Francesi e Napoletani si incolpavano a vicenda di essere i portatori di una terribile malattia, che, soprattutto nel corso del XV secolo, dilagò in tutta Europa: la sifilide. Questa storia si protrasse fino al punto che nella conoscenza popolare, a Napoli era soprannominata il “mal francese“, mentre, in Francia, il “mal napoletano“! Ma la sua storia è più complessa di un semplice scaricabarile epidemiologico.
Quando la sifilide “sbarcò” in Europa
Le prime testimonianze della diffusione della sifilide in Europa si hanno dopo il rientro in patria degli esploratori che, con Cristoforo Colombo, misero piede nel “Nuovo mondo” per la prima volta, contraendola dagli abitanti del posto tra i quali, però, era endemica, cioè presente in modo costante in quella popolazione e si manifestava in modo molto più lieve.
Non si può dire che avvenne lo stesso per gli Europei: la malattia si manifestò nel peggiore dei modi, con le sue caratteristiche lesioni che compaiono in ogni zona del corpo e, nei casi più gravi, perfino con alterazioni del comportamento, delle capacità cognitive e motorie dell’ammalato.
Si sarebbe dovuto aspettare molto tempo perchè i medici scoprissero che si tratta di una malattia derivante dall’infezione di un batterio, il Treponema pallidum, che ha trasmissibilità soprattutto per via sessuale e che, una volta entrato in contatto con il sangue, riesce a diffondere molto in fretta in tutto il resto del corpo. Le numerose lesioni cutanee che compaiono negli infetti sono dovute proprio alla rapida prolificazione del batterio.
Mal francese o mal napoletano?
In Italia, i responsabili di un’ampia diffusione di questa malattia furono i soldati del re francese Carlo VIII, che, nel 1494, partirono alla conquista del Regno di Napoli. L’esercito era costituito in buona parte da mercenari dale più svariate provenienze, tra cui probabilmente persone che avevano fatto parte dei gruppi di esploratori del continente che sarebbe diventato la futura America.
Tra il 1495 ed il 1496, a Napoli dilagò una violenta epidemia di sifilide, per via dei pessimi comportamenti delle truppe francesi con le sventurate donne del posto. Gli stessi soldati che, di ritorno in patria, in pessime condizioni di salute, definirono “mal napoletano” ciò di cui erano affetti. Mentre, a Napoli, tra le persone a cui è stata trasmessa la sifilide, si diffuse un altro nome, quello del “mal francese”.
Questo nome divenne la denominazione popolare della malattia: infatti, nel viaggio di ritorno, le truppe francesi risalirono tutta Italia, per poi oltrepassare le Alpi e furono dei veri e propri untori: si manifestarono numerosi altri casi nel resto d’Italia e proseguirono anche in Francia, dove gli ammalati furono costretti all’isolamento totale dal resto della società.
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