Se pensiamo a Ferdinando I delle Due Sicilie, lo associamo immediatamente a Carolina o, meglio, Maria Carolina, Regina Consorte del Regno di Napoli. In pochi tuttavia sanno, o ricordano, che Maria Carolina d’Austria, dopo quarant’anni di regno e quasi cinquanta di matrimonio, morì l’8 settembre del 1814, e che il re, di lì a qualche mese, avrebbe sposato un’altra donna, Lucia Migliaccio.
Erano i tumultuosi anni delle rivolte e della Restaurazione, e dopo aver vinto la Battaglia di Tolentino su Gioacchino Murat, Ferdinando riuscì a riunire il Regno di Napoli e quello di Sicilia, salendo di nuovo al trono con accanto una nuova moglie, Lucia Migliaccio, Duchessa di Floridia.
Ma chi era Lucia Migliaccio?
Lucia Migliaccio, Principessa di Partanna, era una donna siracusana: tranquilla, mite, diversa dal temperamento volitivo di Maria Carolina, e forse fu proprio questa ieraticità, e la libertà di lasciarlo vivere a proprio modo, ad attrarre l’attenzione del re fino a decidere di sposarla. Lucia aveva conosciuto Ferdinando durante il primo esilio siciliano, quando era ancora legata al marito Benedetto Grifeo, ormai anziano e paralitico. I due ebbero occasione di rivedersi nel corso del secondo esilio siciliano del re, nel 1806, quando lei era ormai vedova.
I due si sposarono il 27 novembre del 1814.
Una regina imparentata con i Borgia
Al contrario di Maria Carolina, che governava de facto il Regno con suo marito, Lucia Migliaccio, che non aveva pretese intellettuali o interessi per la politica, ebbe sempre un ruolo secondario e senza dubbio una minore influenza anche culturale.
Figlia del nobile siciliano, Don Vincenzo Migliaccio, ottavo Duca di Floridia, tra i suoi avi annovera, da parte di madre, la potente e controversa dinastia spagnola dei Borgia.
Lucia Maria Migliaccio rappresenterà la moglie morganatica di Re Ferdinando, e non assumerà mai il titolo di Regina Consorte, ma solo di Altezza Reale.
I pegni d’amore di Re Ferdinando alla seconda moglie
Alla donna, che aveva ereditato dal primo marito Don Benedetto Maria III Grifeo, ottavo principe di Partanna, l’odierno Parco Grifeo al Vomero, Ferdinando volle fare dono di una residenza in stile neoclassico, commissionata a Niccolini, che chiamò Villa Floridiana, in onore del titolo della sua consorte. Il re donò al contempo anche un altro edificio, di dimensioni minori, realizzato in stile pompeiano, che chiamò Villa Lucia, e che ancora oggi è possibile ammirare sulla collina del Vomero.
Villa Floridiana, accessibile da Via Cimarosa 77, è dal 1931 uno dei più importanti musei della città, il Museo duca di Martina: otto ettari di parco, che rappresentano il polmone verde del Vomero e della città di Napoli.
Alla morte del primo marito, Lucia ereditò anche l’omonimo Palazzo Partanna, in Piazza dei Martiri a Napoli, oggi sede dell’Unione Industriali di Napoli, di uffici e imprese commerciali.
Un amore appassionato raccontato da Salvatore Di Giacomo.
Quello tra Re Ferdinando I e Lucia Migliaccio fu un grande amore, appassionato e tenero, come testimoniarono e dimostrarono alcune lettere rinvenute, raccolte e poi pubblicate da Salvatore Di Giacomo.
Al contrario di Maria Carolina, che diede a Ferdinando ben 18 figli, Lucia, di vent’anni più giovane del sovrano, non diede eredi al suo consorte, e la sua stessa dote, ereditata dalla famiglia d’origine e dal primo marito, fu successivamente eredita dai principi borbonici.
Nonostante fosse molto più giovane del suo consorte regale, Lucia non sopravvisse a Ferdinando molto a lungo. Il sovrano si spende il 4 gennaio del 1825, mentre Lucia Migliaccio morì meno di due anni dopo, il 26 aprile del 1826. Ciò comportò la suddivisione dei beni della donna, tra cui proprio il Parco Grifeo e la stessa suddivisione del Parco della Floridiana. Lucia Migliaccio aveva preso il posto di una sovrana illuminata e amatissima, ed era riuscita a farsi spazio nel cuore di Re Ferdinando, diventando per Napoli una regina senza corona, che continua a regnare ogni giorno nella bellezza di Villa Floridiana.
Bibliografia
Napoletanità: dai Borbone a Pino Daniele, viaggio nell’anima di un popolo – Gigi Di Fiore
Il Re Bomba – Giuseppe Campolieti
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