto ai bagni di acqua fredda). Il tempio di Venere trarrebbe, invece, l’origine del suo nome dai rumores (‘pettegolezzi’) che volevano che proprio a Baia sorgesse un grande tempio dedicato alla dea. In realtà sappiamo oggi che questa struttura doveva essere la parte più grande di un plesso ben più ampio, in gran parte oggi andato perduto.
Le terme di Baia, dunque, sembrano essere un luogo talmente avvolto nella leggenda e nel mito da risentirne persino a livello linguistico e toponomastico e da ispirare, oltre che importanti autori latini, anche una delle opere più importanti di Giovanni Boccaccio: l’ Elegia di Madonna Fiammetta. Sarà, infatti, in questi “marini liti” che l’avvilita Fiammetta verrà a rilassarsi (con scarsi risultati) dopo essere stata lasciata da Panfilo.
2. PISCINA MIRABILIS
Poco lontano da Baia, nascosto tra i vicoli di Bacoli c’è un cancello. Entrandovi potrete scendere nel sottosuolo e scoprire l’affascinante mondo della Piscina Mirabilis. La struttura scavata all’interno della collina per quanto maestosa, nient’altro era che una cisterna d’acqua. Sembra banale, ma per l’epoca non lo era affatto, anzi. Essa era un luogo di profondissima importanza e per le sue dimensioni. Si pensi, infatti, che in età imperiale essa riforniva di acqua potabile tutta la zona flegrea, facendola giungere a Miseno, porto in cui risiedeva la flotta romana, addirittura dai pressi del monte Terminio, in provincia di Avellino, grazie ad una straordinaria opera infrastrutturale dell’epoca augustea quale l’acquedotto del Serino. Il nome attuale le è stato attribuito, tuttavia, soltanto in epoca recente, tra il ‘600 e il ‘700, quando diviene meta dei più importanti viaggiatori dell’epoca (Grand Tour), rimasti estasiati dalla sua grandezza e dalla sua imponenza. Importanza questa testimoniata dai graffiti e dalle firme lasciate da questi stessi, visibili ancora oggi lungo le pareti. La scarsa luce, proveniente da alcune aperture laterali, sembra conferirle quella solennità tipica di un luogo religioso. Questo gioco di luci, le volte caratterizzate da archi a tutto sesto e i corridoi ampi conferiscono a questo posto strutture molto simili a quelle di una chiesa. È, però, solo apparenza, poiché in realtà queste navate sono interrotte da dei pozzetti, che servivano per raccogliere l’acqua e poterla direttamente indirizzare alla flotta, sita lì vicino, attraverso un sistema di canali. Insomma la Piscina Mirabilis è un luogo magnifico, purtroppo, attualmente indisponibile e non visitabile a causa della situazione Covid 19 (per maggiori info clicca qui).
3. La tomba di Agrippina
Sita nei pressi della Marina di Bacoli, non lontano né dal complesso archeologico delle terme di Baia né dalla Piscina Mirabilis ecco comparire uno dei luoghi più importanti e, probabilmente, dimenticati della zona flegrea: la tomba di Agrippina. Secondo le leggende pare, infatti, che quivi fosse seppellita proprio la madre dell’imperatore Nerone, una delle figure più importanti dell’epoca imperiale. In realtà sembra trattarsi di una leggenda, dovuta al fatto che, a Baia, Agrippina fosse stata uccisa da Burro, prefetto del pretorio di Nerone, per ordine di quest’ultimo, infastidito dalle continue intromissioni di questa nelle faccende di governo e della sua vita privata. Ma perché la tradizione vuole che la tomba di Agrippina fosse ubicata proprio in questo luogo? La spiegazione più logica sembra essere quella che gli esploratori del passato, di cui abbiamo già parlato poc’anzi, fossero influenzati dai versi di Tacito, autore di riferimento per loro, il quale collocava la tomba proprio lungo la strada per Miseno. La costruzione visibile dalla spiaggia di Bacoli, è formata da tre emicicli che si diradano su più livelli, collegati fra loro da gradoni. Anche qui emerge dal tufo quella rete romboidale tipica dell’opus reticulatum, già osservata a Baia e alla Piscina Mirabilis. Sembra trattarsi di un Odeon, cioè un teatro in cui più che i drammi erano inscenate rappresentazioni poetiche o musicali. Nel I d.C. avrebbe abbandonato questa funzione per diventare un ninfeo a esedra, cioè un luogo di carattere religioso. Oggi il sito pur essendo anch’esso ancora chiuso per Covid è perfettamente visibile dalla spiaggia.
