Le strette vallate del Rione Sanità si dividono in tanti rivoli, come se fossero il sistema arterioso di un essere vivente. Non è difficile immaginare perché il quartiere è stato scelto prima per estrarre il tufo e poi come luogo per le catacombe. Sul lato sinistro di via Sanità, ripidi pendii e strette vallate circondano, quasi come un immaginario ferro di cavallo, la parte bassa di Materdei.
Metaforicamente, si potrebbe dire che questo pezzo di terra tra Materdei e la Sanità, racchiuso tra vico Neve, Vico Calce, vico dei Cangi e Gradini Vita, è come una penisola inserita nel mare della Sanità. Calata Fontanelle e Discesa Sanità sono, invece, le due ultime propaggini, sul lato sinistro, del sistema di pendii e vallate della Sanità.
Un mondo di giardini, scalinate e vicoli
Due sono gli elementi di questo piccolo paradiso napoletano tra Materdei e la Sanità: i giardini nascosti e le scalinate delle vie che si inerpicano tra strette vallate e colline. Il modo migliore per conoscere questa zona e semplicemente perdersi tra le sue vie, curiosare, fermarsi a parlare con gli abitanti, annusare l’aria.
Tra Materdei e la Sanità: Vico Neve
Vico Neve inizia con una bella scalinata che parte da Calata Fontanelle. Arrivati in alto, la strada diventa una parallela di vico Purità e di via Materdei. Dopo pochi metri pianeggianti, vico Neve scende sul versante opposto della collina e incrocia discesa Sanità, per poi risalire e connettersi con via Santa Teresa degli Scalzi, non troppo lontano dal ponte Maddalena Cerasuolo, conosciuto come il ponte della Sanità. La Cerasuolo, detta Lenuccia, è stata una delle protagoniste delle Quattro Giornate di Napoli. Lenuccia era proprio di vico Neve e il vicolo dà il nome al romanzo di Pietro Gargano, Lenuccia di Vico Neve a Materdei, pubblicato da Tulio Pironti.
Il romanzo “dà conto di quanto avvenne alla fine di settembre del 1943, restituendo le esatte dimensioni di un’epopea. Lo fa attraverso la storia di Lenuccia, l’unica napoletana decorata al valor militare, raccontando le sue battaglie nello scenario corale della rivolta, la sua attività nei servizi segreti inglesi, la sua amarezza nel trovarsi come avversari politici quelli che erano stati compagni di barricata, la ribellione alla perdita collettiva della memoria”.
Secondo alcune fonti il vico Neve si chiamava così perché quando non vi erano ancora i frigoriferi vi vendevano il ghiaccio e la neve.
In pochi lo sanno, ma in questa zona tra Materdei e la Sanità, sono state trovate le tombe più antiche di tutta Napoli.
Le tombe eneolitiche di Materdei
A vico Neve, precisamente in un giardino al numero 30, costruendo una piccola casa, nell’aprile 1950 sono state trovate due tombe.
Furono anche ispezionate dal famoso archeologo, Giorgio Buchner.
Gli archeologi le descrivono come due tombe “a forno” scavate nella roccia con un pozzetto d’accesso ed una o due camere sepolcrali a sepoltura multipla. Secondo gli archeologi le tombe, del tre mila a. C., ospitavano famiglie di guerrieri della cultura del Gaudo.
Le tombe più antiche di tutta Napoli sono state trovate non lontano dalle strette vallate della Sanità, dove per secoli si sono scavate le catacombe napoletane.
Nella prima tomba fu trovato un corpo integro rannicchiato, nella seconda furono rinvenuti anche cinque vasi ad impasto e un piccolo pugnale di bronzo, posto accanto a uno degli inumati.
Tra Materdei e la Sanità: Vico Calce
Vico Calce è il vicolo che viene subito dopo vico Neve. Più stretto e ripido del primo, anch’esso ha origine da ripide scale, da calata Fontanelle. Qui le scale sono più ripide di vico Neve e le case ancora più aggrappate allo sperone roccioso. Arrivati in alto, la strada rimane pianeggiante per poco e a ridosso di una bella doppia edicola religiosa della Madonna dell’Arco, il vicolo precipita verso discesa Sanità, attraversata la quale, continua per pochi metri.
Si tratta di un vico molto suggestivo e ripido, che assume un particolare fascino quando lo si percorre di notte, con le edicole religiose illuminate.
Tra Materdei e la Sanità: Vico Cangi
La punta della metaforica penisola tra Materdei e la Sanità è vico Cangi, che nasce dal centro di vico Calce e come se fosse una sua traversa si proietta verso via Sanità.
