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Il quadrato del Sator è uno degli enigmi che più ha incuriosito gli studiosi nel corso dei secoli. Scolpito nella pietra a Pompei e disseminato in tantissime parti del mondo, ancora oggi non ha una traduzione ufficiale e una spiegazione che sveli il mistero.

Agli enigmi della vita ci pensa il cinema con la sua possibilità di esplorare le verità più disparate ed uno dei più affermati registi contemporanei ha proprio utilizzato il quadrato del Sator come musa ispiratrice, è il famosissimo Christopher Nolan con il suo “Tenet”.

Il quadrato del Sator, l’enigma mai svelato

Il quadrato del Sator è una ricorrente iscrizione latina che compare spesso tra i monumenti della nostra penisola, in particolare a Pompei. È un quadrato magico, ossia un quadrato che rispetta delle regola intrinseche valide per tutti i suoi elementi, e recita le seguenti parole: SATOR, AREPO, TENET, OPERA, ROTAS.

Quadrato del Sator

Come si può facilmente notare tutte queste parole danno luogo a un polindromo, ossia una parola che, anche se letta all’incontrario rimane sempre identica, in questo caso identica alle altre.
Opera Arepo; Sator Rotas; ma è Tenet, l’unica parola che combacia solo con sé stessa e che nel quadrato dà luogo alla forma di una croce.

Quale era la traduzione del quadrato del Sator?

Il quadrato del Sator fu trovato per la prima volta durante gli Scavi di Pompei nel 1925, da lì ci si rese conto che era inciso su tantissimi monumenti presenti sia in Italia che in tutta Europa, Svizzera, Inghilterra, Francia, Ungheria, Spagna. Ma quale può essere il suo significato, la sua funzione?

Gli studiosi a lungo si sono dibattuti circa la funzione del quadrato del Sator e ad oggi la traduzione di queste parole latine rimane ancora avvolta dal mistero. L’impedimento principale avuto dagli studiosi è che queste parole vogliono dire tutto e niente al contempo, non fanno riferimento ad un ambito concreto ma metafisico e l’aiuto della lingua greca, da cui queste parole derivano, non ha dato i risultati sperati ma ha solo generato più dubbi.

Incisione del quadrato

Sator vuol dire coltivatore, in senso metaforico potrebbe voler dire Il Creatore. La presenza delle incisioni a Pompei fanno comprendere che non è del tutto attendibile reputare il quadrato come un codice del tutto appartenente alla Chiesa Cattolica. Anzi, è probabile che abbia origini pagane. Cicerone, traducendo “Le Trachinie” di Sofocle, riposta l’epiteto caelestum sator detto nei confronti di Zeus. Ancora l’epiteto Sator viene usato per descrivere Giove nell’Eneide di Virgilio.

Arepo, è sicuramente il termine più interessante perché non ha traduzione, per questo da molti studiosi è creduto un nome proprio di persona. Altri invece, appellandosi alla parola sator, hanno creduto che arepo fosse l’attrezzo di legno usato dal “coltivatore”.

Tutte queste ipotesi, però, sembrano molto forzate e non avendo un vocabolo in lingua latina simile a questo, nessuna elaborazione può definirsi vera. Collegamento interessante è quello che vede di nuovo protagonista Virgilio che, nella sua egloga IV, afferma il ritorno del dio Saturno, che era rappresentato sempre con una specie di falce, essendo protettore dei contadini. I cristiani hanno visto in Saturno il ritorno in Terra di Dio, quasi come se Virgilio fosse anticipatore delle scritture cristiane, altro motivo in più della sua presenza nella Divina Commedia di Dante.

Tenet è il predicato verbale che nel quadrato forma una croce, si può tradurre con “tiene” e metaforicamente “guida”

Opera potrebbe significare “con cura” o le “opere” intese come imprese o miracoli

Mentre rotas sono le ruote di un ipotetico carro che guida la storia. Le traduzioni sono le più svariate:

Il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote

Il seminatore di un arepo mantiene con il suo lavoro il convento

Dio si prende cura del Creato, come l’uomo si prende cura dei suoi campi

Le traduzioni del quadrato del Sator sono, come si nota, le più disparate e sono davvero numerose.

Una funzione pagana o cristiana

Ad oggi non si sa se il quadrato del Sator fosse una qualche indicazione per l’iniziazione a qualche società segreta, o aveva la funzione di allontanare il malocchio, o ancora di riconoscersi tra cristiani. L’ultima sembra la possibilità più esaustiva in quanto la lettura dell’intero palindromo offre al lettore come parola finale “paternoster” e le lettere che rimangono fuori sono la A e la O, considerate nell’Apocalisse di Giovanni l’alfa e l’omega, l’inizio e la fine.

Iscrizione pater noster

Altri studiosi, invece, credono che non si venga a formare una croce cristiana, bensì la croce dei cavalieri templari e quindi l’iscrizione è una specie di codice segreto per gli iniziati.

Dal Mistero al Cinema

Il mistero del quadrato del Sator è uno dei misteri che, come l’Arca dell’alleanza e il Santo Graal, non riusciamo a risolvere. Il cinema offre l’opportunità di rendere esaustiva la realtà tramite la fantasia e il mistero del Sator viene in qualche modo risolto dal regista Christopher Nolan, nel suo “Tenet”

Nel film si presuppone che l’umanità sia vicina a una guerra con armi mai viste prima. Tenet è l’organizzazione che punta alla salvaguardia del genere umano e che ha trovato delle armi del futuro.

Per Nolan, il quadrato magico risulta una minaccia mondiale perché è qualcosa di segreto, qualcosa che non ha spiegazione e che viola le leggi della fisica. Ad oggi non sappiamo la giusta elaborazione di questo mistero, ma sicuramente la nostra città è culla di uno dei tanti enigmi che riescono ad influenzare anche le arti di ogni genere.

Trailer del film Tenet

Bibliografia

A. Socci, La guerra contro Gesù, Rizzoli, Milano 2011

M. Guarducci, “Il misterioso “Quadrato Magico”, l’interpretazione di Jérome Carcopino e documenti nuovi”, Archeologia classica, XVII, pp. 219–270, 1965.

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