Le affollate colline di Napoli ospitano già da tempi remoti dei metodi per rendere meno faticosa la salita e la discesa, a cominciare da lunghe rampe di scalini, diffuse in tutta la città, che furono poi affiancate, nell’ ‘800, da decisamente più comode funicolari e, nel ‘900, perfino da una funivia!
Ma ci sono dei punti, in città, in cui il dislivello tra strade collinari e quelle al livello del mare è fin troppo per consentire il passaggio di una funicolare e la strada, percorsa per decenni, se non addifrittura secoli dagli antichi abitanti di zona, probabilmente senza batter ciglio, in tempi più recenti è stata invece etichettata come troppo ripida e scomoda.
Proprio su questo proposito, per venire incontro alle esigenze dei cittadini, tra la fine dell’ ‘800 e l’inizio del ‘900, furono inaugurati i primi ascensori di Napoli, posti in posizioni strategiche per alleviare la scalata ai passanti.
Ascensore di Piedigrotta
Nel 1884, fu inaugurata la galleria oggi nota come”Quattro Giornate“, al suo fianco fu posizionato anche un ascensore, il cui vano è stato scavato nel tufo della collina e la cui cabina era in grado di trasportare quattro persone alla volta. Superava un dislivello di più di 100 metri e collegava la zona di Piedigrotta con la soprastante via Manzoni, parte integrante della nuova ed elegante area residenziale di Posillipo, che in quegli anni stava lentamente rinascendo dalle ceneri degli umili villaggi di pescatori e contadini che popolavano la collina.
Purtroppo, però, questo ascensore non ebbe una vita lunga: fu distrutto da un’incursione degli Alleati durante la guerra e non fu mai più ripristinato. Gli osservatori più attenti potranno notare, su via Manzoni, un rettangolo oggi comopletamente invaso da vegetazione, che cela gli ultimi resti della struttura.
Ascensore di Pizzofalcone
L’ascensore che collegava via Chiatamone, alle spalle del lungomare, con la cima del monte Echia, dove sorge la famosa scuola militare Nunziatella e l’antica residenza di Lamont Young, fu un progetto ambizioso e molte volte rimaneggiato nel tempo: i più grandi nomi del panorama di architetti napoletani dell’epoca avevano proposto la loro variante, che talvolta prevedeva un vero stravolgimento della collina. Ma nessuna di quelle numerose proposte andò in porto.
Solo negli anni ’20 del ‘900, l’ascensore fu ultimato e divenne ufficialmente operativo, tuttavia la sua attività fu molto breve: oltre alla parentesi della seconda guerra mondiale ed al passaggio di proprietà tra il Comune e la SIP, avvenuto negli anni ’60, l’ultima corsa dell’ascensore fu nel 1968, dopodichè chiuse definitivamente, per di infiltrazioni d’aqua che compromisero la struttura. Oggi sono in corso dei lavori per rimetterlo in attività.
Ascensore di via Chiaia
L’ascensore di Chiaia è forse uno dei più recenti. Non copre un dislivello ripido come gli esempi precedenti, tuttavia l’ascensore (con le scale adiacenti) del ponte di via Chiaia costituisce un comodo collegamento con una delle principali vie dello shopping di Napoli per gli abitanti di piazza Santa Maria degli Angeli e dintorni.
Non c’è sempre stato un ascensore, tuttavia: in origine, di fianco al ponte, c’era una rampa, poi sostituita da un vano scale in stile neoclassico nel 1834, ed infine fu aggiunto un ascensore nel 1956. Si tratta di uno dei pochi ancora in attività, oggi gestito dall’ Azienda Napoletana Mobilità.
Ascensore del parco Grifeo
Non si tratta di un’ascensore pubblico, bensì privato. Fu costruito all’inizio del ‘900, su progetto di Lamont Young. Collega l’ingresso del Parco Grifeo, la cui rampa d’acesso è su Corso Vittorio Emanuele, con il punto più alto del versante di collina su cui si estende l’elegante parco residenziale.
Portava i passeggeri fino all’ingresso dell’Hotel Bertolini, che oggi è una location per eventi. L’ascensore è ancora funzionante, destinato ai clienti del locale.
Ascensore della Sanità
Risalente alla second metà degli anni ’30, tra gli ascensori di Napoli è uno dei più utilizzati quotidianamente, nonchè uno dei pochi ancora attivi. Anch’esso, come quello di Chiaia, è gestito dall’ANM. Trasporta fino a otto persone e supera un dislivello di circa trenta metri.
Prima della sua costruzione, si poteva accedere a via Sanità solo facendo il giro in largo, passando per i vicoli oltre il ponte ed affrontando rapide e strette discese.
Ascensori più recenti
Dagli anni ’90, l’ANM ha inaugurato due ascensori pubblici, uno che mette in comunicazione via Cesario Console, ad angolo con piazza Plebiscito e via Acton ed un altro, situato alle porte del Centro Storico, ma inaugurato solo nel 2014, che collega il Parco Ventaglieri con vico Avellino a Tarsia, dalle rispettive capienze di 11 e 15 persone.
-Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
“Storia dei trasporti urbani di Napoli“, E. Bevere
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