Il vicolo nasce e muore al livello delle strade di Materdei, è quindi pianeggiante. Vi sono qua e là, murate tra gli angoli dei muri e di un portone, colonne dall’aspetto romano e medioevale. Nessuna targa ne ricorda la storia o provenienza e solo un occhio esperto ne sospetta la vera origine.
Prima di calare il sipario il vicolo si trasforma quasi in un’originale piazzetta attorniata da palazzi, dai bei cortili e giardini.
Tra Materdei e la Sanità: Gradini Vita
Da vico Cangi, una ripidissima e fascinosa scalinata chiamata gradini Vita, come un serpentone in cui le scaglie di pelle si sono trasformate, per una strana magia, in scalini, scende ripidamente verso via della Sanità.
Sono forse le scale più suggestive di questo percorso e vale la pena di scenderle lentamente per assaporarne l’atmosfera e fermarsi a parlare con gli abitanti.
Tra Materdei e la Sanità: Discesa Sanità
Discesa Sanità nasce in vico Purità e tagliando vico Neve, letteralmente precipita nella Sanità, parallelamente a via Santa Teresa. Prima della costruzione del ponte della Sanità in epoca Murattiana, era anche la via obbligatoria, da Santa Teresa, per raggiungere poi Capodimonte. Con la costruzione del ponte è diventata semplicemente una delle vie di collegamento tra Materdei e la Sanità.
All’angolo con vicolo della Neve, si trova lo splendido palazzo de Majo, costruito dal famoso architetto Ferdinando Sanfelice e una piccola palestra popolare.
Palazzo de Majo
L’edificio si trova su un pendio nella direzione di Discesa Sanità e si legge nel catalogo dei Beni Culturali, che prima del taglio in epoca murattiana, per costruire il ponte, costituiva un unico isolato con il palazzo sul fronte opposto di Via Santa Teresa.
Palazzo nobiliare sanfeliciano, racconta la scheda del Ministero dei Beni Culturali, è ampio e ha un androne con volta a vela affrescata che porta, sia verso il cortile che verso, la scala laterale. Quest’ultima è caratterizzata da “uno splendido gioco di volte, e presenta rampanti curvilinei formanti in pianta una sorta di rombo”.
La corte, in origine ottagonale, è ora mutilata dalla costruzione di via Santa Teresa. Portale Rococò, in piperno, con stipiti coronati da capitelli a voluta; al centro, vi è una finestra sovrastata dallo stemma nobiliare.
Tra Materdei e la Sanità: via Sanità
Via Sanità costeggia in basso la parte centrale della nostra ideale penisola a picco sulla Sanità. Se il Rione Sanità fosse davvero un mare, sarebbe il luogo in cui le onde si infrangono sulla roccia viva.
Qui si trova il centro la Tenda, uno dei centri che accoglie i senzatetto di Napoli. Il centro, ospitato nell’ex-ospedale San Camillo, ha anche alcuni ambulatori gratuiti per le persone inviate dai vari progetti sociali della città e un polo per le famiglie. Nel bel mezzo del centro svetta la cupola di una splendida chiesa, infatti prima di essere un centro per senzatetto e casa per varie attività sociali del quartiere e prima ancora un ospedale, era il complesso monastico di Santa Maria della Vita al Rione delle Fontanelle.
Secondo molti racconti delle persone del quartiere, sotto il centro potrebbe nascondersi una delle tante catacombe non ancora localizzate del Rione Sanità.
Tra Materdei e la Sanità: Calata Fontanelle
Per concludere la nostra passeggiata, dove le colline di Materdei precipitano nelle vallate della Sanità, non si può che terminare con calata Fontanelle, che generandosi all’incrocio tra via delle Fontanelle, la via del famoso cimitero delle fontanelle e via Sanità, chiude la nostra ideale penisola, risalendo verso Materdei. Questa infatti è la via da cui poi si generano vico Calce e Vico Neve.
Nella sommità della strada poco prima di terminare la propria salita e raggiungere via Materdei, vi è un piccolissimo cinema costruito nel 1946 e riaperto da poco, il Cineclub Teatro Materdei. Riaperto, in collaborazione con l’Associazione Nuovo Cinema Paradiso, grazie ad Alberto Bruno, figura storica e collezionista del cinema napoletano, la sala vuole essere un centro culturale e di aggregazione degli amanti del cinema.
Sitografia
http//www.tulliopironti.it/lenuccia-vico-neve-materdei.htm
https://www.anpi.it/biografia/maddalena-cerasuolo
https://catalogo.beniculturali.it/detail/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/1500152983A
Bibliografia
Amodio Marzocchella, Le tombe eneolitiche di Napoli Materdei, in Rivista di scienze preistoriche, Volume 35, Istituto Italiano di Preistoria e Protostoria, 1980
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