Villa Littorio
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La nascita del nome

Esiste un luogo in Italia che conserva ancora il nome che gli fu assegnato durante il ventennio fascista e si trova in Campania, in Cilento. Stiamo parlando di Villa Littorio. Può sembrare assurdo, eppure è proprio così. Dimenticanza? Sta di fatto che questa eccezione rappresenta davvero un “unicum” per il nostro Paese, se non si considera Imperia. In quest’ultimo caso, però, il richiamo è meno diretto, in quanto è sicuramente vero che il nome della città è stato scelto nel 1923 ma faceva riferimento al torrente Impero.

Da dove deriva il nome

Nel caso di Villa Littorio, invece, la scelta faceva espresso riferimento al simbolo del fascio littorio e fu adottata per modificare il nome di quel luogo, conosciuto fino ad allora come Fogna. In realtà, l’etimologia non dovrebbe andarsi a ricercare nell’accezione denigratoria di tale termine, bensì, alcune fonti, fanno derivare il termine “Fogna” al dialetto “Fonga”.

Fogna o Fonga?

Fogna, pertanto, non avrebbe rappresentato il sistema sotterraneo, peraltro utilissimo, destinato alla raccolta e all’eliminazione delle acque putride, ma sarebbe collegato al significato di gravina. Siamo in un territorio ricco di calcare e di argilla e una gravina non è altro che un inghiottitoio naturale, un vallone a forma di crepaccio, scavato nei calcari, con pareti scoscese distanti fra loro e profonde anche centinaia di metri.

Si cambiano di nuovo i nomi, ma…

Nel dopoguerra, furono nuovamente cambiati tutti i nomi dei paesi che alludevano al fascismo, tranne, appunto, Villa Littorio. Ciò fa di tale luogo l’unico abitato italiano che contiene ancora un esplicito riferimento al periodo fascista. Nella storia è sempre accaduto: cambiare i nomi delle città è stato da sempre un modo per imporre la propria supremazia culturale da parte di regimi e dittatori, ciò che sorprende è come abbia fatto Villa Littorio a “passare inosservato” al nuovo cambio di toponomastica dopo la caduta del regime.

Villa Littorio oggi

Ad oggi, Villa Littorio conta poco più di seicento abitanti e le sue vicende storiche sono state da sempre collegate al comune di Laurino, di cui ne è frazione e a cui restò “fedele” anche quando nel 1571 gli altri casali dichiararono la propria autonomia fiscale. Ci troviamo a più di 600 metri sul livello mare e stiamo descrivendo un comune che fa parte dell’alta valle del Calore. Si tratta di una zona che un tempo è stata davvero al centro di importanti diatribe e che ha segnato buona parte di storia cilentana e dell’Italia stessa.

Bibliografia

Chiesa, baroni e popolo nel Cilento – Edizioni Storia e Letteratura

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