4. Castello Aragonese di Baia
La costruzione fu avviata nel 1495 dagli aragonesi, poco prima che Carlo VIII scendesse in Italia. Sembra che precedentemente fosse in questa stessa zona fosse collocata la maestosa villa di Giulio Cesare (almeno così sono stati interpretate le affermazioni di Tacito). Il castello (clicca sul link per saperne di più), la più famosa struttura tra quelle citate, anche per la presenza delle spiagge vicine, sorge precisamente sul dorso di due coni vulcanici, perfettamente osservabili anche dalla strada. La sua funzione principale era quella di sorveglianza. In quegli anni, infatti, la pirateria era un problema molto importante e le scorribande di pirati, in modo particolare saraceni, rappresentavano un grave pericolo per gli abitanti delle fasce costiere e, soprattutto, un pesante fattore d’instabilità a livello socio-economico. Nei secoli continuò la sua funzione di fortezza militare. Fu duramente colpito, perciò, poiché sito interessante durante la guerra tra gli austriaci e i Borbone. Re Carlo III, perciò decise di restaurarlo. Oggi, come detto, è sede del museo archeologico dei Campi Flegrei. Qui si trovano, infatti, i bellissimi reperti del complesso archeologico di Baia e di Baia sommersa ). Il sito è visitabile tutti i giorni dal martedì alla domenica (clicca qui per avere maggiori informazioni).
5. LA “BAIA SOMMERSA”
Un luogo importantissimo per l’archeologia, un luogo fondamentale per la geofisica. Il fondale di Baia rappresenta un connubio perfetto di scienza e arte. Le fumarole che sbucano dalle sculture romane fanno sentire il silente respiro del supervulcano flegreo e ricordano a tutti quanto il bradisismo sia un fenomeno che influenzi il passato, il presente e il futuro di questo luogo, rendendolo affascinante oltre che per la sua storia anche per la sua fragilità. Le costruzioni di epoca romana ricordano come un tempo queste strade fossero, addirittura, frequentate dagli uomini e come il fascino di questi posti sia profondamente interconnesso alle decisioni che la natura prende per l’uomo. Basta fare un’immersione, non solo per scoprire un mondo marino, un universo geofisico interessante, ma per permettere a chi lo osserva di essere trasportati in un passato mitico e maestoso, un passato, costituito da numerosi edifici, frequentati dalle famiglie più ricche di Roma e da quella “gens” imperiale come quella Giulio-Claudia, che tra progettazione di ponti bizzarri e il costante bisogno di mostrare la propria opulenza scelse proprio Baia come scenario per le sue vicende più importanti. Non solo, in età adrianea (all’inizio del II secolo d. C.) sembra sorgere una villa immensa chiamata villa dei Pisoni ( clicca sul link per saperne di più). È recente, inoltre, la notizia che dallo scorso 10 luglio il sito avrebbe aperto un nuovo straordinario percorso: sarà visitabile, infatti, la zona tra il ninfeo di Claudio e la Villa dei Pisoni, che in passato costitutiva uno dei centri nevralgici della cittadina.
Insomma tra letteratura, storia, geofisica e arte, Baia e Bacoli sembrano rappresentare un bacino di sapere troppo importante per essere dimenticato o, addirittura, ignorato da una parte della popolazione. Più che un tuffo in acqua, frequentare quelle zone può rappresentare un tuffo nella conoscenza, un tuffo in un sapere talmente vasto da essere ancora poco conosciuto.
Giovanni Ruoppo
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