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Personaggio eclettico ed energico, sceneggiatrice e scrittrice, prima donna nella storia a essere candidata all’ Oscar come miglior regista, questo e molto altro è Lina Wertmüller. Le è stata conferita la cittadinanza onoraria a Napoli, da lei scelta come fonte ispiratrice in numerose produzioni, che definì “più che una città, una perla antica”.

Lina Wertmüller

Nata a Roma il 14 agosto 1928, fin da giovanissima appassionata di teatro, si iscrive all’ accademia teatrale e successivamente collabora con celebri registi. Esordisce sul grande schermo come segretaria di edizione in “…e Napoli canta!” nel 1953 e più avanti collabora con Fellini nelle pellicole “La dolce vita” e “8 ½“, da lì in poi la sua carriera sarà costellata di successi e cult intramontabili.

La produzione cinematografica napoletana

Uno dei film più famosi Lina Wertmüller è “Io speriamo che me la cavo” del 1992, tratto dai romanzi del maestro Marcello D’Orta, in cui Paolo Villaggio interpreta il maestro elementare Marco Tullio Sperelli che viene trasferito per mero errore alla scuola De Amicis di Corzano, un piccolo comune dell’ hinterland napoletano, anziché a Corsano, nella sua Liguria.

Fin da subito l’insegnante deve far fronte con una realtà fortemente problematica: i suoi allievi, tutti in difficoltà economiche più o meno gravi, non frequentano la scuola con assiduità perché costretti a lavorare per aiutare le proprie famiglie, al punto che deve prenderli per strada. Pur cercando di migliorare le condizioni di quelle creature, mettendoci tutto l’impegno, la presenza di Sperelli disturba troppe persone, così viene trasferito di nuovo.

Una piccola curiosità!

Lina Wertmüller inizialmente scelse come ambientazione Napoli ma ben presto durante le riprese la troupe fu avvicinata da personaggi malavitosi che pretendevano una ingente percentuale sull’ incasso del film, così alcune scene vennero girate a Taranto, Tivoli, Caserta, presso la bellissima Reggia, San Giorgio a Cremano e Altamura.

Un successo dopo l’ altro

Altro film di straordinario successo “Ferdinando e Carolina” del 1999, ambientato nel secolo dei Lumi. Le riprese fatte, questa volta, quasi interamente nella Reggia di Caserta, ed in altri luoghi che rimandano allo sfarzo delle corti borboniche, descrive l’ intricata storia d’amore e d’odio di questi due personaggi reali.


Poi “Sabato Domenica e Lunedì“ ispirato alla commedia scritta ed interpretata da Eduardo de Filippo e nel 1975 l’ acme del successo con “Pasqualino Settebellezze”.

Pasqualino Settebellezze : il capolavoro di Lina Wertmüller

Pasquale Frafuso, interpretato da Giancarlo Giannini, meglio noto come “Pasqualino Settebellezze” chiamato così perché, pur essendo brutto ha un successo inspiegabile con le donne, è un soldato che, dopo essere scappato da un treno diretto al fronte, cerca di tornare indietro passando per la Germania.

Braccato dalle SS, viene deportato in un campo di sterminio, in cui racconta ad un compagno di prigionia la sua storia. Passato da guappo in carriera, dopo aver ucciso un tale che aveva fatto di sua sorella maggiore una prostituta, per un errore di calcolo, il suo gesto non passa per delitto d’onore, bensì per un efferato omicidio e tutti lo additano come “Mostro di Napoli”.

Giancarlo Giannini in Pasqualino Settebellezze film di Lina Wertmüller

Arrestato, Pasqualino confessa tutto, ma subito dopo si finge pazzo per avere l’ infermità mentale ed evitare la condanna a morte. Messo in un ospedale criminale, stupra una paziente dell’ istituto e non potendolo tenere più lì, lo fanno arruolare e spedire in guerra.

Arrivato nel campo di concentramento, capisce che deve ingegnare qualcosa per portare a casa la pelle, così sfoggia le sue armi da seduttore per avvicinare una guardiana nazista che gli conferisce il titolo di kapò, così sarà costretto a fare fuori anche i suoi più cari compagni.

Dopo la guerra, riesce finalmente a ritornare a Napoli, in cui non può fare altro che tirare avanti.

Lina Wertmüller riesce a dare un’ idea esatta degli orrori della guerra, di quello che hanno scatenato e che hanno permesso di fare.

Il grande cinema con Sophia Loren

Nel 2001 un ennesimo capolavoro “Francesca e Nunziata”, tratto dal romanzo di Maria Orsini Natale, ambientato alla fine dell’ Ottocento. Emblema di una famiglia patriarcale di pastai che dalla costiera amalfitana si trasferisce alle falde del Vesuvio, dove la primitiva struttura artigianale si trasforma in una moderna azienda industriale. Protagoniste due straordinarie figure di donne-imprenditrici, Francesca, interpretata da Sophia Loren, e la figlia Nunziata, con le loro aspirazioni, passioni e sconfitte.

Lina Wertmüller e Sophia Loren

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