Passeggiando sul lungomare di Salerno, fra le nuove spiagge attrezzate e la vista della Costiera in lontananza, ci imbattiamo in una collinetta ben fortificata che sarebbe proprio il luogo ideale per vederci sopra il deposito di Zio Paperone.

Si tratta del “Forte La Carnale”, uno dei tantissimi avamposti di difesa costruiti quando, ai tempi del Viceregno, le coste della Campania erano assaltate continuamente dai corsari saraceni.
La provincia di Salerno ne è ricchissima e Lorenzo Santoro, studioso della materia, nel suo dettagliatissimo saggio ne ha censite ben 111 sopravvissute.

Non lasciamoci però ingannare dal nome: in realtà questo luogo ha una storia molto più antica: la parola “Carnale”, infatti, viene da un episodio accaduto circa 1200 anni fa, quando Salerno era ancora capitale del suo principato.

Forte La Carnale collina Masso della Signora
La collina del Forte La Carnale proprio a ridosso della spiaggia

Il Masso della Signora

Anche la collina sulla quale si trova il forte ha una sua storia. I salernitani infatti la chiamavano “mazzo della Signora“, poi reso più raffinato in “masso della Signora” solo negli ultimi anni. Il suo nome ufficiale, in teoria, sarebbe “Colle Bellaria”. Il forte è separato dal resto della collina da un avvallamento che poi fu trasformato in strada, ma prima era un tutt’uno.

Ancor prima che nascesse il forte, nel IX secolo, si verificò in prossimità della collina una battaglia sanguinosa fra i longobardi e i saraceni. Era l’anno 872 e, come sempre, c’entravano i corsari.
I longobardi respinsero l’assalto con grande coraggio, ma il conto delle vittime fu elevatissimo e alla cronaca passò come un carnaio. Di qui, ovviamente, deriverebbe il nome del forte di guardia che occupò la collina così soprannominata in origine.

Altre ipotesi sull’origine del nome si ritrovano da altri storici: secondo alcuni potrebbe venire dal greco “Keiro”, ovvero tagliare, e sarebbe legato alla presenza di caverne sotto la collina dalle quali è stato estratto del materiale per costruzioni.

Se andassimo un po’ più avanti nel tempo, di circa 200 anni, proprio su quella spiaggia sbarcò Roberto il Guiscardo con i suoi normanni. Era l’anno 1077 e il condottiero del popolo erede dei mitici vichinghi conquistò la città, rendendola caput” del ducato normanno: di fatto fu Salerno la prima capitale continentale del futuro Regno delle Due Sicilie.

Forte La Carnale
Il Forte La Carnale di Salerno, foto di Federico Quagliuolo

Il Forte la Carnale, 400 anni di onorato servizio

Se oggi il forte si gode il suo pensionamento grazie ad una trasformazione in edificio civile per mostre e convegni, nei suoi 400 anni di attività ne ha viste di battaglie, partendo dai Saraceni ed arrivando alla Seconda Guerra Mondiale.

La sua origine è databile 1563 per volontà del viceré don Pedro de Ribera, che diede ordine all’imprenditore Andrea di Gaeta di finanziare la costruzione della torre: doveva essere parte del lunghissimo sistema di avamposti e torri di avvistamento per bloccare le incursioni saracene sulle coste campane. Nello specifico, questa era definita “torre cavallaria”, perché ospitava un reparto di cavalleria pronto a riversarsi sulla spiaggia in caso di sbarco nemico.
Il problema è che proprio questo forte si rivoltò contro il governo cittadino: era il 1647 e, mentre Masaniello guidava la rivolta a Napoli, a Salerno Ippolito da Pastina si asserragliava sul forte la Carnale per guidare la rivoluzione anche nel capoluogo.

La sua destinazione militare è rimasta intatta fino agli anni ’80 del XX secolo: quando re Carlo di Borbone, grazie alle imprese di Capitan Peppe, riuscì a mettere un freno ai corsari saraceni, il forte la Carnale diventò una “polveriera”, ovvero un deposito di munizioni. Poi Francesco I lo ribattezzò “Forte San Giuseppe” e lo fece aggiornare per ospitare batterie di cannoni. E così rimase fino al 1924.

Affascinante e terribile pensare che l’ultimo atto di questo bellico di questo forte vide come protagonisti uomini venuti da terre lontanissime: i tedeschi di stanza a Salerno nel lontano 1943. Gli uomini in divisa grigia, con svastiche e passo dell’oca, provenivano dalle stesse terre di quei longobardi che dominarono Salerno per otto secoli e che sbarcarono proprio ai piedi della collina nove secoli prima arrivarono i loro antenati.

Stavolta gli scenari erano invertiti: i tedeschi si trovarono a respingere gli Americani sulla stessa spiaggia protagonista dello sbarco dei normanni. Il tutto in una struttura progettata per resistere a palle di cannone ed assalti all’arma bianca che, 400 anni dopo, con le stesse mura difendeva uomini con mitragliatori e granate.

Con Salerno Capitale ci fu l’ultimo atto di una storia lunghissima e violenta: oggi, dopo un restauro avvenuto negli anni ’80 (i giardini invece sono stati inaugurati nel 2010), il Forte La Carnale è una struttura panoramica, purtroppo in pessimo stato di conservazione, che ricorda solo nel suo nome il sangue che bagnò il mare salernitano.

-Federico Quagliuolo

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