Il Quadernetto di Leopardi 16enne: l'opera ritrovata alla Biblioteca Nazionale
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Ritrovato a Napoli, all’interno della Biblioteca Nazionale, un “quadernetto” di Giacomo Leopardi risalente al 1814, quando l’autore aveva circa 16 anni. L’opera farebbe parte della raccolta di scritti consegnati dall’amico Antonio Ranieri, ereditati dallo stesso Leopardi in punto di morte. Ranieri, nel suo testamento, volle precisare che tutte le opere dell’amico scomparso 50 anni prima, sarebbero state donate alla Biblioteca Nazionale di Napoli. Soltanto nel 1907 l’archivio leopardiano fu affidato all’istituto napoletano.

Antonio Ranieri

Giacomo Leopardi, la vita e il “pessimismo”

Giacomo Leopardi, filosofo e scrittore, viene considerato una delle figure più importanti nella letteratura Ottocentesca italiana.

Nato a Recanati nel giugno del 1789 e spentosi a Napoli nel 1837 a soli 39 anni per problemi cardiaci, l’autore sin da giovane si invaghisce e studia dapprima i testi classici, come le opere di Epitteto, Lucrezio e Luciano, poi approfondisce e si confronta con la cultura “romantica” italiana e straniera. Il suo stile e la sua visione del mondo sono caratterizzate dal pessimismo.

“Perché l’uomo è infelice? Qual è la causa della sua infelicità?”

Sono le domande che il poeta si pone fin da ragazzo e che cerca di analizzare e spiegare. Questa fase, denominata “pessimismo storico”, viene identificata da Leopardi come il momento in cui l’uomo prende le distanze dalla “madre“, la natura.

Crescendo e sviluppando le sue analisi e il suo pensiero, il giovane identifica non più il distacco, ma la natura come origine dell’infelicità umana, per cui, secondo il marchese di Recanati, l’uomo è destinato all’infelicità. Questa teoria viene così definita “pessimismo cosmico”.

Lo Zibaldone è una delle opere più importanti, in essa vengono racchiusi pensieri e riflessioni dell’autore

Il “quadernetto” inedito ritrovato

L’opera ritrovata, il “quadernetto“, è divisa in quattro mezzi fogli, i quali sono stati ripiegati dall’autore per ottenere otto facciate, sulle quali sono scritti i nomi di autori antichi, i veri “mentori” di Leopardi: circa 160 i lemmi, accompagnati da segni numerici, oltre 550.

Nonostante la giovanissima età, il quaderno dimostra come l’assidua ricerca e studio del letterato, che aveva iniziato solo l’anno prima ad apprendere il greco da autodidatta, fosse una delle sue ragioni di vita.

La lettura delle opere dell’imperatore e filosofo Giuliano lo aiutano nella comprensione e in una maggiore consapevolezza e rivalutazione della figura dell’Apostata, che verrà approfondita anche ne lo “Zibaldone” e nelle “Operette morali“.

Oggi, dopo 185 anni dalla sua morte, Leopardi continua a stupire, grazie al lavoro di Marcello Andria e Paola Zito, che hanno trovato l’autografo del poeta e, dopo attente analisi, hanno curato la pubblicazione del manoscritto titolandolo «Leopardi e Giuliano imperatore. Un appunto inedito dalle carte napoletane», presentato a Napoli il 3 maggio 2022 presso la Biblioteca Nazionale, per i tipi di Le Monnier Università.

Leopardi
Ritratto

Fonti

Ritrovato a Napoli un quaderno inedito di Giacomo Leopardi

Alla luce un manoscritto di Leopardi sedicenne, nel piccolo quaderno una misteriosa lista numerica

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